Landini dice che le assenze parlano da sole. Cofferati spiega che il Pd ha sbagliato a non aderire alla manifestazione della Fiom. Il segretario del Pd Guglielmo Epifani replica: “Il problema non è stare in piazza, ma ascoltare la piazza e dare alla piazza le risposte”. “Quando una forza politica sostiene un governo – rileva l’ex segretario della Cgil – il suo primo imperativo è dare risposte alle persone che pongono problemi. Esattamente ciò che ha fatto il governo. Oggi in piazza si è detto ‘ripartire dal lavoro’, il governo è ripartito esattamente da quello”. Il leader dei democratici ricorda che il primo provvedimento del governo “è stato il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per un miliardo, la proroga dei contratti dei precari nelle pubbliche amministrazioni, il ripristino dei contratti di solidarietà. Queste misure parlano della condizione del lavoro, soprattutto nei settori più esposti della società, piccole e medie imprese e precari”. A chi gli faceva notare le critiche arrivate da più parti per la sua assenza, in particolare dal suo predecessore Cofferati, il segretario Pd ha risposto: “E’ una opinione legittima come tante altre. Il Pd ha il dovere di ascoltare, di fare e di stare insieme al mondo del lavoro. Quindi si ascolta chi sta in piazza e si risponde a tutto il mondo del lavoro”.

Il segretario democratico riserva un paio di risposte sull’Imu a Berlusconi e a Grillo. La prima è per negare un presunto successo del Pdl nella partita all’interno del governo, come rivendicato dagli esponenti berlusconiani: “A me è venuto il sospetto che tutta questa enfasi di Berlusconi nasconda invece un problema – dice Epifani – Berlusconi aveva chiesto che venisse restituita l’Imu del 2012 e non è così. Aveva chiesto la cancellazione e c’è invece una sospensione. Insomma lui può anche dire che ha vinto ma non è così”.

La seconda, al leader dei Cinque Stelle, serve a contestare che la sospensione dell’imposta sia uno “zuccherino” davanti a tante tragedie. “A me la parola zuccherino non piace. Siamo in una fase in cui non c’è un soldo. Il governo ha trovato quello che poteva trovare e lo ha messo sul lavoro e non su altro. Poi c’è uno scarto enorme tra quello che il paese chiede e le possibilità che ci sono. Per questo è importante il passaggio di giugno in Europa. Se usciamo dall’infrazione che ci mette le manette ai polsi e se tutta l’Ue capisce che di rigore l’Europa muore e l’euro muore e comincia a ragionare su come mettere risorse per investire e creare lavoro per i giovani, allora una parte dei problemi potrà essere risolta. Ma i miracoli non li fa nessuno, neanche Grillo”. A chi gli chiede se tema che il Movimento 5 Stelle possa sottrarre consensi al Pd, Epifani risponde: “Il Pd non ha paura. Si deve avere paura solo se non si hanno le idee chiare. Noi le abbiamo. Ci siamo presi la responsabilità di sostenere questo governo e la porteremo avanti con rigore per il bene del Paese”. 

Infine due pillole su questioni che stanno agitando in queste settimane il partito. La prima è l’eventuale voto per l’ineleggibilità di Berlusconi. Il capogruppo al Senato Luigi Zanda ha ripetuto più volte che lui voterebbe per il sì, Epifani rallenta: “Il Pd discuterà di questo tema e deciderà chi deve decidere”. Dunque cosa farà il Pd in giunta, convocata martedì, sulla incandidabilità dell’ex presidente del Consiglio? “Non siamo al sì o no. E’ un po’ più complicato…”.

Il secondo nodo è quello su Romano Prodi che, deluso per le ultime performance del partito che ha fondato, sarebbe tentato dall’abbandono: “Prodi l’ho sentito al telefono come sto sentendo le altre personalità del partito – afferma il leader democratico – Credo che nei prossimi giorni ci vedremo”.

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