Accolto il legittimo impedimento per Silvio Berlusconi, ma non per i suoi legali. Il leader del Pdl è impegnato in Senato per le votazioni del presidente di Palazzo Madama. La corte ha quindi rinviato l’udienza al 23 marzo. Sospesi per una settimana i termini di prescrizione. I magistrati hanno giudicato “l’impegno al Senato assorbente” per l’ex premier. Per i giudici non c’è l’impedimento legittimo per gli avvocati dell’ex premier, ma nonostante questo i diritti dell’imputato vanno riconosciuti e dunque l’udienza è stata aggiornata sospendendo la prescrizione “fino alla prossima udienza”. Le toghe inoltre non hanno revocato l’ordinanza scorsa quando avevano deciso la visita fiscale per il Cavaliere e avevano stabilito che il processo poteva proseguire.
Il ritmo dei processi “è in totale e netto contrasto” con “gli auspici recentemente rivolti dalle alte cariche dello stato di consentire all’onorevole Berlusconi di poter svolgere” la “propria attività politica” c’è scritto nell’istanza di legittimo sospetto firmata anche da Berlusconi, che è atteso però solo nel pomeriggio a Palazzo Madama per la quarta votazione del presidente del Senato. Nelle 39 pagine di istanza di remissione lamenta l’impossibilità di proseguire l’attività politica a causa del serrato calendario giudiziario, “in assoluto contrasto non solo con la prassi e con il buonsenso, ma anche con gli auspici recentemente rivolti dalle alte cariche dello Stato”.
Al sostituto procuratore generale di Milano Laura Bertole’ Viale, pubblica accusa nel processo d’appello Mediaset, non bastava la certificazione presentata da Silvio Berlusconi come legittimo impedimento perché “non si capisce se è per le sue condizioni di salute o perché deve andare a votare”. O Berlusconi è in Senato a votare o si deve disporre la visita fiscale chiedeva il magistrato. L’ex premier è stato dimesso ieri dall’ospedale San Raffaele, ma all’uscita era apparso provato e aveva detto che non sapeva oggi sarebbe stato presente a Roma. Il pg aveva preso la parola per dire che, in sostanza, non aveva capito che tipo di legittimo impedimento ha presentato l’ex premier, perché“se si tratta delle condizione di salute chiedo la visita fiscale, se deve andare a votare a Roma l’impedimento c’è ma chiedo una certificazione corretta”. Invece il leader del Pdl è a Roma.
L’ex premier aveva fatto depositare un legittimo impedimento nel quale, come illustrato dal presidente del Collegio, Alessandra Galli, si diceva che “Berlusconi sarebbe o sarà impegnato per le votazioni al Senato se si protrarranno nella giornata odierna e ove le sue condizioni di salute lo consentano”. A rappresentare l’ex premier in aula c’era un sostituto processuale, ai soli fini della comunicazione del legittimo impedimento.
Anche gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, infatti, avevano depositato istanze di legittimo impedimento perché impegnati in Parlamento per le votazioni dei presidenti di Camera e Senato, votazioni importanti “per lo scenario politico”. Il pg, inoltre, aveva chiesto di respingere l’impedimento avanzato dai legali dell’ex premier perché, a suo dire, “nello studio ci sono altri difensori che possono seguire il processo”. La Corte d’Appello aveva anche nominato un avvocato d’ufficio per Berlusconi, il legale Salvatore Verdoliva. Oggi è stata depositata, tra l’altro, dalla difesa dell’ex premier l’istanza di legittimo sospetto per chiedere il trasferimento del processo d’appello Mediaset a Brescia come già avvenuto per il processo Ruby.