E’ botta e risposta tra Enrico Letta e Beppe Grillo che replica alle accuse dal suo blog. “E’ da 46 anni che faccio il nipote…”, ha detto il presidente del Consiglio in risposta al leader del Movimento 5 Stelle, che questa mattina lo ha descritto come “uno che per 20 anni ha fatto il nipote di suo zio“. Il premier va all’attacco sulla questione diaria: “Grillo la butta sull’insulto personale” perché “non ha molti argomenti: lui insulta, io voglio occuparmi di problemi del Paese” e mentre il governo taglia lo stipendio dei ministri lui “fatica” a imporre tagli alla diaria.
Ma l’ex comico reagisce di nuovo alle parole dell’inquilino di Palazzo Chigi e spiega di non accettare “lezioni di morale” da un “mantenuto dalla politica dal 1996“. “Non accettiamo lezioni – continua Grillo – da una persona che si tiene stretta i 46 milioni di euro di rimborsi elettorali del pdmenoelle, mentre il MoVimento ha rinunciato a 42, e i cui parlamentari prendono lo stipendio pieno, mentre quelli del M5S se lo sono già dimezzato. Piglia e porta a casa capitan Findus”.
Oltre alla questione della diaria, lo scontro tra era avvenuto anche sulla formazione dell’esecutivo di larghe intese. Letta, in mattinata, aveva respinto “al mittente le accuse e l’uso di una parola come colpo di stato è totalmente inaccettabile”. Il leader M5S, pochi minuti prima infatti, aveva così definito le “manovre” del governo: “C’e’ stato un golpe, un colpo di Stato. Ci hanno messo in un angolo, si sono riuniti in quattro in una notte a fare verifiche: questa è la continuazione dell’agenda Monti”.
Letta, in conferenza stampa con il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, ha aggiunto, “si ricordi che quando ha usato la parola colpo di stato, una giornalista cilena gli ha spiegato che cosa è veramente un colpo di stato, facendogli fare una figuraccia“. L’uso di simili espressioni, ha proseguito il capo del governo, “è profondamente sbagliato e lo dico anche per il massimo rispetto” dovuto alle recenti parole del presidente della della Repubblica. Così facendo, ha concluso, Grillo “ferisce le istituzioni del nostro Paese. Ma le nostre sono istituzioni legittime e sono la rappresentanza popolare”.