Missione: legge per la cittadinanza. Il neo ministro Cecile Kyenge e’ tornata a Modena, città dove arrivò alcuni anni fa dal Congo e dove, prima di essere eletta in Parlamento, praticava la professione di oculista. Proprio dalla cittadina emiliana, la titolare dell’Integrazione ha ribadito la priorità del suo incarico, il riconoscimento dello ius soli.
Per farlo, però, è necessario intavolare un dibattito con il Pdl. “Un governo – ha sottolineato il ministro – è come una squadra, e quindi bisogna lavorare insieme. Mi piacerebbe, però, che partisse un percorso di dialogo fra le diverse parti politiche sul punto dello ius soli. Il mio compito è dare a chi ha scelto questo paese la possibilità di fare fino in fondo il suo percorso migratorio”.
Le cifre sono alte. “Dobbiamo riuscire a dare identità ai molti figli, sono un milione di bambini, di origini straniere, che ancora oggi attendono di avere la cittananza italiana”. Per questo per il neoministro “sarebbe giusto” che chi nasce in Italia potesse essere considerato cittadino italiano. Per quanto riguarda il tema caldo dell’accoglienza, Kyenge ha detto di non amare la parola ‘filtro’: “E’ un termine – ha spiegato – che mi spaventa. Il mio compito è dare a chi ha scelto questo paese la possibilità di fare fino in fondo il suo percorso migratorio”.
BOLDRINI: “AUSPICABILE” – La neo ministro ha subito incassato il sostegno della presidente della Camera Laura Boldrini, che si è dichiarata apertamente a favore: “In Italia sarebbe veramente auspicabile rivedere la legge sulla cittadinanza – ha detto – e da lì sviluppare una normativa che sia all’altezza delle nuove sfide”.
PDL: “SCELTA DEMAGOGICA” – Dal Pdl, invece, è arrivata una pioggia di critiche. “Non sono accettabili colpi di mano o scelte demagogiche“, è il commento del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. “Dico anche ai ministri che il passaggio allo ius soli non è ipotizzabile. La concessione automatica della cittadinanza a chiunque nasca in Italia sarebbe un errore”, ha proseguito Gasparri.
PD: “PRINCIPIO DI CIVILTA'” – “Non accettiamo diktat sullo ius soli – ribadiscono in una nota congiunta un gruppo di senatori e deputati Pd – La legge sulla cittadinanza a chi nasce nel nostro Paese va approvata. Lo ha rammentato spesso il capo dello Stato ed è materia che ci avvicina all’Europa“. E la replica a Gasparri è arrivata dal deputato del Pd Khalid Chaouki: “Gasparri eviti di fare di un principio di civiltà, più volte richiamato dal presidente Napolitano, una battaglia ideologica sulla pelle dei bambini”. La polemica si è fatta poi più aspra con il vicepresidente del Senato a mantenere il punto. “Lo ius soli non sarà mai legge della Repubblica italiana”.
PROPOSTA DI LEGGE PD – All’inizio delle legislatura il Pd ha presentato alla Camera una proposta di legge che rende più semplice diventare italiani per i figli degli immigrati: ottiene la cittadinanza chi nasce in Italia con almeno un genitore residente da cinque anni e il minore che arriva nel paese e conclude almeno un ciclo scolastico (elementari, medie, superiori o formazione professionale). I firmatari sono Bersani, il ministro Kyenge, il capogruppo Roberto Speranza e il responsabile per i ‘nuovi italiani’ Khalid Chaouki (italo-marocchino).
LA PROPOSTA DI SCELTA CIVICA –Lunedì anche Scelta civica presenterà una sua proposta di riforma della legge di cittadinanza, firmata dal deputato Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio.