Le aule sono illuminate a giorno e nei cortili dei 28 istituti bolognesi che hanno aderito alla Notte bianca della scuola i bimbi giocano, entusiasti che la giornata con gli amichetti non sia ancora terminata. Ma all’interno il clima è ben diverso. Nelle aule, tra i banchi, genitori e maestre discutono del futuro della scuola dell’infanzia e dei nidi comunali. E il clima è teso, c’è preoccupazione. “Cosa ne sarà delle nostre dade?” si chiedono i tanti genitori che hanno aderito all’iniziativa organizzata per protestare contro il progetto del Comune di Bologna, deciso a trasferire, già a partire da settembre, il settore educativo all’interno dell’Asp, l’azienda pubblica dei servizi alla persona. Che sia una unica, come inizialmente aveva prospettato l’amministrazione del sindaco Virginio Merola, o che siano due, una delle quali dedicata esclusivamente al comparto nidi e infanzia, come annunciato il 15 maggio dall’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, poco conta: il progetto “non piace”, anche perché “non è chiaro cosa accadrà”.
“Noi genitori sappiamo che non ci sono soldi, ogni anno contribuiamo attivamente per comprare anche le più piccole cose, carta igienica, fazzoletti di carta, colori, fogli – racconta Alessandra, mamma di tre bimbi, due al nido, una alla materna – ma ciò che non ha prezzo per noi è la qualità dei servizi. Le scuole possono anche non essere perfette però le maestre sono brave, i nostri figli si trovano bene e temiamo che in futuro possa non essere più così. Mia figlia Sofia ha vissuto una bellissima esperienza alla materna, ora non so se i miei bimbi più piccoli a settembre avranno la stessa dada. E la continuità è importante, non solo a livello didattico, ma anche a livello umano. Si instaura un rapporto tra loro e le dade, ed è bene che venga mantenuto nel tempo”.
“Perché affidare un servizio che funziona a terzi? – si domanda invece Caterina Quareni, che ha due bimbi che frequentano le Scuole Dall’Olio, in via Monterumici, a Bologna – noi crediamo che il progetto Asp sia un mezzo che porterà alla privatizzazione, o quantomeno all’esternalizzazione della scuola. Ciò che più conta è la qualità del servizio educativo, qualità che però non ci è stata garantita, perché la Giunta non ci ha offerto elementi concreti”.
Per il momento il futuro del comparto 0 – 6 è piuttosto incerto. Il progetto, cambiato in tutta fretta dall’amministrazione Merola, che fino a qualche giorno prima sottolineava come l’Asp unica fosse “l’unico strumento” per “mantenere la qualità dei servizi educativi”e “stabilizzare gli insegnanti” causa Corte dei Conti e patto di stabilità, salvo poi cambiare rotta e provare la via di una doppia Asp, una per i servizi alla persona e una per la filiera educativa, del resto, sarà pronto solo tra due settimane.
Tanto che all’incontro del 15 maggio con i sindacati e le associazioni dei genitori, indetto dopo ben tre manifestazioni che hanno portato in piazza ogni volta circa 300 maestre, sono arrivate rassicurazioni ma “nessuna certezza”. “La nuova Asp – ha detto il Comune – servirà a sottolineare l’identità specifica dei servizi educativi, a riconoscere le professionalità di chi vi opera e sarà lo strumento per rendere ancor più evidente l’investimento sulla scuola bolognese da parte del Comune di Bologna”.
L’obiettivo primo, ha aggiunto l’assessore Rizzo Nervo, sarà “far uscire da una condizione di precariato diffuso le insegnanti e il personale”, e con i sindacati si avvierà “un percorso condiviso che porti ad affrontare le questioni relative all’apertura delle scuole a settembre, alla salvaguardia del bacino occupazionale e alla continuità educativa, con l’obiettivo di mantenere le stesse insegnanti nelle scuole con gli stessi gruppi di lavoro. Ma si punterà anche alla tutela dei diritti contrattuali e alla verifica condivisa del contratto da applicare ai nuovi assunti”. In che modo? “Intanto – spiega Rizzo Nervo al fattoquotidiano.it – assumeremo in Asp Irides 40 insegnanti, con la prospettiva di stabilizzare gli altri 34 iscritti alle graduatorie permanenti entro il 2014. Poi, entro i prossimi 3 anni assumeremo anche i restanti 400 precari, perché l’obiettivo di fondo che ci siamo dati è quello di superare un precariato che non è più tollerabile”.
In autunno, quindi, la nuova Asp per il comparto nidi – infanzia conterà circa 130 insegnanti a tempo determinato, per l’assunzione a tempo indeterminato, infatti, dovrà essere bandito un concorso, più le dade che seguono i bimbi diversamente abili. Intanto, sempre per settembre, le maestre delle materne comunali già assunte a tempo indeterminato che andranno in distacco all’Asp avranno il contratto scuola. “Sarà un distacco funzionale – spiega l’assessore alla Sanità – le insegnanti di ruolo avranno lo stesso contratto, quello della scuola. Per i nuovi assunti, invece, se si dovesse optare per quello degli enti locali si farà in modo di garantire alle maestre il medesimo trattamento”. Quanto alle risorse che il Comune investirà nel progetto, “non si andrà certo al risparmio – assicura – utilizzeremo tutti fondi che fino a oggi abbiamo destinato al comparto”.
Un dietrofront, insomma, rispetto al piano iniziale. D’altronde, dice proprio Rizzo Nervo, “chi non fa passi indietro, in avanti, o di lato è uno stupido. Tutti devono operare scelte che possano modificarsi nel tempo”. Più che altro, precisa, “questo è un ritorno all’idea iniziale, quella che avevamo inserito nel nostro programma. La legge regionale dice che ogni distretto può avere una sola Asp, ma abbiamo verificato con la Regione e ci è stato detto che l’obbligo riguarda solo i servizi socio sanitari, quindi abbiamo pensato a una seconda Asp, con un’identità specifica. Bisogna ammetterlo, di comuni che annuncino un percorso per il superamento del precariato non si sente parlare spesso”.
“Noi – rispondono però maestre, genitori e Usb, l’unione sindacale di base – non ci fidiamo molto delle promesse del Comune. Certo, prendiamo atto che l’amministrazione ha riflettuto dopo le nostre manifestazioni ma per il momento non bloccheremo la mobilitazione. Ciò che abbiamo ricevuto sono solo dichiarazioni che, per quanto positive, non corrispondono a un progetto concreto. Aspettiamo di vedere cosa accadrà, in fondo si dicono tante cose…”.
“Ci hanno detto che questa ‘scatola’ è l’unica soluzione – commenta una maestra – noi però chiediamo garanzie sia per i nostri precari, sia per i nostri bambini”. “Il problema è il patto di stabilità? Che il Comune ne esca, allora. Che il governo escluda le dotazioni finanziarie destinate alla scuola dell’infanzia e ai nidi comunali dai vincoli che li bloccano. Non possiamo credere che Bologna, che ha sempre avuto un’ottima gestione della scuola, scelga di cederla a un ente terzo. L’amministrazione deve unirsi a noi e rivolgere un appello allo Stato”. “O forse – domanda una mamma – questo dietrofront è solo propaganda?”.
Emilia Romagna
“Notte bianca” delle maestre: “Portiamo carta igienica in aula, che futuro avremo?”
Dopo l'abbozzato dietrofront della giunta Merola sull'Asp unica, a Bologna 28 istituti tra asili e materne, insegnanti e genitori insieme, rimangono aperti per "protesta". "Abbiamo ricevuto solo rassicurazioni e nessuna certezza. Il Comune esca dal patto di stabilità e continui a garantire un servizio che funziona"
Le aule sono illuminate a giorno e nei cortili dei 28 istituti bolognesi che hanno aderito alla Notte bianca della scuola i bimbi giocano, entusiasti che la giornata con gli amichetti non sia ancora terminata. Ma all’interno il clima è ben diverso. Nelle aule, tra i banchi, genitori e maestre discutono del futuro della scuola dell’infanzia e dei nidi comunali. E il clima è teso, c’è preoccupazione. “Cosa ne sarà delle nostre dade?” si chiedono i tanti genitori che hanno aderito all’iniziativa organizzata per protestare contro il progetto del Comune di Bologna, deciso a trasferire, già a partire da settembre, il settore educativo all’interno dell’Asp, l’azienda pubblica dei servizi alla persona. Che sia una unica, come inizialmente aveva prospettato l’amministrazione del sindaco Virginio Merola, o che siano due, una delle quali dedicata esclusivamente al comparto nidi e infanzia, come annunciato il 15 maggio dall’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, poco conta: il progetto “non piace”, anche perché “non è chiaro cosa accadrà”.
“Noi genitori sappiamo che non ci sono soldi, ogni anno contribuiamo attivamente per comprare anche le più piccole cose, carta igienica, fazzoletti di carta, colori, fogli – racconta Alessandra, mamma di tre bimbi, due al nido, una alla materna – ma ciò che non ha prezzo per noi è la qualità dei servizi. Le scuole possono anche non essere perfette però le maestre sono brave, i nostri figli si trovano bene e temiamo che in futuro possa non essere più così. Mia figlia Sofia ha vissuto una bellissima esperienza alla materna, ora non so se i miei bimbi più piccoli a settembre avranno la stessa dada. E la continuità è importante, non solo a livello didattico, ma anche a livello umano. Si instaura un rapporto tra loro e le dade, ed è bene che venga mantenuto nel tempo”.
“Perché affidare un servizio che funziona a terzi? – si domanda invece Caterina Quareni, che ha due bimbi che frequentano le Scuole Dall’Olio, in via Monterumici, a Bologna – noi crediamo che il progetto Asp sia un mezzo che porterà alla privatizzazione, o quantomeno all’esternalizzazione della scuola. Ciò che più conta è la qualità del servizio educativo, qualità che però non ci è stata garantita, perché la Giunta non ci ha offerto elementi concreti”.
Per il momento il futuro del comparto 0 – 6 è piuttosto incerto. Il progetto, cambiato in tutta fretta dall’amministrazione Merola, che fino a qualche giorno prima sottolineava come l’Asp unica fosse “l’unico strumento” per “mantenere la qualità dei servizi educativi”e “stabilizzare gli insegnanti” causa Corte dei Conti e patto di stabilità, salvo poi cambiare rotta e provare la via di una doppia Asp, una per i servizi alla persona e una per la filiera educativa, del resto, sarà pronto solo tra due settimane.
Tanto che all’incontro del 15 maggio con i sindacati e le associazioni dei genitori, indetto dopo ben tre manifestazioni che hanno portato in piazza ogni volta circa 300 maestre, sono arrivate rassicurazioni ma “nessuna certezza”. “La nuova Asp – ha detto il Comune – servirà a sottolineare l’identità specifica dei servizi educativi, a riconoscere le professionalità di chi vi opera e sarà lo strumento per rendere ancor più evidente l’investimento sulla scuola bolognese da parte del Comune di Bologna”.
L’obiettivo primo, ha aggiunto l’assessore Rizzo Nervo, sarà “far uscire da una condizione di precariato diffuso le insegnanti e il personale”, e con i sindacati si avvierà “un percorso condiviso che porti ad affrontare le questioni relative all’apertura delle scuole a settembre, alla salvaguardia del bacino occupazionale e alla continuità educativa, con l’obiettivo di mantenere le stesse insegnanti nelle scuole con gli stessi gruppi di lavoro. Ma si punterà anche alla tutela dei diritti contrattuali e alla verifica condivisa del contratto da applicare ai nuovi assunti”. In che modo? “Intanto – spiega Rizzo Nervo al fattoquotidiano.it – assumeremo in Asp Irides 40 insegnanti, con la prospettiva di stabilizzare gli altri 34 iscritti alle graduatorie permanenti entro il 2014. Poi, entro i prossimi 3 anni assumeremo anche i restanti 400 precari, perché l’obiettivo di fondo che ci siamo dati è quello di superare un precariato che non è più tollerabile”.
In autunno, quindi, la nuova Asp per il comparto nidi – infanzia conterà circa 130 insegnanti a tempo determinato, per l’assunzione a tempo indeterminato, infatti, dovrà essere bandito un concorso, più le dade che seguono i bimbi diversamente abili. Intanto, sempre per settembre, le maestre delle materne comunali già assunte a tempo indeterminato che andranno in distacco all’Asp avranno il contratto scuola. “Sarà un distacco funzionale – spiega l’assessore alla Sanità – le insegnanti di ruolo avranno lo stesso contratto, quello della scuola. Per i nuovi assunti, invece, se si dovesse optare per quello degli enti locali si farà in modo di garantire alle maestre il medesimo trattamento”. Quanto alle risorse che il Comune investirà nel progetto, “non si andrà certo al risparmio – assicura – utilizzeremo tutti fondi che fino a oggi abbiamo destinato al comparto”.
Un dietrofront, insomma, rispetto al piano iniziale. D’altronde, dice proprio Rizzo Nervo, “chi non fa passi indietro, in avanti, o di lato è uno stupido. Tutti devono operare scelte che possano modificarsi nel tempo”. Più che altro, precisa, “questo è un ritorno all’idea iniziale, quella che avevamo inserito nel nostro programma. La legge regionale dice che ogni distretto può avere una sola Asp, ma abbiamo verificato con la Regione e ci è stato detto che l’obbligo riguarda solo i servizi socio sanitari, quindi abbiamo pensato a una seconda Asp, con un’identità specifica. Bisogna ammetterlo, di comuni che annuncino un percorso per il superamento del precariato non si sente parlare spesso”.
“Noi – rispondono però maestre, genitori e Usb, l’unione sindacale di base – non ci fidiamo molto delle promesse del Comune. Certo, prendiamo atto che l’amministrazione ha riflettuto dopo le nostre manifestazioni ma per il momento non bloccheremo la mobilitazione. Ciò che abbiamo ricevuto sono solo dichiarazioni che, per quanto positive, non corrispondono a un progetto concreto. Aspettiamo di vedere cosa accadrà, in fondo si dicono tante cose…”.
“Ci hanno detto che questa ‘scatola’ è l’unica soluzione – commenta una maestra – noi però chiediamo garanzie sia per i nostri precari, sia per i nostri bambini”. “Il problema è il patto di stabilità? Che il Comune ne esca, allora. Che il governo escluda le dotazioni finanziarie destinate alla scuola dell’infanzia e ai nidi comunali dai vincoli che li bloccano. Non possiamo credere che Bologna, che ha sempre avuto un’ottima gestione della scuola, scelga di cederla a un ente terzo. L’amministrazione deve unirsi a noi e rivolgere un appello allo Stato”. “O forse – domanda una mamma – questo dietrofront è solo propaganda?”.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Una risoluzione che dimostra che se il Pd discute sa fare la sintesi. Spendere di più per la difesa europea in linea con libro bianco che ottiene il via libera e impegno a non aumentare i bilanci nazionali senza condizionalità che spingano verso la difesa comune”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd, sui social.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni oggi ha parlato di tutto tranne che del ruolo che l’Europa deve avere. Ha però parlato molto di Trump, a cui si è affidata per la soluzione della guerra in Ucraina. In pratica, sulle grandi questioni internazionali, Meloni scarica l’Europa e, politicamente, consegna l’Italia totalmente nelle mani degli Usa, omettendo tra l’altro che le proposte da lei avanzate sono state tutte puntualmente ignorate dal presidente americano. Altro che sovranismo, autorevolezza e ruolo ritrovato dell’Italia”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Europa che vuole Meloni è una Europa vassalla di Trump e di Musk, che non costruisce una propria difesa, che accetta passivamente i dazi e che osserva immobile che Russia e Usa si spartiscano l’Ucraina. In questo scenario, Meloni non disegna nè immagina un ruolo dell’Europa, sperando che la zatterina Italia non affondi nell’Atlantico. Tutto l’opposto di quello che chiediamo noi: Europa federale fino agli Stati Uniti d’Europa, esercito comune, politica estera comune, e più integrazione europea. In due parole: più Europa”, conclude Magi.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Un ulteriore punto di cui ci occuperemo al Consiglio europeo sarà il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali, un passo decisivo e allo stesso tempo una necessità improcrastinabile per dotare l’Europa di un’infrastruttura finanziaria capace di stimolare quegli investimenti privati di cui non possiamo più fare a meno se vogliamo sostenere la competitività. Non possiamo più fingere di non vedere come ogni anno oltre 300 miliardi di euro di liquidità europea finiscano in investimenti extra Ue. Sono investimenti che abbiamo la possibilità, e il dovere, di intercettare. Il Vertice Euro, in agenda per giovedì pomeriggio, ci darà l’occasione di approfondire questi temi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - La procura di Roma ha chiesto il processo per quattro medici in relazione alla morte di Andrea Purgatori, avvenuta nel luglio 2023. L’accusa contestata è di omicidio colposo. I pm di piazzale Clodio avevano chiuso le indagini lo scorso dicembre nei confronti del radiologo Gianfranco Gualdi, l’assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, e il cardiologo Guido Laudani. Ora la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare che prenderà il via il prossimo 19 settembre.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha adottato il provvedimento direttoriale che definisce i termini di apertura dello sportello e le modalità di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni finalizzati a favorire l’acquisto di propulsori elettrici in caso di dismissione di motori endotermici per la nautica da diporto. Le istanze potranno essere presentate dalle ore 12.00 del giorno 8 aprile e fino alle ore 12.00 del giorno 8 maggio attraverso lo sportello online Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Mimit. Lo comunica Confindustria Nautica.
Il provvedimento fa seguito all’adozione del decreto del ministro Adolfo Urso, di concerto con i ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Economia e delle Finanze del 5 settembre 2024, e include anche l’acquisto di un eventuale pacco batterie per l’impiego e l’istallazione sulle unità da diporto. Alla misura sono destinati 3 milioni di euro.
Le domande devono essere presentate esclusivamente tramite la procedura informatica resa disponibile sul sito istituzionale del Soggetto gestore (www.invitalia.it) ed accessibile anche dal sito del Ministero (www.mimit.gov.it) tramite Spid. È richiesto il possesso di una casella di posta elettronica certificata (Pec) attiva. I richiedenti possono delegare alla compilazione della domanda una persona fisica individuata a mezzo di delega conferita con dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
I soggetti beneficiari potranno presentare una sola domanda di agevolazione che potrà riguardare l’acquisto di un massimo di due motori elettrici, nel caso in cui il richiedente sia una persona fisica, e più motori nel caso in cui il richiedente sia un’impresa proprietaria di unità da diporto utilizzate per fini commerciali.
Le agevolazioni, concesse sotto forma di contributo a fondo perduto e nella misura massima del 50% delle spese ammissibili, prevedono un importo concedibile fino a 8.000 euro nel caso di persona fisica e fino a 50.000 euro nel caso di impresa.
Fermi i limiti soggettivi imposti, il contributo per ogni singolo motore elettrico fuoribordo dotato di batteria integrata di potenza non inferiore a 0,5 Kw e fino a 12 Kw, è di 2.000 euro mentre per quelli fuoribordo con batteria esterna, entrobordo, entrofuoribordo o Pod è di 10.000 euro. Le agevolazioni concesse sono erogate in un’unica soluzione, successivamente alla integrale conclusione dell’acquisto.
“Questo provvedimento integra le moltissime iniziative di riforma normativa promosse attivamente dall’Associazione nazionale di categoria nell’ultimo biennio, principalmente orientate alla concorrenzialità della grande nautica, alla riduzione degli adempimenti per i diportisti, alla competitività delle aziende del charter e, appunto, alla piccola nautica” - commenta Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica. “Voglio a questo proposito ricordare la revisione del Regolamento di attuazione al Codice della nautica, con diverse disposizioni a favore dei natanti, e l’introduzione del Patentino D1, di cui è alla firma il decreto contenente le modalità di esame, in una fase in cui il nostro Ufficio Studi nell’ultima indagine sul mercato ha rilevato che, se le prospettive dell’industria nautica sono complessivamente positive, la piccola nautica registra incertezze”.
Nell’ottica di sostegno all’intero comparto si inquadra altresì il rafforzamento del Salone Nautico Internazionale di Genova, giunto alla sua 65° edizione, di cui lo scorso 20 febbraio sono state aperte le iscrizioni, e che quest’anno vedrà completati i lavori dell’area del Waterfront cittadino ridisegnato da Renzo Piano e si aprirà al pubblico il 18 settembre 2025.
Roma. 18 mar. (Adnkronos Salute) - 'Sos uova' negli Usa, con scaffali vuoti e prezzi alle stelle causati dall'ondata di focolai di influenza aviaria negli allevamenti. "Le uova sono un alimento altamente nutriente, ricco di proteine di elevata qualità, vitamine e minerali essenziali per il benessere del corpo. Grazie al loro valore biologico e alle numerose proprietà benefiche, sono spesso protagoniste in cucina, sia in preparazioni dolci che salate. La recente epidemia di influenza aviaria negli Stati Uniti ha portato all'abbattimento di milioni di galline ovaiole. Ma la buona notizia è che esistono molte alternative valide che possono compensare, almeno in parte, le caratteristiche nutrizionali e funzionali delle uova". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è l'immunologo clinico Mauro Minelli, docente di Nutrizione all'Università Lum.
"Negli ultimi anni, sempre più persone scelgono di eliminare le uova dalla propria alimentazione, sia per motivi etici - come nel caso di chi segue una dieta vegana - sia per esigenze di salute, come accade per esempio in caso di allergie o di eventuali intolleranze", osserva Minelli. "Se consumate come alimento principale, alcune fonti vegetali come quinoa, soia e ceci possono rappresentare un'ottima alternativa - suggerisce il docente - poiché ricche di proteine, vitamine e minerali in grado di avvicinarsi ai benefici offerti dalle uova. Sostituire le uova nelle ricette, invece, può risultare più complesso. Oltre ad apportare valore nutrizionale, infatti, questo ingrediente svolge anche un ruolo fondamentale nella struttura delle preparazioni, fungendo da legante e agente lievitante".
Secondo Minelli, "in alcuni casi, i formaggi possono sostituire le uova per il loro elevato tenore in proteine, simile a quello delle uova. In particolare, i sostituti dell'uovo possono essere i formaggi cremosi come la ricotta o il mascarpone, che spesso vengono usati come legante di altri ingredienti in impasti di torte salate, polpette o ripieni; oppure il formaggio grattugiato, come il parmigiano o il pecorino, può dare struttura e compattezza a preparazioni come sformati e gnocchi". Sebbene non esista un unico alimento vegetale in grado di replicare la funzione di legante e di agente lievitante, "è possibile ottenere risultati simili utilizzando diverse alternative. Ad esempio, si possono impiegare ingredienti come purea di frutta, yogurt vegetale o farina di ceci per migliorare la consistenza e il legame tra gli elementi, mentre per la lievitazione si può ricorrere a lievito chimico o bicarbonato di sodio", conclude il medico.