L’uomo è ricco, potente e chiacchierato. Ha appena conquistato un appalto importante, l’ennesimo. Che gli consentirà di riscuotere i tributi delle amministrazioni comunali, in alternativa a Equitalia. In questi tempi di crisi che hanno scatenato un boom di insolvenze e morosità, è un lavoro duro. Ma qualcuno lo deve pur fare. Alfredo Romeo, imprenditore napoletano amico di Claudio Velardi e Italo Bocchino, vicino al gotha della Margherita quando Rosa Russo Iervolino governava Napoli, attraverso la sua ‘Romeo Gestioni’ ha vinto la gara bandita dall’Anci per individuare il partner tecnico-operativo di Anci Riscossione, la nuova società costituita costituita nel luglio scorso per offrire un supporto ai Comuni in materia di riscossioni.
Ha battuto la concorrenza di Maggioli Tributi, il consorzio Ica che si occupa prevalentemente di Tosap e Engenering Tributi. Una buona notizia per Romeo, che rimpolpa il portafoglio clienti di un gruppo che appena a novembre ha dovuto subire una perdita durissima: l’addio alla ultraventennale gestione e manutenzione del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli. Ben 30.500 immobili, per un valore che supera i due miliardi di euro, che il sindaco Luigi de Magistris ha trasferito alla municipalizzata Napoli Servizi, chiamata con i suoi scarsi mezzi a proseguire un piano di dismissioni da 600 milioni di euro in tre anni. Solo per traslocare la documentazione cartacea da una società all’altra, sono stati necessari cinque tir che hanno trasportato 150 bancali da oltre tre quintali l’uno: 350 milioni di fogli di archivio.
E dire che proprio i controversi rapporti con Romeo furono la causa della rottura tra de Magistris e due assessori protagonisti della rivoluzione arancione, l’ex pm dell’inchiesta su Cosentino, Giuseppe Narducci, e l’economista Riccardo Realfonzo. Tra la primavera e l’estate del 2012 i due si dichiararono contrari a proseguire i rapporti con l’imprenditore immobiliare. Realfonzo, in particolare, ricordò che la Corte dei conti ha accusato Romeo di aver creato 87 milioni di euro di danni al Comune nella gestione del patrimonio edilizio, sospettandolo di aver chiesto in pagamento percentuali calcolate sugli affitti accertati eppure mai riscossi. L’imprenditore però reclamava dal Comune 50 milioni di euro di debiti non pagati e sull’ipotesi di transazione avanzata da de Magistris il 27 marzo 2012 con una delibera di giunta approvata in assenza di Narducci, si aprì una delle crisi più profonde all’interno dell’amministrazione napoletana.
Alla fine de Magistris ha ‘scassato’ con tutti: Narducci, Realfonzo e Romeo. Ma la rottura con Romeo, ben più di quella degli assessori rapidamente sostituiti e dimenticati, ha sconvolto gli equilibri all’ombra del Vesuvio. Romeo è uno che conta, detiene un potere vero, indipendente dai flussi della politica. Per capirne il peso, è sufficiente ricordare un curioso episodio del luglio 2009, quando un gruppo di parcheggiatori abusivi che chiedevano di essere ‘regolarizzati’ dal Comune di Napoli fece irruzione nella hall dell’Hotel Romeo al grido: “Romeo, tu che hai potere, fai una telefonata a Palazzo San Giacomo”. “Siamo qui perché questa rappresenta una delle sedi dove vengono prese le decisioni” spiegò il leader degli abusivi, con un’allusione poco velata all’inchiesta giudiziaria a carico dell’imprenditore immobiliare.
Appena sette mesi prima infatti Romeo era finito in manette (e si fece 79 giorni di carcere) insieme a mezza giunta Iervolino nell’ambito dell’inchiesta ‘Global Service’, dal nome della delibera per la manutenzione delle strade comunali che stava per essere assegnata al gruppo Romeo e che invece rimase lettera morta. La Procura partenopea ipotizzò che il manager fosse in grado di manovrare attraverso prebende e piaceri di vario tipo alcuni assessori in cambio di appalti su misura. I pm chiesero dieci anni di condanna, ma il Tribunale lo ha assolto dalle accuse più gravi, infliggendogli soltanto due anni per un singolo episodio di corruzione relativo a un’assunzione. Nelle prossime settimane dovrebbe essere sfornata la sentenza di Appello. Il procuratore generale ha chiesto una condanna di 4 anni e 4 mesi. Romeo si dice convinto che passerà indenne anche questo vaglio, anzi uscirà completamente assolto. E nel frattempo macina fatturato: gestendo gli appartamenti di Roma capitale e dell’Inps, dopo aver curato negli scorsi anni le centinaia di chilometri di strade del comune di Roma e la Firenze-Pisa-Livorno. L’anno scorso ha pure vinto un importante e ben remunerato appalto con la Consip, la società interamente presieduta dal ministero del Tesoro che ha il compito di organizzare gli acquisti dello Stato e gestire tecnicamente e amministrativamente tutti gli immobili e gli uffici pubblici. La gara era a rischio perché le buste non erano state aperte in pubblico. Ma è stata ‘salvata’ da un emendamento Pdl-Udc al decreto sulla spending-review.
Cronaca
L’Anci affida i tributi a Romeo, condannato in primo grado a Napoli per corruzione
L'imprenditore sostituirà Equitalia nella riscossione delle tasse. Nel 2010 finì in manette insieme a mezza giunta Iervolino per l’inchiesta ‘Global Service’: per la Procura, il manager era in grado di manovrare attraverso prebende e piaceri di vario tipo alcuni assessori in cambio di appalti su misura
L’uomo è ricco, potente e chiacchierato. Ha appena conquistato un appalto importante, l’ennesimo. Che gli consentirà di riscuotere i tributi delle amministrazioni comunali, in alternativa a Equitalia. In questi tempi di crisi che hanno scatenato un boom di insolvenze e morosità, è un lavoro duro. Ma qualcuno lo deve pur fare. Alfredo Romeo, imprenditore napoletano amico di Claudio Velardi e Italo Bocchino, vicino al gotha della Margherita quando Rosa Russo Iervolino governava Napoli, attraverso la sua ‘Romeo Gestioni’ ha vinto la gara bandita dall’Anci per individuare il partner tecnico-operativo di Anci Riscossione, la nuova società costituita costituita nel luglio scorso per offrire un supporto ai Comuni in materia di riscossioni.
Ha battuto la concorrenza di Maggioli Tributi, il consorzio Ica che si occupa prevalentemente di Tosap e Engenering Tributi. Una buona notizia per Romeo, che rimpolpa il portafoglio clienti di un gruppo che appena a novembre ha dovuto subire una perdita durissima: l’addio alla ultraventennale gestione e manutenzione del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli. Ben 30.500 immobili, per un valore che supera i due miliardi di euro, che il sindaco Luigi de Magistris ha trasferito alla municipalizzata Napoli Servizi, chiamata con i suoi scarsi mezzi a proseguire un piano di dismissioni da 600 milioni di euro in tre anni. Solo per traslocare la documentazione cartacea da una società all’altra, sono stati necessari cinque tir che hanno trasportato 150 bancali da oltre tre quintali l’uno: 350 milioni di fogli di archivio.
E dire che proprio i controversi rapporti con Romeo furono la causa della rottura tra de Magistris e due assessori protagonisti della rivoluzione arancione, l’ex pm dell’inchiesta su Cosentino, Giuseppe Narducci, e l’economista Riccardo Realfonzo. Tra la primavera e l’estate del 2012 i due si dichiararono contrari a proseguire i rapporti con l’imprenditore immobiliare. Realfonzo, in particolare, ricordò che la Corte dei conti ha accusato Romeo di aver creato 87 milioni di euro di danni al Comune nella gestione del patrimonio edilizio, sospettandolo di aver chiesto in pagamento percentuali calcolate sugli affitti accertati eppure mai riscossi. L’imprenditore però reclamava dal Comune 50 milioni di euro di debiti non pagati e sull’ipotesi di transazione avanzata da de Magistris il 27 marzo 2012 con una delibera di giunta approvata in assenza di Narducci, si aprì una delle crisi più profonde all’interno dell’amministrazione napoletana.
Alla fine de Magistris ha ‘scassato’ con tutti: Narducci, Realfonzo e Romeo. Ma la rottura con Romeo, ben più di quella degli assessori rapidamente sostituiti e dimenticati, ha sconvolto gli equilibri all’ombra del Vesuvio. Romeo è uno che conta, detiene un potere vero, indipendente dai flussi della politica. Per capirne il peso, è sufficiente ricordare un curioso episodio del luglio 2009, quando un gruppo di parcheggiatori abusivi che chiedevano di essere ‘regolarizzati’ dal Comune di Napoli fece irruzione nella hall dell’Hotel Romeo al grido: “Romeo, tu che hai potere, fai una telefonata a Palazzo San Giacomo”. “Siamo qui perché questa rappresenta una delle sedi dove vengono prese le decisioni” spiegò il leader degli abusivi, con un’allusione poco velata all’inchiesta giudiziaria a carico dell’imprenditore immobiliare.
Appena sette mesi prima infatti Romeo era finito in manette (e si fece 79 giorni di carcere) insieme a mezza giunta Iervolino nell’ambito dell’inchiesta ‘Global Service’, dal nome della delibera per la manutenzione delle strade comunali che stava per essere assegnata al gruppo Romeo e che invece rimase lettera morta. La Procura partenopea ipotizzò che il manager fosse in grado di manovrare attraverso prebende e piaceri di vario tipo alcuni assessori in cambio di appalti su misura. I pm chiesero dieci anni di condanna, ma il Tribunale lo ha assolto dalle accuse più gravi, infliggendogli soltanto due anni per un singolo episodio di corruzione relativo a un’assunzione. Nelle prossime settimane dovrebbe essere sfornata la sentenza di Appello. Il procuratore generale ha chiesto una condanna di 4 anni e 4 mesi. Romeo si dice convinto che passerà indenne anche questo vaglio, anzi uscirà completamente assolto. E nel frattempo macina fatturato: gestendo gli appartamenti di Roma capitale e dell’Inps, dopo aver curato negli scorsi anni le centinaia di chilometri di strade del comune di Roma e la Firenze-Pisa-Livorno. L’anno scorso ha pure vinto un importante e ben remunerato appalto con la Consip, la società interamente presieduta dal ministero del Tesoro che ha il compito di organizzare gli acquisti dello Stato e gestire tecnicamente e amministrativamente tutti gli immobili e gli uffici pubblici. La gara era a rischio perché le buste non erano state aperte in pubblico. Ma è stata ‘salvata’ da un emendamento Pdl-Udc al decreto sulla spending-review.
Articolo Precedente
Marò, Mancini bloccato in India. Il governo italiano: “Violata convenzione di Vienna”
Articolo Successivo
Festa del papà, auguri papà
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Putin: “Non vogliamo ciò che non è nostro, ma non rinunceremo a ciò che è nostro”. Lituania fuori dal trattato su bombe a grappolo: “Temiamo la Russia”
Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".