Destinare l‘1 per cento dell’utile netto delle imprese a progetti di solidarietà sul territorio. Diego Della Valle, patron della Tod’s, annuncia di voler sostenere in questo modo le famiglie e i giovani colpiti dalla crisi sul proprio territorio, e ha invitato gli altri imprenditori e le banche italiane a fare altrettanto. “Un modo – ha sostenuto Della Valle – per mettere in circolazione cifre enormi, pari a centinaia di milioni di euro che possono essere messi subito a disposizione, per sostenere le famiglie e far ripartire l’economia reale del Paese ed evitare lungaggini dovute anche allo stallo politico che sta vivendo il Paese”.
E spiega come la sua azienda affronterà l’iniziativa, a cui “verrà destinato un componente del consiglio di amministrazione“. Della Valle segna obiettivi precisi, indicando come linee prioritarie d’intervento “il mondo dell’infanzia, dei vecchi e quello dei giovani che entrano nel mondo del lavoro“. Secondo l’imprenditore questo è un progetto “non utopico ma realizzabile che già dalla prossima settimana inizieremo ad attuare. Significherebbe fare una finanziaria a modo nostro”. L’impegno degli imprenditori è definito “doveroso” perché “la disperazione vera ha bisogno di avere un pò di conforto”.
Della Valle lancia quindi l’ennesima stoccata. Alla classe politica italiana, colpevole di “grande irresponsabilità. Dopo 40 giorni discutono solo di come salvare le loro sedie. E dall’estero ci guardano”. La condanna dei politici italiani, incapaci, secondo il patron della Fiorentina, di non riuscire a dare un esecutivo stabile all’Italia, fa aumentare i rumors su un suo sostegno economico a Matteo Renzi, che proprio nei giorni scorsi, quasi con le stesse parole, aveva lanciato un appello sulla necessità di fare presto con la composizione del governo.
Il sindaco di Firenze sembra sempre più vicino alla scissione con il Partito Democratico e, in caso di rottura il numero uno della Tod’s, molto vicino a Renzi, potrebbe essere ben felice di metter mano al portafogli per sostenere un progetto nato nelle ‘officine’ renziane.