Si è dimesso Jerome Cahuzac. Il ministro delle Finanze francese è accusato di avere aperto un conto in una banca svizzera per occultare una frode fiscale. Al suo posto l’attuale ministro degli Affari Ue Bernard Cazeneuve.
Le dimissioni arrivano dopo l’apertura di un fascicolo da parte della procura di Parigi sul caso del suo presunto conto corrente segreto in Svizzera detenuto fino al 2010. Secondo quanto annunciato da una nota sul sito del quotidiano Le Figaro, le ipotesi di reato formulate, per ora a carico di ignoti, sono occultamento di frode fiscale e riciclaggio, entrambi reiterati. L’elemento chiave è una registrazione, fornita agli inquirenti da un ex rivale politico di Cahuzac, in cui si sente una persona, secondo l’accusa il ministro, parlare di un conto che possiede in Svizzera e delle difficoltà logistiche per chiuderlo.
In base ai primi esami, spiega la procura in una nota, la registrazione è risultata non contraffatta e di buona qualità. Inoltre, tre testimoni avrebbero riconosciuto la voce come quella del ministro, e un quarto ne avrebbe riconosciuto “il tono”. Ulteriori analisi effettuate da un laboratorio specializzato, con tecniche audiometriche, “rinforzano l’ipotesi” che il misterioso parlante sia proprio Cahuzac.
La procura di Parigi proseguirà dunque nell’iter per verificare se davvero, come aveva rivelato l’anno scorso il sito d’informazione Mediapart, Cahuzac ha avuto fino al 2010 un conto segreto alla filiale Ubs di Ginevra, e lo ha poi chiuso per trasferire i fondi, “con un complesso movimento offshore”, in un altro conto nascosto all’erario, stavolta a Singapore.
La ricostruzione della testata online, nota per i suoi scoop di cronaca giudiziaria, era basata su due fonti. La prima era l’indagine svolta da un ex agente del fisco, Remy Garnier, da lui condotta autonomamente e raccolta in un memoriale inviato ai suoi superiori nel 2008, che gli costò un richiamo disciplinare per aver consultato dossier senza apposita autorizzazione. La seconda, e più importante, era appunto la registrazione, ora accolta come prova dagli inquirenti. Cahuzac ha sempre negato le accuse, minacciando anche di fare causa a Mediapart per diffamazione.