Cinque persone sono state aggredite all’alba, per strada a Milano, da un uomo armato di piccone: un uomo è morto e due sono in condizioni molto gravi. Le vittime dell’aggressione sono un uomo di 40 anni, colpito da una picconata alla testa in piazza Belloveso, in zona Niguarda, poi deceduto in ospedale, un 64enne ferito anche lui alla testa e un 21enne, colpito più volte alla schiena, forse mentre cercava di scappare. I carabinieri hanno fatto sapere in un secondo momento che tra i feriti ci sono anche un giovane di 24 anni ferito di striscio a un braccio mentre tornava da lavoro e già dimesso dall’ospedale e un un uomo di 50 anni colpito alla testa in modo non grave.
Il 64enne, dopo essere stato rianimato, è arrivato in codice rosso al Policlinico e il 21enne, anch’egli in codice rosso, si trova all’ospedale Niguarda in prognosi riservata. I carabinieri hanno fermato l’aggressore con il piccone ancora in mano: Mada K., un giovane ghanese irregolare e con precedenti, che non aveva con sé documenti ed era in stato confusionale, ma non ubriaco. I militari attraverso le impronte dell’aggressore 21enne hanno scoperto che ha precedenti per resistenza, rapina, furto e stupefacenti. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio e duplice tentato omicidio.
L’uomo, che parla un inglese stentato, era stato foto-segnalato nel 2011, in Puglia, e intimato all’espulsione. Ma, come molti altri centroafricani, ha fatto richiesta di asilo politico e ha ottenuto, nel 2012, per questo motivo un permesso di soggiorno temporaneo, previsto dalla legge proprio per coloro che sono in attesa di deliberazioni in merito al proprio status di immigrato o di rifugiato. La commissione regionale incaricata di valutare la sua posizione ha però respinto la sua domanda e da quel momento è scaduto anche il suo permesso di soggiorno. Kabobo ha quindi fatto ricorso contro la decisione in tribunale e di conseguenza, per “motivi di giustizia”, pur non essendo in regola sul territorio italiano è, di fatto, “inespellibile” perché non può essere allontanato prima della definizione giuridica della sua vicenda.
La prima reazione politica dopo il grave episodio proviene dalla Lega. “I clandestini che il ministro di colore vuole regolarizzare ammazzano a picconate: Cecile Kyenge rischia di istigare alla violenza nel momento in cui dice che la clandestinità non è reato, istiga a delinquere”, ha dichiarato il segretario della Lega lombarda, Matteo Salvini. E ha aggiunto: “Questo è un caso drammatico, il gesto di un folle. Ma non va trascurato il fatto che sia stato commesso da un clandestino che non avrebbe dovuto essere qua, avrebbe dovuto essere espulso. Altro che abolizione del reato di clandestinità – ha continuato – ci sono già migliaia di gazebo pronti: seppelliremo il ministro Kyenge con migliaia di firme”.
Non solo. Il carroccio ha organizzato domani a Milano in Piazza Belloveso, nel quartiere Niguarda, un presidio. “Di fronte a casi del genere innanzitutto bisogna esprimere cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime. Purtroppo nella nostra città dobbiamo registrare l’ennesima violenza. La Milano gentile immaginata da Pisapia si sta trasformando in un inferno per i cittadini”, ha commentato Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega Nord di Milano e consigliere comunale. “Iniziamo la nostra raccolta firme contro l’idea di abolire il reato di clandestinità e contro l’introduzione dello ius soli. Torniamo anche a chiedere all’amministrazione comunale un impegno per il ritorno dei militari in città”.
Alle dichiarazioni della Lega hanno fatto eco quelle del Popolo della libertà. “Gli ultimi episodi di violenza e criminalità fanno capire come è difficile in questo momento vivere a Milano”, ha detto il consigliere comunale, Carmine Abagnale. E ha aggiunto: “L’opinione sostenuta da questa giunta che la sicurezza dei milanesi non compete al Comune sta creando una serie di danni alla città”. E anche il Pdl ha organizzato una manifestazione nel luogo dell’aggressione. Giulio Gallera e Alan Rizzi, rispettivamente coordinatore Pdl Milano e capogruppo in Comune, hanno annunciato che l’evento di protesta si terrà il 14 maggio in via Belloveso, con anche una raccolta firme “per chiedere più sicurezza e più presidio del territorio”.