Un cittadino americano accusato di avere tentato di rovesciare il governo di Pyongyang è stato condannato da un tribunale nordcoreano a 15 anni di lavori forzati. Succede a Kenneth Bae, 44 anni e responsabile di un tour-operator. Identificato dalle autorità con il suo nome coreano di Pae Jun Ho e processato il 30 aprile, è nato nel Paese di Kim Jong-un e poi è diventato statunitense. L’episodio arriva a poche settimane dall’annuncio del dittatore di un attacco nucleare a Seul e ad aprile il segretario di Stato John Kerry era arrivato in Corea del Sud per tentare di frenare le minacce di guerra.
Secondo quanto riferito dall’agenzia ufficiale Kcna, lunedì gli Usa avevano chiesto al regime di Pyongyang l’”immediato rilascio” di Bae. L’uomo era stato arrestato il 3 novembre scorso nella città portuale di Rason, nel nord-est del paese. Uno dei turisti da lui accompagnati sarebbe stato trovato in possesso di file di computer contenenti dati sensibili. L’agenzia aveva scritto sabato che l’uomo aveva “commesso il delitto di aver avuto un atteggiamento animoso contro la Repubblica popolare democratica della Corea e di aver tentato di rovesciare” il regime. Secondo la Kcna “le accuse sono state tutte confermate da prove”.
A fronte della condanna, Washington ha già chiesto la liberazione immediata di Bae e l’ex presidente americano Jimmy Carter potrebbe presto recarsi in Corea del nord nel quadro dei suoi sforzi per rilanciare il dialogo con Pyongyang e per premere a favore del rilascio del cittadino americano. Secondo le fonti diplomatiche citate dall’agenzia Yonhap, “sembrerebbe che la Corea del nord lo abbia invitato”.