Dal blog di Beppe Grillo arriva la scomunica ufficiale per Antonio Venturino, vice presidente dell’Assemblea siciliana. E da Grillo in persona filtra un commento decisamente duro nei suoi confronti. Il cartellino rosso è in un post firmato M5s Sicilia, con cui il gruppo rende noto le motivazioni che hanno portato all’espulsione. “Venturino ha violato una delle regole fondanti del Movimento: la restituzione, con rendicontazione, delle somme eccedenti i 2500 euro più rimborsi spese”. L’ultima restituzione di parte degli emolumenti fatta da Venturino, infatti, “è relativa allo stipendio di febbraio. Da allora il blackout, nonostante i pressanti e ripetuti inviti fatti dai tutti i colleghi, ma sempre rimasti lettera morta. Finora ha restituito circa 13 mila euro a fronte dei circa 30 mila di tutti gli altri componenti del gruppo”.
A questo proposito, secondo quanto riporta su facebook l’addetto alla comunicazione Daniele Martinelli, Beppe Grillo dice: “Il deputato siciliano Venturino che si tiene i soldi è un pezzo di merda”. Il post pubblicato sul blog entra invece nel merito della questione e risponde agli attacchi lanciati dallo stesso vicepresidente sulle “presunte divergenze politiche” con le decisioni di Beppe Grillo. “Sono una foglia di fico posta a copertura di precise scelte evidentemente maturate da tempo. Se il problema, infatti – si legge – non fosse solo, o soprattutto, di natura economica Venturino avrebbe la possibilità di dimostrarlo a noi e, soprattutto, ai cittadini, ricominciando a restituire parte del suo stipendio per alimentare il fondo del microcredito per le imprese, cui lui ha sempre detto di credere.”, conclude il M5s Sicilia.
“Per chiarezza, non abbiamo cacciato nessuno”. In un post su Facebook, il deputato siciliano dell’ Ars Claudio La Rocca commenta così l’espulsione del collega. “Sono settimane ormai che con i miei colleghi chiediamo almeno di rendicontare ed abbiamo trovato davanti un muro, con motivazioni inesistenti ed ingiustificabili, mettendoci in difficoltà, anche per ragioni di tipo personale, poiché a nessuno all’ interno del gruppo poteva far piacere una situazione del genere, sia nel rispetto fra noi colleghi, sia nel rispetto di tutti gli attivisti che ci hanno supportato gratuitamente durante la campagna elettorale, sia nei confronti dei cittadini che ci hanno votato”.