L’ipotesi, ieri, era che il Pdl puntasse su Luciano Violante, ex magistrato, ex presidente della commissione antimafia e “saggio” tra i dieci indicati da Napolitano. E oggi Silvio Berlusconi,in un’intervista a Repubblica, conferma di essere pronto a votare un democratico al Colle. La controparte, naturalmente, dovrebbe essere un accordo sull’esecutivo, un governo di larghe intese su cui il Popolo della Libertà punta da subito dopo il risultato elettorale. Il leader del Pdl smentisce anche che sul tavolo delle contrattazioni ci sia anche un’amnistia che lo proteggerebbe dalle conseguenze dei suoi processi. Il giudizio di secondo grado per la vicenda diritti tv Mediaset è a un passo dal verdetto, che se fosse confermato significherebbe per l’ex premier non la galera (la pena in primo grado è stata 4 anni di cui tre indultati, ndr) ma l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e la conseguente ineleggibilità.

Un democratico al Quirinale in cambio delle larghe intese. Dell’ipotesi di un democratico come successore di Giorgio Napolitano “siamo sicuramente pronti a discuterne, ma quando abbiamo parlato con il segretario – lo devo precisare – non è stato fatto alcun nome” dice Berlusconi. “Ci hanno detto che ci presenteranno una rosa – ha proseguito – quando lo faranno allora decideremo”. Ma “se concordiamo una strada per il Quirinale, anche sull’altro lato dobbiamo trovare un raccordo in un esecutivo di larghe intese, con ministri scelti insieme. Altrimenti niente. Un governo ballerino, sostenuto da qualche gruppetto non avrebbe la forza di assumere i provvedimenti di cui il Paese ha bisogno per salvare l’economia e per trattare in Europa”. Se invece “si va appresso ai grillini…povero Paese”. Sui possibili nomi di profilo democratico, Finocchiaro Amatao Marini o Grasso, il leader del Pdl ribadisce che è in attesa di una “rosa di nomi” e non esprime preferenze. Per Berlusconi “la situazione è drammatica” e “l’economia è a pezzi” e se “invece si va appresso ai grillini… Povero Paese avete visto che fanno in Parlamento? Come fanno a lavorare le Camere. Tremendo”. Ma il fatto che il Movimento Cinque Stelle abbia preso il 25% dei voti è “sconfortante, hanno votato un ex comico senza conoscere nessuno di quelli che hanno portato in Parlamento”.

“Mai sentito parlare di amnistia. A questi patti non credo più”. “Un’amnistia Non ne ho mai sentito parlare. Io, ormai, a questi patti non credo più. Il mio giudice a Berlino è la Corte di Cassazione che mi ha sempre assolto”. L’idea del “salvacondotto”, di uno strumento – o meglio di uno stratagemma – per chiudere con un colpo di spugna i processi di Silvio Berlusconi, è stata spesso affiancata alla trattativa in corso per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica e per la formazione del governo.  Quella possibilità che il centrodestra avrebbe giocato nella fase finale e a meno di una settimana dall’elezione del nuovo capo dello Stato. Un vero e proprio “scambio” per chiudere l’accordo: archiviare i guai giudiziari del Cavaliere e far partire la nuova legislatura. “Ma io è la prima volta che ne sento parlare. È un’ipotesi di cui non ho mai discusso con nessuno. E poi io in queste settimane ho solo incontrato Bersani tra gli uomini della sinistra. In quella riunione abbiamo ragionato su quel sta succedendo in questo Paese, sicuramente del Quirinale. E basta”. Il Cavaliere pensa anche cheil prvvedimento che di fatto cancella i reati non sarebbe accettato dagli italiani: “Guardi, l’amnistia è indigesta a tutti. La gente non sarebbe d’accordo. Sarebbe un modo per far arrabbiare ancora di più i cittadini”. Senza contare che lo storico e tratti bizzoso alleato, la Lega, non accetterebbe mai: “I leghisti sono fermamente contrari a qualsiasi tipo di amnistia, indulto et cetera…”.

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