Dopo gli attriti di ieri con il vice premier Angelino Alfano, oggi è il giorno della conciliazione (seppur forzata) e del programma di cose da fare nei prossimi 100 giorni. Nella conferenza stampa dall’abbazia senese di Spineto, il premier Enrico Letta ha tirato le somme del ritiro di meditazione dell’esecutivo e messo sul tavolo la sua road map. Quattro temi per i primi 100 giorni, con argomenti ben definiti: più lavoro per i giovani, il decreto Imu “in fase di finalizzazione”, un pacchetto di “agevolazioni fiscali” per “gli italiani che vogliono fare” e l’avvio di una riforma della politica che “arrivi a un punto di non ritorno”. A chi gli ha chiesto quali tempi ci fossero per la riforma della giustizia, l’ex vicesegretario del Pd ha spiegato che i ministri hanno “indicato le quattro priorità da portare a conclusione nei primi cento giorni. Questo non vuol dire che non ci siano riforme in cantiere che abbiano una gittata più lunga”.
Problemi interni, Letta e Alfano: “Ci sono, ma andiamo avanti”
Prima di illustrare la strategia operativa del governo, tuttavia, il presidente del Consiglio ha assicurato che nella sua squadra si va d’amore e d’accordo e sottolineato che lo stop ai comizi e l’impegno dei ministri a parlare solo dei temi del governo “è una decisione di buon senso per risolvere i problemi che ci sono e che non si risolvono con la bacchetta magica ma abbiamo bisogno di regole”. Ciò non toglie che “è evidente come le maggioranze variabili rendano complicata la vita del governo” ha specificato Letta a proposito della possibilità che su alcuni provvedimenti si formino maggioranze diverse da quelle che sostengono l’esecutivo. “Dopodiché – ha aggiunto – le forze politiche si assumeranno le responsabilità sui diversi temi”. Il suo vice, però, ha smorzato l’ottimismo, pur assicurando che i lavori andranno avanti: “I problemi ci sono, ma il governo non ha intenzione di farsi sopraffare dai problemi – ha detto Alfano – anche perché noi ci occupiamo dei problemi del Paese e lavoriamo per il bene dell’Italia”. Su questo Letta non è stato ad ascoltare: “Fino a quando si discute nello spogliatoio con franchezza e lealtà è un aspetto positivo per il governo – ha detto – Poi, ognuno risponde alla sua coscienza e al Paese delle cose da fare e ognuno farà le sue scelte in libertà. Io in primis”.
Le riforme primo obiettivo: Commissione di esperti nominata dal governo
Il premier ha successivamente illustrato le priorità da seguire e in tal senso ha chiesto alle aule di Palazzo Madama e Montecitorio di istituire la convenzione per le riforme con i parlamentari: “Lavoreremo perché il parlamento avvii un dibattito dal quale nasca, nel giro di giorni, massimo settimane, una legge costituzionale che istituisca una convenzione per le riforme costituzionali che sia composta dai componenti delle due commissioni affari costituzionali di Camera e Senato e che sia presieduta dai due presidenti Sisto e Finocchiaro“. Letta, poi, ha annunciato che il governo, sempre in tema di riforme, nominerà una commissione di esperti esterni per le riforme costituzionali, presieduta dal premier: “La Commissione nei primi 100 giorni elaborerà idee da consegnare ai presidenti delle Camere che speriamo possano per allora consegnarla alla Convenzione” ha detto il premier.
Imu, Cig e finanziamento pubblico ai partiti
Altro tema caldo è l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: “Il ministro per le riforme dovrà verificare immediatamente con le forze politiche due temi – ha spiegato Letta – L’abolizione del finanziamento pubblico legato all’applicazione dell’art 49 della Costituzione e la possibilità per mettere subito in sicurezza la legge elettorale”. Sempre sulle riforme, a sentire Letta, si potrebbe basare un rapporto costruttivo con l’opposizione, visto che il governo ha informato i presidenti delle Camere e i partiti di minoranza “del percorso perché è un modo per offrire a chi non è impegnato nel governo una occasione di partecipazione alla pari per cambiare la Costituzione”. La speranza, e il premier lo ha detto chiaramente, è che “il dialogo prenda finalmente corpo”. Sui temi di Cig e Imu, invece, Letta ha annunciato che il Consiglio dei Ministri a tema “si svolgerà sempre il venerdì mattina. In questi giorni il ministro dell’Economia si sta coordinando con i ministeri interessati per le risposte che si sapranno venerdì”.
Legge elettorale: subito riforma per evitare Porcellum
“Con questa legge elettorale non si può andare a votare” ha detto Letta al termine del conclave governativo nell’abbazia di Spineto. Per questo motivo, è stato il parere del premier, serve subito una riforma del Porcellum, una sorta di “salvaguardia” che consenta, nel caso in cui la situazione precipiti, di evitare le urne con l’attuale sistema. “Serve una rete di protezione per la quale non ci sia la paura, se succedesse l’imponderabile, di andare a votare con questa legge – ha detto il presidente del Consiglio – Ecco perché abbiamo dato mandato al ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello di verificare quali margini vi siano fra le forze politiche per mettere in sicurezza subito” questa questione senza aspettare i mesi necessari per le riforme costituzionali”.
Per Letta questa è l’unica soluzione affinché non si crei “la paura di un nuovo voto” con l’attuale sistema che, ha insistito il premier, “mette a forte rischio la normalità della dialettica democratica”. Non si tratterebbe di una vera riforma, però, perché per attuarla servirebbero modifiche della Costituzione, come la riduzione del numero dei parlamentari. Dopo la conferenza stampa, Letta e i ministri hanno lasciato l’abbazia di Spineto dopo l’incontro del governo. Ma se il presidente del Consiglio è ripartito sul minivan insieme al vicepremier Angelino Alfano e ai ministri Dario Franceschini e Gaetano Quagliariello, il pullman che all’andata aveva portato la squadra di governo è ripartito vuoto. I ministri, che avevano lasciato l’abbazia durante la conferenza stampa del premier, sono tornati a Roma con mezzi propri.
Le reazioni/Il Pdl – Schifani: “Prima le riforme istituzionali”
Vanno fatte prime le riforme istituzionali e poi cambiamo la legge elettorale. Parola del capogruppo al Senato del Pdl, Renato Schifani, durante l’assemblea dei gruppi parlamentari del partito a Montecitorio. “Leggiamo che Letta vuole fare subito la riforma elettorale, ma è stato deciso – è stato il ragionamento di Schifani – ed è nei patti di governo, che si facciano prima le riforme istituzionali, perché si tratta innanzitutto di una questione tecnica”.
Sulla stessa linea Renato Brunetta, che ha espresso “soddisfazione per l’annuncio fatto dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, e dal ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, dell’avvio di un percorso condiviso per la rivisitazione dell’architettura istituzionale dello Stato di cui l’Italia ha fortemente bisogno”. Il capogruppo del Pdl alla Camera ha accolto con favore “il coinvolgimento del Parlamento con l’istituzione di una Convenzione che di fatto sarà composta dalle due Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, e guidata dai presidenti delle stesse, Francesco Paolo Sisto e Anna Finocchiaro“. Placet anche sul timing dei “100 giorni, entro il quale la Commissione di esperti, nominata e presieduta dal premier Letta, dovrà elaborare le idee da consegnare al Parlamento”. Per Brunetta, inoltre, “in questo contesto va inserita anche la riforma della legge elettorale” ma per il Pdl “c’è una questione dirimente: prima le riforme costituzionali e delle istituzioni e subito dopo una nuova legge elettorale che possa integrarsi nel modo migliore con la ridisegnata architettura dello Stato”.
Le reazioni/Il Pd – Zanda e Speranza: “Bene Letta e le sue priorità per il bene del Paese”
Anche dalla parte “sinistra” del governo hanno accolto con estrema soddisfazione quanto annunciato da Enrico Letta. “L’agenda dei primi cento giorni di governo annunciata dal presidente del Consiglio corrisponde alle risposte che l’Italia attende da molto tempo. Il governo ha la possibilità di realizzarle” ha detto il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, secondo cui quelli del premier sono “obiettivi ambiziosi che è necessario raggiungere al più presto. Non dobbiamo infatti dimenticare che questo governo è nato per salvare l’Italia dalle drammatiche emergenze sociali, economiche e di tenuta stessa del sistema democratico”. Dello stesso parere il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, secondo cui “le priorità indicate dal presidente Letta sono condivise dal Pd. Sosterremo in Parlamento le proposte avanzate dal governo, a cominciare dall’occupazione, dal lavoro per i giovani e dalla difesa dei più deboli. Così come chiediamo al governo impegni altrettanto forti su scuola e diritti”.