E’ morto anche Ermanno Masini, 64 anni, il pensionato che si trovava in condizioni gravissime all’ospedale Policlinico di Milano dopo l’aggressione a picconate subita ad opera di un immigrato ghanese irregolare, poi arrestato, sabato scorso. Le vittime dell’aggressione salgono così a tre. Ieri era spirata la seconda vittima per l’aggressione brutale compiuta a colpi di piccone sabato mattina a Milano. Era stata dichiarata poco prima delle 11 la morte cerebrale per Daniele Carella, il 21enne ricoverato all’ospedale Niguarda dopo essere stato assalito da Mada Kabobo. Sono quindi stati vani gli interventi chirurgici durante i quali i medici hanno cercato di ridurre i danni gravissimi.
Quella del giovane era stata l’ultima delle aggressioni messe in atto da Kabobo. Daniele era stato colpito alle spalle attorno alle 6.30 mentre era in piedi sul marciapiede aspettando il padre, che stava consegnando i giornali in un palazzo. Un passante aveva da pochi minuti avvisato i carabinieri, che sono arrivati poco dopo, quando però il ragazzo era già stato colpito. Il gip di Milano Andrea Ghinetti ha intanto convalidato l’arresto e disposto la misura di custodia in carcere per l’aggressore. Durante l’interrogatorio a San Vittore il 31enne ha risposto alle domande e ha detto di “sentire delle voci”. Si è trattato di un dialogo molto difficile dato che l’uomo parla un dialetto ghanese e sa poche parole di un inglese elementare. Altri due feriti, invece, si stati dimessi: Francesco Niro, l’operaio di 50 anni ferito alla testa, che è tornato a casa domenica, e Andrea Canfora, di 24 anni, dipendente di un supermercato, che ha riportato una frattura a un braccio.
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: “Oggi ho deciso di indire il lutto cittadino per onorare le vittime e per dimostrare la vicinanza della città ai familiari delle vittime”. La data del lutto non è stata ancora fissata e dipenderà dal giorno in cui verranno celebrati i funerali.
Nel quartiere Niguarda, intanto, la tensione resta alta. Quattro bottiglie molotov sono state ritrovate ieri mattina sulla rampa di accesso del garage di un centro per rifugiati in via Antonio Fortunato Stella vicino al luogo dell’aggressione. I cittadini chiedono più sicurezza e maggiore attenzione dal parte dell’amministrazione comunale, ma nessuno vuole la “crociata” contro l’extracomunitario. Al punto che domenica mattina si sono verificati momenti di tensione nei confronti di alcuni esponenti della Lega Nord, contestati da un gruppo di cittadini. Anche l’europarlamentare Mario Borghezio e Max Bastoni erano sul posto per una raccolta di firme contro l’ipotesi di facilitare la cittadinanza agli immigrati. ”Invece di fare proclami la Lega Nord lavori affinché ritorni sul territorio l’impegno necessario a dare tranquillità e sicurezza a tutti”, aveva commentato Pisapia, rispedendo rispedisce al mittente le critiche sulla sicurezza piovutegli addosso dopo l’aggressione. “Milano, a differenza di altre metropoli, ha un livello di sicurezza tendenzialmente rassicurante”. Il sindaco ha poi precisato che “questa è una responsabilità del governo Berlusconi che tagliando fondi e uomini ha limitato la presenza sul territorio” degli agenti e che “se non si restituiscono risorse a chi ha il compito di evitare o limitare i reati ed arginare la criminalità non riusciremo mai ad uscire da una spirale troppo spesso strumentalizzata per fini politici e non per finalità positive nell’interesse della collettività”.