Pronti a nuove provocazioni o al confronto? A Nord e Sud del 38° parallelo le idee sembrano confuse. Pyongyang punterebbe a sbloccare la situazione di stallo nel dialogo internazionale sulle sue ambizioni nucleari sollecitando gli Stati Uniti a mettere in campo un inviato speciale, la Cina e la Russia ad assumere un ruolo di mediazione e la Corea del Sud a riaprire un dialogo diretto con abbandonando la linea dura. Almeno queste sono le valutazioni riportate dall’agenzia Yonhap e fatte da Kim Jang-soo, capo del Servizio di sicurezza nazionale, nel corso di una riunione tenuta all’Ufficio presidenziale. Ma la stessa agenzia di stampa scrive che la Corea del Nord potrebbe effettuare provocazioni aggiuntive, tra cui il temuto lancio di missili, intorno a metà settimana; a quel 10 aprile che è la scadenza indicata alle ambasciate straniere insieme all’invito a evacuare, perché non in grado dopo quella data di garantire la sicurezza del personale diplomatico in caso di conflitto. In questo caso l’agenzia Yonhap cita il portavoce dell’Ufficio presidenziale sudcoreano, Kim Haing, precisando che al momento non ci sono però “segnali specifici”.
Kim, in particolare, ha riferito le valutazioni fatte nel corso di una riunione tenuta all’Ufficio presidenziale da Kim Jang-soo, capo del Servizio di sicurezza nazionale, secondo cui “ci stiamo preparando per questo tipo di scenario, lasciando aperta ogni possibilità”. Inoltre, “non ci sono al momento segnali di una guerra su vasta scala, ma il Nord dovrebbe prepararsi per rappresaglia in caso di qualsiasi conflitto locale”. La recente ondata di minacce promossa dalla Corea del Nord ha lo scopo di spingere la presidente sudcoreana Park Geun-Hye, insediatasi a febbraio, ad allentare la politica dura verso il Nord, facendo leva sui timori della sicurezza a rischio, sempre secondo i giudizi di Kim. Tuttavia, “i sudcoreani non sono soliti farsi ingannare dal Nord, affrontando con misura tutte le minacce”.
“Dobbiamo mantenere la calma, anche se è giusto essere preoccupati per errori di calcolo da parte del regime nordcoreano” fa sapere il ministro degli esteri britannico William Hague in una intervista alla Bbc in cui ha definito “retorica paranoica” le minacce in arrivo da Pyongyang, un regime che giustifica la militarizzazione del paese “moltiplicando” le minacce esterne. Così, la Gran Bretagna “non vede nessuna necessità immediata di rispondere (all’avvertimento della Corea del Nord alle ambasciate straniere, ndr) rimpatriando i nostri diplomatici”, ha aggiunto. Anche se “insieme ai nostri alleati e partner internazionale” continueremo a valutare la situazione.
E’ ”inaccettabile” che la Corea del nord ponga un “termine ultimo” oltre il quale non può più essere garantita la sicurezza delle ambasciate ha detto invece il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, ricordando che Pyongyang deve assicurare la sicurezza delle sedi diplomatiche sul suo suolo. Il ministro ”ha ribadito che qualunque termine ultimo oltre il quale la Corea del Nord non sarà più in grado d’assicurare la sicurezza delle ambasciate è inaccettabile”.
Il Giappone fa sapere che abbatterrà i missili balistici qualora la Corea del Nord decida di lanciarli. L’agenzia Kyodo cita fonti del governo secondo cui il ministro della Difesa, Itsunori Onodera, ha ordinato alle forze di autodifesa nipponiche di “neutralizzare” qualsiasi vettore possa costituire un pericolo per il Paese. Un altro dato certo è l’irritazione della Cina che già nei giorni scorsi aveva lanciato messaggi univoci. ”Il governo cinese ha chiesto alla Corea del Nord di garantire immediatamente la sicurezza dei diplomatici cinesi, conformemente alla convenzione di Vienna, al diritto e alle pratiche internazionali” si legge in una nota del portavoce del ministro degli esteri Hong Lei. E per la prima volta parla anche il presidente: ”Nessun paese dovrebbe essere autorizzato a far precipitare nel caos una regione e a maggior ragione il mondo intero, per egoismo” ha detto Xi Jinping, intervenendo al Forum economico annuale di Boao, anche se senza fare esplicito riferimento alla situazione nordcoreana. “Dobbiamo agire insieme per risolvere le difficoltà e garantire la stabilità dell’Asia”, ha concluso, invitando la comunità internazionale ad avere una “visione comune e cooperativa per difendere la sicurezza globale”.
ntanto a causa delle crescenti tensioni Iil Pentagono ha deciso di rinviare un test balistico per i missili intercontinentali Minuteman 3 che doveva aver luogo la settimana prossima in California, per non dar luogo ad equivoci con Pyongyang. Fonti della Difes aUsa fanno sapere che il test era in programma da tempo e non ha alcun collegamento con la situazione nella penisola coreana, ma il capo del Pentagono Chuck Hagel ha ritenuto opportuno rinviarlo comunque, probabilmente a maggio.
Un portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) ha confermato che la Svizzera ha proposto alla Corea del Nord di ospitare negoziati per disinnescare la tensione lungo il trentottesimo parallelo.
Mondo
Corea del nord, 10 aprile scade ultimatum ad ambasciate. Berlino: “Inaccettabile”
Pronti a nuove provocazioni o al confronto? A Nord e Sud del 38° parallelo le idee sembrano confuse. Ma il presidente cinese Xi Jinping: "Nessun paese dovrebbe essere autorizzato a far precipitare nel caos una regione e a maggior ragione il mondo intero, per egoismo". Il Giappone: "Abbatteremo i missili"
Pronti a nuove provocazioni o al confronto? A Nord e Sud del 38° parallelo le idee sembrano confuse. Pyongyang punterebbe a sbloccare la situazione di stallo nel dialogo internazionale sulle sue ambizioni nucleari sollecitando gli Stati Uniti a mettere in campo un inviato speciale, la Cina e la Russia ad assumere un ruolo di mediazione e la Corea del Sud a riaprire un dialogo diretto con abbandonando la linea dura. Almeno queste sono le valutazioni riportate dall’agenzia Yonhap e fatte da Kim Jang-soo, capo del Servizio di sicurezza nazionale, nel corso di una riunione tenuta all’Ufficio presidenziale. Ma la stessa agenzia di stampa scrive che la Corea del Nord potrebbe effettuare provocazioni aggiuntive, tra cui il temuto lancio di missili, intorno a metà settimana; a quel 10 aprile che è la scadenza indicata alle ambasciate straniere insieme all’invito a evacuare, perché non in grado dopo quella data di garantire la sicurezza del personale diplomatico in caso di conflitto. In questo caso l’agenzia Yonhap cita il portavoce dell’Ufficio presidenziale sudcoreano, Kim Haing, precisando che al momento non ci sono però “segnali specifici”.
Kim, in particolare, ha riferito le valutazioni fatte nel corso di una riunione tenuta all’Ufficio presidenziale da Kim Jang-soo, capo del Servizio di sicurezza nazionale, secondo cui “ci stiamo preparando per questo tipo di scenario, lasciando aperta ogni possibilità”. Inoltre, “non ci sono al momento segnali di una guerra su vasta scala, ma il Nord dovrebbe prepararsi per rappresaglia in caso di qualsiasi conflitto locale”. La recente ondata di minacce promossa dalla Corea del Nord ha lo scopo di spingere la presidente sudcoreana Park Geun-Hye, insediatasi a febbraio, ad allentare la politica dura verso il Nord, facendo leva sui timori della sicurezza a rischio, sempre secondo i giudizi di Kim. Tuttavia, “i sudcoreani non sono soliti farsi ingannare dal Nord, affrontando con misura tutte le minacce”.
“Dobbiamo mantenere la calma, anche se è giusto essere preoccupati per errori di calcolo da parte del regime nordcoreano” fa sapere il ministro degli esteri britannico William Hague in una intervista alla Bbc in cui ha definito “retorica paranoica” le minacce in arrivo da Pyongyang, un regime che giustifica la militarizzazione del paese “moltiplicando” le minacce esterne. Così, la Gran Bretagna “non vede nessuna necessità immediata di rispondere (all’avvertimento della Corea del Nord alle ambasciate straniere, ndr) rimpatriando i nostri diplomatici”, ha aggiunto. Anche se “insieme ai nostri alleati e partner internazionale” continueremo a valutare la situazione.
E’ ”inaccettabile” che la Corea del nord ponga un “termine ultimo” oltre il quale non può più essere garantita la sicurezza delle ambasciate ha detto invece il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, ricordando che Pyongyang deve assicurare la sicurezza delle sedi diplomatiche sul suo suolo. Il ministro ”ha ribadito che qualunque termine ultimo oltre il quale la Corea del Nord non sarà più in grado d’assicurare la sicurezza delle ambasciate è inaccettabile”.
Il Giappone fa sapere che abbatterrà i missili balistici qualora la Corea del Nord decida di lanciarli. L’agenzia Kyodo cita fonti del governo secondo cui il ministro della Difesa, Itsunori Onodera, ha ordinato alle forze di autodifesa nipponiche di “neutralizzare” qualsiasi vettore possa costituire un pericolo per il Paese. Un altro dato certo è l’irritazione della Cina che già nei giorni scorsi aveva lanciato messaggi univoci. ”Il governo cinese ha chiesto alla Corea del Nord di garantire immediatamente la sicurezza dei diplomatici cinesi, conformemente alla convenzione di Vienna, al diritto e alle pratiche internazionali” si legge in una nota del portavoce del ministro degli esteri Hong Lei. E per la prima volta parla anche il presidente: ”Nessun paese dovrebbe essere autorizzato a far precipitare nel caos una regione e a maggior ragione il mondo intero, per egoismo” ha detto Xi Jinping, intervenendo al Forum economico annuale di Boao, anche se senza fare esplicito riferimento alla situazione nordcoreana. “Dobbiamo agire insieme per risolvere le difficoltà e garantire la stabilità dell’Asia”, ha concluso, invitando la comunità internazionale ad avere una “visione comune e cooperativa per difendere la sicurezza globale”.
ntanto a causa delle crescenti tensioni Iil Pentagono ha deciso di rinviare un test balistico per i missili intercontinentali Minuteman 3 che doveva aver luogo la settimana prossima in California, per non dar luogo ad equivoci con Pyongyang. Fonti della Difes aUsa fanno sapere che il test era in programma da tempo e non ha alcun collegamento con la situazione nella penisola coreana, ma il capo del Pentagono Chuck Hagel ha ritenuto opportuno rinviarlo comunque, probabilmente a maggio.
Un portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) ha confermato che la Svizzera ha proposto alla Corea del Nord di ospitare negoziati per disinnescare la tensione lungo il trentottesimo parallelo.
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Roma, 18 mr. (Adnkronos) - "Le affermazioni degli indagati nel procedimento Equalize che mi riguardano sono destituite di ogni fondamento. Non ho mai conosciuto, neanche indirettamente, gli appartenenti alla società Equalize. Conosco l’ingegner Sbraccia da oltre 20 anni, con il quale ho un rapporto di cordialità che non ha mai riguardato l’esercizio delle mie funzioni pubbliche di Commissario alla ricostruzione e di vice presidente del CSM, incarico peraltro cessato da quasi sette anni. Le società a lui collegate non hanno mai lavorato nelle ricostruzioni di cui mi sono occupato. Essendo totalmente estraneo alle vicende oggetto di indagine, non appena potrò visionare gli atti proporrò querela al fine di tutelare la mia reputazione". Lo dichiara, in una nota, il Commissario Straordinario alla Ricostruzione sull’isola di Ischia, Giovanni Legnini, in merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "La scelta di Israele, avallata da Trump, di riprendere i bombardamenti su una Gaza già martoriata e’ ingiusta e immorale. Considero la struttura di Hamas un legittimo obiettivo militare, ma questo scempio sui civili non è indegno. L’Europa deve intervenire". Lo scrive Carlo Calenda sui social.
(Adnkronos) - L'arresto di Gregorini, alias 'Dollarino', nasce dalla collaborazione tra la polizia colombiana e i carabinieri di Milano che hanno avviato le attività di localizzazione del latitante. Arrivato in Colombia il 2 febbraio scorso proveniente da Panama, è stato rintracciato in un appartamento da lui affittato. L'arrestato è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria colombiana, in attesa dell’avvio delle procedure estradizionali. È stato inoltre disposto il sequestro degli apparati elettronici in suo possesso per ulteriori approfondimenti investigativi.
"L’arresto di Gregorini - si legge nella nota firmata dal procuratore di Milano Marcello Viola - rappresenta un successo strategico nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale, confermando l’efficacia della cooperazione internazionale tra forze di polizia nel contrasto ai latitanti di rilievo".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Per scrivere la risoluzione del Pd abbiamo lavorato su tre assi fondamentali. Siamo partiti dalle scelte, anche mancate, della maggioranza. Perché ebbene non dimenticarlo mai, la politica estera e di difesa di un Paese non la fa l’opposizione ma la maggioranza di Governo. L’opposizione vigila, controlla, contropropone ma non decide la politica estera di un governo. Per tenere insieme Lega, Fdi e FI hanno deciso di non affrontare i temi rilevanti. Per non dividersi restano fermi. Come succede ormai da più di due anni. E questo avviene perché la maggioranza è divisa sulla politica estera e sull’Europa, come ha dimostrato il voto a Strasburgo perché sul tema la pensa in tre modi diversi". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia aprendo l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Pd.
"Abbiamo poi lavorato sugli impegni per la costruzione di una Europa soggetto politico, l’Europa federale. E la politica di difesa comune e’ un pilastro di questo nostro impegno così come le battaglie politiche sul debito comune e sulla stessa politica estera comune. Anche per questo nel nostro testo abbiamo ribadito la nostra critica radicale al Rearm Ue.
"Poi abbiamo ribadito, come sempre abbiamo fatto nei passaggi parlamentari scorsi, la nostra posizione a sostegno dell’Ucraina, mentre anche su questo anche il governo è diviso. Abbiamo ribadito che quanto sta avvenendo a Gaza è terrificante, gravissimo e inaccettabile sul piano politico per tutta Europa e serve una reazione immediata per imporre il cessate il fuoco. Sul versante economico i focus della nostra risoluzione riguardano il tema della competitività, del bilancio comune per il quale chiediamo il raddoppio, delle risorse, dei dazi usa sui quali si risponde in maniera unitaria in Europa valutando l’intervento anche sui servizi Usa così come sulle proprietà intellettuali e le big tech, tutte questioni su cui ci sono molte opacità e silenzi da parte del governo”.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Finalmente Meloni torna in Parlamento dopo 3 mesi. È l’occasione per chiedere conto di tutte le negligenze ed errori del governo e scoperchiare contraddizioni e spaccature interne". Lo ha detto la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, nel corso dell'assemblea congiunta dei parlamentari dem a Montecitorio.
"Spetta a noi una reazione forte che metta in evidenza tutti i loro fallimenti. All’ordine del giorno del Consiglio e della nostra risoluzione ci sono tutti temi di drammatica rilevanza anche per le evoluzioni in corso e in un contesto trasformato negli ultimi mesi dall’ insediamento di Trump ai nuovo rapporti con la Russia, da Gaza alla guerra a colpi di dazi".
"La risoluzione impegna il governo italiano a assumere posizione dopo un’assenza pericoloso di iniziativa diplomatica e di gestione politica. Chiediamo un ruolo forte dell’Europa unita su tutti questi fronti, anche a favore della costruzione di una vera difesa comune europea e contraria al riarmo dei singoli stati".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Non possiamo permetterci che riparta il massacro a Gaza di cui Italia e Europa sono spettatori da mesi. Mentre venivano trucidati decine di migliaia di palestinesi, il governo italiano era impegnato a proteggere Netanyahu e a stringere le mani a lui e al suo Governo criminale". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"A livello europeo è mancata una presa di posizione forte con misure concrete quali embargo sulle armi e sanzioni a Israele. Adesso è ripartito il massacro che coinvolge, ancora una volta, donne e bambini. Un solerte funzionario israeliano ha dichiarato che quest’ultimo raid ha una funzione 'preventiva' perché c'erano 'movimenti insoliti' a Gaza".
"Ma in tutto questo come si colloca l’Europa dei diritti, che si vanta costantemente della sua 'superiore' civiltà giuridica? L'Europa che abbiamo in mente noi non si gira dall'altra parte. Questa persistente indifferenza ha macchiato la nostra storia. Ora basta!".
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - E' stato arrestato a Cartagena de Indias, in Colombia, il latitante Emanuele Gregorini, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'inchiesta 'Hydra' della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano, ritenuto "uno degli esponenti di spicco del sodalizio mafioso quale referente della componente camorrista del cosiddetto sistema mafioso lombardo. Nel corso delle investigazioni - si legge in una nota della Procura - sono emersi collegamenti diretti con soggetti legati alla 'ndrangheta".