“Bisogna dare continuità alle nostre istituzione democratiche”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è rivolto ai giornalisti a margine della cerimonia in ricordo della strage delle Fosse Ardeatine. Quello di Napolitano non sembra un riferimento casuale, nei giorni in cui il segretario del Pd Pier Luigi Bersani sta conducendo le consultazioni per ottenere i voti necessari alla fiducia. Ma il messaggio del Colle sembra più indirizzato alle larghe intese già richiamate due giorni fa affidandogli il mandato che non al successo dell’operazione di Bersani: “Senza dubbio – ha aggiunto il presidente – in questo momento abbiamo bisogno di unità: abbiamo bisogno di unità, ma anche di pensare adesso all’interesse generale del Paese e di dare continuità alle nostre istituzioni democratiche”, ha aggiunto il capo dello Stato, poco prima di lasciare le Fosse Ardeatine.
Del resto, l’idea che il segretario del Pd debba andare verso le larghe intese sembra prendere corpo anche nel partito democratico: “Pronti a un governo di scopo con il Pdl”. La doccia fredda che smentisce il segretario Pier Luigi Bersani arriva sotto forma di intervista. E a parlare è il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio. Non una persona qualsiasi, Delrio è renziano doc e presidente dell’Anci. Insomma, attorno al segretario gli avversari interni scavano un fossato, e Bersani sa che se dovesse fallire il suo tentativo la strada non potrà che passare da lì. “Se il Capo dello Stato chiede un governo istituzionale del Presidente, Pd e Pdl non possono fare i capricci”. Delrio, in una intervista a Repubblica, lo dice esplicitamente: se il segretario dovesse fallire la strada diventerebbe obbligata: “Serve un governo di scopo che duri cinque, sei o sette mesi, per approvare tre o quattro punti fondamentali”. Altro che voto, quindi, come il segretario sembra fare intendere: l’inciucio diventerebbe necessario.
“Non avrebbe un orizzonte di legislatura – spiega Delrio sul possibile accordo con il Pdl di Silvio Berlusconi – la nostra posizione è coerente: non possiamo siglare alleanze organiche con il Pdl dopo una campagna elettorale finita 15 giorni fa. Non penso a una larga coalizione organica sul modello tedesco, non c’è il clima né ci sono i personaggi”. Per Delrio, in ogni caso, “non ci devono essere elezioni a tutti i costi. Se la richiesta arriva dal Colle, si può fare un governo del Presidente di cinque, sei o sette mesi per il bene del Paese”. Anche con la Lega? “Se c’è una proposta – replica Delrio – ognuno è chiamato a contribuire con senso di responsabilità”.
Intervistato anche dal Quotidiano nazionale, Delrio spiega che questo esecutivo dovrebbe essere “guidato da una personalità terza, senza leader politici, ma sostenuto in parlamento sia da Bersani, sia da Berlusconi, sia da Monti”. Se si tornasse al voto, “Matteo Renzi sarebbe una risorsa importante, ha un forte consenso nel Paese ed è un ottimo amministratore. Deciderà il Pd, ma sarebbe un peccato sprecarlo. Mi pare – aggiunge – che nel partito il clima sia molto cambiato. Ora tutti dicono che il Pd deve rinnovarsi e il percorso di lealtà e di serietà intrapreso da Matteo fa sì che nessuno lo percepisca più come un corpo estraneo”. In ogni caso, assicura, Renzi vuole “riaffermarsi tramite le primarie”.
Per un Delrio che spinge verso il centrodestra c’è invece Nichi Vendola che continua a puntare verso il movimente 5 stelle, apparentemente più vicino a Sel dopo la ‘visita’ di ieri ai cantieri Tav dei deputati dell’una e dell’altra forza politica. “Ma come si può immaginare di fare un governo insieme a quel personaggio che mentre stiamo parlando urla in piazza del Popolo? Con lui e con i suoi che assediano i tribunali?”, ha detto il governatore alla Stampa: “Io guardo al Movimento 5 stelle, con cui non si può fare un discorso di alleanze strategiche ma ci si può incontrare su singoli punti programmatici. Ho visto – dice Vendola – qual era il sentimento dei grillini quando alla Camera ha parlato la presidente Laura Boldrini, era lo stesso che aleggiava sui banchi del centrosinistra e in tanta parte dell’Italia. Bersani sta giustamente giocando con questo schema. E solo così possiamo sperare di vincere una partita difficilissima che innanzitutto riguarda il destino del nostro Paese”.
“Noi amministratori locali – aggiunge lanciando un appello al M5s – abbiamo ormai tutti i giorni persone che vengono letteralmente a piangere perché hanno perso il lavoro o perché devono chiudere la loro azienda. E allora dico, e lo dico proprio ai grillini, che non possiamo lasciare che tutto vada in malora mentre ci buttiamo in un’altra, estenuante, campagna elettorale. Non so cosa potrebbe chiedere Berlusconi, e neanche mi interessa – aggiunge poi Vendola su un possibile governo sostenuto anche dal Pdl – quanto alla Lega, è noto come io la pensi. Tuttavia c’è una questione che dobbiamo affrontare perché è giusta e non certo come scambio politico con i leghisti. Ed è il federalismo: bisogna assolutamente trasformare il Senato in Camera delle Regioni”.