Nascosta in qualche cassetto c’è da sei anni una registrazione nella quale l’ex senatore Sergio De Gregorio, dopo avere preso accordi a suo dire con Berlusconi, offre al senatore dell’Idv Giuseppe Caforio vantaggi economici (fino a 5 milioni) perché abbandoni il governo Prodi. Questa registrazione bomba, consegnata ad Antonio Di Pietro da Caforio nel marzo 2007, non è mai stata ascoltata dai cittadini. La voce di un senatore che tenta di comprarne un altro non è stata mai ascoltata dagli elettori defraudati del loro governo grazie anche a De Gregorio. Michele Santoro avrebbe costruito una puntata sull’audio, L’Espresso avrebbe dedicato una copertina alla sua trascrizione e invece per sei anni nessuno ha saputo nulla.
Solo grazie a De Gregorio, che ha raccontato la storia ai pm il 28 dicembre 2012, la vicenda del nastro è uscita. Si dirà: l’allora ministro Di Pietro avrà presentato in segreto la cassetta di Caforio ai pm per tutelare l’indagine. Eppure alla Procura di Roma la registrazione non risulta essere mai arrivata. Per capire cosa è accaduto e per rintracciare il nastro, i pm romani Francesco Caporale e Alberto Pioletti sentiranno come persona informata dei fatti il capitano della Finanza Salvatore Scaletta, storico collaboratore di Di Pietro dai tempi dell’indagine di Mani Pulite e poi al ministero nel 2006 come capo dell’Alta sorveglianza delle grandi opere. Nessuno dei protagonisti di questa incredibile vicenda ha trattenuto una copia del nastro: Caforio dice di averla data a Di Pietro che a sua volta sostiene di averla girata a un suo collaboratore, probabilmente Scaletta, perché la consegnasse agli inquirenti. Di qui la convocazione del finanziere. I pm romani, diversi da quelli che allora avrebbero ricevuto la denuncia e la cassetta, non trovano traccia del nastro ed escludono che un esposto di un ministro in carica con allegata una registrazione simile si sia perso.
Tutto inizia il primo marzo del 2007 quando De Gregorio incontra Caforio e gli chiede di non votare la fiducia a Prodi. Caforio registra la proposta indecente: 1,5-2 milioni subito e altri tre negli anni a venire. Il giorno dopo vota la fiducia e Di Pietro dichiara in un’intervista video su internet che De Gregorio ha cercato di convincere con promesse economiche un senatore. Il 3 marzo Repubblica scrive il nome di Caforio. Nel video Di Pietro sostiene di avere interessato gli “organi competenti”, ma non parla di registrazione né di denuncia in Procura. Nei giorni precedenti, dopo le prime avances, Caforio si era confidato con Nello Formisano, allora capogruppo Idv. Formisano ha ricostruito i fatti con i pm e poi con il Fatto : “Caforio ci disse di avere avuto questo contatto e insieme a Di Pietro decidemmo di chiedergli di andare all’incontro con De Gregorio munito di un registratore, fornito dal portavoce del ministro. Caforio è andato in clinica, ha registrato e la mattina, o due mattine dopo, sono andato con lui nell’ufficio del ministro e abbiamo consegnato tutto a Di Pietro. La registrazione non l’abbiamo ascoltata, è stato tutto molto rapido. Insomma la cassetta esiste perché Caforio la consegnò in mia presenza a Di Pietro che disse “lasciatela qui che me la vedo io’”.
Ma che fine ha fatto il nastro? “Presumibilmente, come ho detto ai pm, Di Pietro – prosegue Formisano – avrà lasciato l’incombenza al capitano Scaletta. Mi sembra inverosimile che la Procura non abbia la cassetta”. Di Pietro ricorda di avere denunciato più volte De Gregorio e suppone che si sia occupato dell’incombenza Scaletta. Il capitano oggi lavora all’ambasciata italiana a Kuala Lumpur come ufficiale di collegamento in Malesia. I pm lo hanno contattato telefonicamente e gli hanno preannunciato che sarà sentito. Al Fatto Scaletta dice: “Mi sembra tutto strano. Solitamente ero io ad occuparmi delle denunce: le scrivevo e poi le facevo firmare a Di Pietro. Quando erano questioni importanti, come questa di cui lei mi parla, non le consegnavo ai carabinieri del Ministero, ma prendevamo l’auto con il ministro e andavamo dal Procuratore. Questa era la prassi. Non le dirò invece una parola sulla questione specifica per rispetto ai magistrati”.
Il Procuratore capo di allora, l’attuale sottosegretario Giovanni Ferrara, dice: “Non ho mai sentito nominare questa cassetta”. Eppure De Gregorio nel suo interrogatorio del 28 dicembre ai pm di Napoli dice: “Caforio mi registrò e mi denunciò. La registrazione è presso la Procura di Roma che archiviò”. Solo grazie a questo verbale l’Italia ha scoperto l’esistenza della cassetta. Egli inquirenti si chiedono: come faceva De Gregorio a sapere della registrazione e dell’indagine? “L’ho letto sui giornali”, risponde l’ex senatore. In realtà negli archivi non risultano articoli e Formisano replica: “La storia della cassetta non era uscita”.
Da Il Fatto Quotidiano del 17 marzo 2013