Il mondo FQ

Christine Lagarde, perquisita la casa del numero uno del Fondo Monetario

E' accusata di un presunto abuso di potere compiuto quando era ministro dell'Economia francese: ha affidato il contenzioso tra l'uomo d'affari marsigliese Bernard Tapie e la banca di Lione a un tribunale arbitrale invece che a uno ordinario. Solo ieri si è dimesso il ministro delle Finanze per frode fiscale
Commenti

Le forze dell’ordine hanno perquisito la casa parigina di Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale, famosa per la lista contenente i nomi di celebri cittadini greci evasori consegnata da lei stessa ai governi di Grecia, Spagna, Italia e Germania e pubblicata sul sito del magazine ellenico Fimes.

La perquisizione, però, è legata all’inchiesta aperta nel 2012 su un suo presunto abuso di potere, ai tempi in cui era ministro dell’Economia e arriva all’indomani delle dimissioni di Cahuzac, fino al 19 marzo ministro delle Finanze francese, accusato di frode fiscale per un conto corrente segreto che avrebbe tenuto in Svizzera fino al 2010. Il fascicolo, a carico di ignoti, riguarda le modalità con cui è stato risolto il contenzioso tra l’uomo d’affari marsigliese Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnais (Lcl), di proprietà pubblica al tempo dei fatti contestati. Si vuole verificare se la decisione, da parte della Lagarde, di affidare la sentenza sul caso a un tribunale arbitrale e non a uno ordinario, sia stata legittima o un abuso di potere.

Il caso Tapie-Lcl riguarda la consulenza che la banca diede all’uomo d’affari per la vendita del marchio Adidas, nei primi anni Novanta, e in particolare il fatto che l’istituto prima acquistò la società da Tapie, per poi cederla di nuovo a un prezzo ben più elevato. Nel 2008 il tribunale arbitrale aveva riconosciuto a Tapie un risarcimento di 403 milioni di euro riconoscendo che Lcl aveva agito in modo scorretto.

Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano

L'amato strillone del Fatto

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione