La scelta a sorpresa di Giorgio Napolitano ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo politico. In un primo momento, quasi tutti hanno salutato con favore la decisione del presidente della Repubblica di voler istituire una sorta di “bicamerale ghiacciata” per traghettare il Paese fuori dall’impasse in cui era caduto e rischiava di rimanere. Col passare delle ore e, soprattutto, con l’ufficializzazione dei nomi dei “saggi”, lo scetticismo è cresciuto. Specie in casa 5 Stelle.
M5S: “Non servono badanti della democrazia”
Beppe Grillo boccia i nomi scelti da Napolitano. “Il Paese – si legge in un post non firmato sul suo blog – non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell’inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di ‘badanti della democrazia’, ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta”. Una presa di posizione che se da un lato critica il presidente della Repubblica, dall’altro gli dà atto di avere “confermato ieri le nostre posizioni su Parlamento e Governo. In sostanza ha affermato che un governo (mai sfiduciato…) è in carica, sebbene limitato agli affari correnti, e sta operando in collaborazione con il Parlamento, anzi solo previo consenso del Parlamento”. Del resto questa è stato l’aspetto su cui ieri si sono concentrati i primi commenti compiaciuti del Movimento 5 Stelle. “Le parole di Napolitano sembrano suggerire che è possibile una via d’uscita”, ha dichiarato il consulente Claudio Messora. “A chi sosteneva che le nostre teorie erano campate in aria, Napolitano ha dato una risposta autorevole”, ha aggiunto il capogruppo Vito Crimi, facendo riferimento a una sorta di ‘prorogatio’ concessa al governo Monti. Lo stesso Crimi, però, non ha poche ore dopo la propria delusione nel commentare su Facebook i componenti della lista dei ‘saggi’: “Avrei difficoltà a sedermi a un tavolo con queste persone immaginandole come saggi facilitatori”. D’altra parte, nei dieci non ci sono esponenti dei 5 Stelle (“E meno male, direi”, ha aggiunto polemico Crimi) e i componenti delle nuove commissioni sono chiare espressioni di quella “vecchia politica” che il Movimento ha sempre combattuto.
Pdl: “Tempi brevi, serve un nuovo governo politico”
Il “modello olandese” non sembra accontentare in toto neppure il Pdl: Angelino Alfano dice di apprezzare la proposta di Napolitano, ma sottolinea che la priorità del partito era ed è quella di un governo politico di larghe intese. In alternativa, meglio tornare al voto. Il segretario scarica le responsabilità sul Pd, definendo la situazione il risultato di “un’ulteriore prova della mancanza di visione e di sensibilità all’interesse nazionale di Bersani, del suo partito e dei suoi alleati”. Per il Popolo della libertà, in ogni caso, i tempi della ricognizione dovranno essere brevi. Lo ribadisce Maurizio Lupi, secondo il quale “L’Italia non può permettersi un governo debole, di tecnici, che non abbia la forza di governare” e per spiegarsi meglio ricorre a una metafora calcistica: “A fare troppa melina si rischia di prendere 4 gol come il Milan a Barcellona”. A sottolineare la necessità della formazione di un governo politico in tempi brevi ci pensa anche Fabrizio Cicchitto, che ai saggi dà “una decina di giorni di tempo” per fornire al Paese “un prodotto finito”, in vista di un nuovo esecutivo.
Pd: “Siamo pronti a seguire il percorso indicato da Napolitano”
Chi esce nettamente sconfitto da questa fase politica è Pier Luigi Bersani. Eppure, il leader del Pd, dice che il partito è “pronto ad accompagnare il percorso indicato dal presidente”. “Si tratta ora di lavorare nei prossimi giorni per individuare i punti essenziali di una possibile soluzione di governo”, aggiunge Paolo Gentiloni. Ma nel partito c’è chi sottolinea – più o meno velatamente – le responsabilità del segretario. “Larghe intese per via istituzionale. Vorrei chiedere a chi le ha impedite per via politica se è soddisfatto”, twitta Antonello Giacomelli, braccio destro di Franceschini. “Le parole Napolitano – dice Salvatore Margiotta, anch’egli di area Franceschini – aprono oggettivamente una nuova fase. Il Pd deve saperla interpretare. Se possibile unitariamente. Altrimenti, meglio chiarezza”. La Direzione della prossima settimana si annuncia infuocata: Bersani, al di là delle dichiarazioni di facciata, è preoccupato. Il segretario non sarebbe stato consultato sui nomi dei saggi, nemmeno su quello di Luciano Violante, e l’ala del partito vicina al leader si affretta a precisare che la situazione attuale non è un anticipo di un possibile governo di larghe intese con il Pdl. La partita ora si gioca sull’elezione del nuovo capo dello Stato: “Vediamo se il nuovo inquilino del Colle sarà in grado di rompere le difficoltà”, fanno sapere dalla segreteria del partito. Renzi, intanto, scalda i muscoli ad “Amici”.
Politica
La scelta di Napolitano: il Pd ci sta, il M5S no e per il Pdl servono “tempi brevi”
Grillo: "Non abbiamo bisogno di badanti della democrazia". Bersani è preoccupato, ma dichiara di essere "pronto a seguire il percorso indicato dal capo dello Stato". Alfano incalza: "La priorità è un governo politico, altrimenti meglio il voto"
La scelta a sorpresa di Giorgio Napolitano ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo politico. In un primo momento, quasi tutti hanno salutato con favore la decisione del presidente della Repubblica di voler istituire una sorta di “bicamerale ghiacciata” per traghettare il Paese fuori dall’impasse in cui era caduto e rischiava di rimanere. Col passare delle ore e, soprattutto, con l’ufficializzazione dei nomi dei “saggi”, lo scetticismo è cresciuto. Specie in casa 5 Stelle.
M5S: “Non servono badanti della democrazia”
Beppe Grillo boccia i nomi scelti da Napolitano. “Il Paese – si legge in un post non firmato sul suo blog – non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell’inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di ‘badanti della democrazia’, ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta”. Una presa di posizione che se da un lato critica il presidente della Repubblica, dall’altro gli dà atto di avere “confermato ieri le nostre posizioni su Parlamento e Governo. In sostanza ha affermato che un governo (mai sfiduciato…) è in carica, sebbene limitato agli affari correnti, e sta operando in collaborazione con il Parlamento, anzi solo previo consenso del Parlamento”. Del resto questa è stato l’aspetto su cui ieri si sono concentrati i primi commenti compiaciuti del Movimento 5 Stelle. “Le parole di Napolitano sembrano suggerire che è possibile una via d’uscita”, ha dichiarato il consulente Claudio Messora. “A chi sosteneva che le nostre teorie erano campate in aria, Napolitano ha dato una risposta autorevole”, ha aggiunto il capogruppo Vito Crimi, facendo riferimento a una sorta di ‘prorogatio’ concessa al governo Monti. Lo stesso Crimi, però, non ha poche ore dopo la propria delusione nel commentare su Facebook i componenti della lista dei ‘saggi’: “Avrei difficoltà a sedermi a un tavolo con queste persone immaginandole come saggi facilitatori”. D’altra parte, nei dieci non ci sono esponenti dei 5 Stelle (“E meno male, direi”, ha aggiunto polemico Crimi) e i componenti delle nuove commissioni sono chiare espressioni di quella “vecchia politica” che il Movimento ha sempre combattuto.
Pdl: “Tempi brevi, serve un nuovo governo politico”
Il “modello olandese” non sembra accontentare in toto neppure il Pdl: Angelino Alfano dice di apprezzare la proposta di Napolitano, ma sottolinea che la priorità del partito era ed è quella di un governo politico di larghe intese. In alternativa, meglio tornare al voto. Il segretario scarica le responsabilità sul Pd, definendo la situazione il risultato di “un’ulteriore prova della mancanza di visione e di sensibilità all’interesse nazionale di Bersani, del suo partito e dei suoi alleati”. Per il Popolo della libertà, in ogni caso, i tempi della ricognizione dovranno essere brevi. Lo ribadisce Maurizio Lupi, secondo il quale “L’Italia non può permettersi un governo debole, di tecnici, che non abbia la forza di governare” e per spiegarsi meglio ricorre a una metafora calcistica: “A fare troppa melina si rischia di prendere 4 gol come il Milan a Barcellona”. A sottolineare la necessità della formazione di un governo politico in tempi brevi ci pensa anche Fabrizio Cicchitto, che ai saggi dà “una decina di giorni di tempo” per fornire al Paese “un prodotto finito”, in vista di un nuovo esecutivo.
Pd: “Siamo pronti a seguire il percorso indicato da Napolitano”
Chi esce nettamente sconfitto da questa fase politica è Pier Luigi Bersani. Eppure, il leader del Pd, dice che il partito è “pronto ad accompagnare il percorso indicato dal presidente”. “Si tratta ora di lavorare nei prossimi giorni per individuare i punti essenziali di una possibile soluzione di governo”, aggiunge Paolo Gentiloni. Ma nel partito c’è chi sottolinea – più o meno velatamente – le responsabilità del segretario. “Larghe intese per via istituzionale. Vorrei chiedere a chi le ha impedite per via politica se è soddisfatto”, twitta Antonello Giacomelli, braccio destro di Franceschini. “Le parole Napolitano – dice Salvatore Margiotta, anch’egli di area Franceschini – aprono oggettivamente una nuova fase. Il Pd deve saperla interpretare. Se possibile unitariamente. Altrimenti, meglio chiarezza”. La Direzione della prossima settimana si annuncia infuocata: Bersani, al di là delle dichiarazioni di facciata, è preoccupato. Il segretario non sarebbe stato consultato sui nomi dei saggi, nemmeno su quello di Luciano Violante, e l’ala del partito vicina al leader si affretta a precisare che la situazione attuale non è un anticipo di un possibile governo di larghe intese con il Pdl. La partita ora si gioca sull’elezione del nuovo capo dello Stato: “Vediamo se il nuovo inquilino del Colle sarà in grado di rompere le difficoltà”, fanno sapere dalla segreteria del partito. Renzi, intanto, scalda i muscoli ad “Amici”.
C'era una volta la Sinistra
di Antonio Padellaro e Silvia Truzzi 12€ AcquistaArticolo Precedente
M5S, Bersani e Napolitano. Buona Pasqua?
Articolo Successivo
I saggi di Napolitano a sigillo di un pessimo settennato
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Giustizia & Impunità
Albania, la Corte non convalida: liberi i 43 migranti. Opposizioni: ‘Fallimento di Meloni’. Da destra riparte l’attacco ai giudici: ‘Si sostituiscono al governo’
Politica
Almasri, ora la maggioranza vuole eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. M5s e Pd: “Così pm sotto il governo e politici impuniti”
FQ Magazine
Vespa scatenato difende il governo: “Ogni Stato fa cose sporchissime”. Opposizioni: “Superato il limite”
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.