Voglio difendere Oscar Giannino, scivolato su una buccia di banana nella recente campagna elettorale, quando venne fuori che in realtà non era laureato.

Ma non entro nel merito del personaggio politico e tanto meno delle motivazioni psicologiche del suo comportamento, che ricorda quello di Heinrich Schliemann. Il quale pure non avrebbe avuto bisogno di insistere con vanterie infondate, diventato prima ricco col commercio e poi anche celeberrimo con la scoperta di Troia e del c.d Tesoro di Priamo. Eppure lo faceva, come riferiscono concordi i suoi biografi.

Voglio difendere Giannino come giornalista, perché sono davvero irritanti le critiche provenienti dall’interno dai suoi colleghi. Il blog di Franco Abruzzo riporta interventi dove leggiamo del “discredito che ha provocato all’intera categoria”, “con Giannino perdiamo anche noi” ecc.

Ma per favore! Sui temi di cui mi occupo da decenni, cioè il risparmio e la previdenza integrativa, il normale livello del giornalismo economico italiano non è basso: è infimo.

Trabocca di titoli propagandistici, espressioni celebrative, applausi immotivati, interviste senza il minimo contradditorio a venditori scatenati a meravigliare i loro prodotti ecc. Tutta roba che finisce fotocopiata quale supporto alle vendite. Non parliamo poi degli strafalcioni numerici, sempre a senso unico cioè con rendimenti gonfiati. Nei miei libri ho riportato centinaia di esempi, scelti fra le migliaia che ho archiviato, tratti dal Sole 24 Ore, dal Corriere della Sera, dal Mondo ecc.

Sull’argomento credo poi di aver titolo per parlare anche come giornalista pubblicista, avendo collaborato dal 1984 a oggi a ben 24 testate. Ebbene, una cosa posso dire: ce ne fossero di più di giornalisti come Oscar Giannino.

Lo conobbi come responsabile di Libero Mercato, una bella pagina del giornalismo economico italiano, da cui venne estromesso nel febbraio 2009. Mai una sola volta censurò un mio articolo, per quanto potessero risultare sgraditi ai poteri bancari, assicurativi o sindacali (leggi: fondi pensione) i dati che spiattellavo. Era infatti costantemente impegnato a fornire notizie, anziché a manipolarle in ossequio alla proprietà e/o alla pubblicità. Un comportamento davvero anomalo nel giornalismo economico italiano.

Sarò più esplicito: se l’Italia avesse avuto più giornalisti come Oscar Giannino, con o senza lauree, i risparmiatori non ci avrebbero rimesso decine di miliardi di euro, come invece risulta fra l’altro dalle annuali ricerche di Mediobanca sui fondi comuni d’investimento e fondi pensione.

 

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