“Fatti gravissimi, suscettibili di essere valutati, oltre che dal punto di vista della violazione del Codice privacy, anche da quello penale”. Antonello Soro, presidente del Garante per la Privacy condanna l‘intrusione nella corrispondenza privata dei parlamenentari M5s da parte di alcuni hacker.
E Soro lancia un avvertimento anche ai giornalisti. “Potrebbero verificarsi delle violazioni anche da parte dei mezzi di informazione che si prestassero a ripubblicare i contenuti eventualmente resi noti dagli stessi hacker”, spiega il garante, che avverte “nelle email è molto probabile vi siano anche informazioni legate unicamente alla vita privata dei parlamentari, magari sotto forma di fotografie e filmati. E il codice deontologico dei giornalisti in materia di privacy esclude che possano essere indiscriminatamente pubblicate notizie relative ad una persona per il solo fatto che si tratti di un personaggio noto o che eserciti funzioni pubbliche, richiedendo invece il pieno rispetto della loro vita privata quando le notizie o i dati non hanno rilievo sul loro ruolo e sulla loro vita pubblica”. “Inoltre – aggiunge Soro – dovrebbe essere verificato se la pubblicazione da parte dei media anche di notizie relative alla attività politica e pubblica dei parlamentari coinvolti integri comunque una violazione“.
La polizia postale, intanto, annuncia che presto ci saranno “delle novità“. Sulle indagini gli investigatori mantengono il riserbo, ma gli accertamenti proseguono a ritmo intenso.
Il caso è seguito anche da Laura Boldrini. “Sarà ovviamente la magistratura ad occuparsi dell’accertamento di eventuali reati”, si legge in un comunicato di Montecitorio. “La presidente della Camera seguirà tutti gli aspetti inerenti alla sicurezza informatica e ne investirà il Comitato per la sicurezza all’interno dell’Ufficio di Presidenza. La rilevanza di questi fenomeni ha indotto nei giorni scorsi l’Ispettorato di pubblica sicurezza della Camera a dotarsi anche di specifiche competenze di tipo informatico”.
Gli hacker minacciano di pubblicare ogni settimana il contenuto della casella email di un parlamentare “stellato” diverso. Si tratta, sempre, di caselle che i parlamentari hanno presso provider privati e non di quelle di Camera e Senato: l’operazione sarebbe cominciata infatti nel novembre dello scorso anno, quando gli esponenti “spiati” non erano ancora stati nemmeno candidati. Ciò che chiedono gli hacker è che vengano resi pubblici i redditi e i patrimoni di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.