Manipolazione del mercato, falso in prospetto, falso in bilancio e responsabilità amministrativa degli enti (legge 231). La Guardia di finanza di Torino ha notificato 14 nuovi avvisi di garanzia nelle mani dei membri del Comitato esecutivo del Cda di Fondiaria Sai del marzo 2011 e del responsabile del bilancio dell’epoca, Salvatore Ligresti.
Si allarga, dunque, il fronte delle indagini sul Gruppo Fonsai. Gli avvisi di garanzia, firmati dai magistrati torinesi Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, hanno raggiunto anche i membri del comitato esecutivo di Milano Assicurazioni e la stessa capogruppo Fondiaria Sai. Le ipotesi di reato riguardano il bilancio consolidato di Gruppo del 2010, nel quale – a seguito di quanto accertato dall’ispezione Isvap (l’organo di controllo nel settore delle assicurazioni., ndr) – sarebbe stato nascosto al mercato un ‘buco’ nelle riserve dei sinistri di almeno 600 milioni di euro. Il bilancio 2010 è stato preso a base anche per la predisposizione di un prospetto informativo dell’aumento di capitale di Fonsai di circa 450 milioni, avvenuto nel luglio 2011, dando così un ulteriore informazione fuorviante al mercato. Da ciò l’ipotesi di reato di falso in prospetto.
Gli investitori sarebbero stati privati così di informazioni determinanti per una corretta valutazione dei titoli azionari. Le nuove ipotesi di reato sono state formulate dopo nove mesi di analisi delle carte e dei 12 terabyte di mail e documenti elettronici sequestrati nelle numerose perquisizioni. Nel novembre scorso il Movimento dei consumatori aveva presentato un esposto.
I nuovi avvisi di garanzia, notificati oggi dalla Guardia di Finanza, riguardano nuove ipotesi di reato per le sette persone già indagate, con l’aggiunta di Salvatore Ligresti. Accuse che si aggiungono a quelle di ostacolo all’attività di vigilanza per cui nei mesi scorsi erano già stati iscritti nel registro degli indagati i tre figli di Ligresti, Jonella, Giulia Maria e Paolo, oltre a Fausto Marchionni, Emanuele Erbetta, Antonio Talarico e Vincenzo La Russa. Colpiti da avvisi di garanzia, per la sola manipolazione del mercato, i membri del Comitato esecutivo di Milano Assicurazioni e, in virtù della normativa in tema di responsabilità amministrativa degli enti, la stessa società e la capogruppo Fondiaria Sai.
A fine marzo era emerso che Fondiaria Sai aveva speso quasi 22 milioni di euro per pagare stipendi, buonuscite e consulenze ai suoi consiglieri, sindaci e dirigenti, in un esercizio chiuso in rosso per poco meno di 800 milioni e dopo una ricapitalizzazione da 1,1 miliardi.