Si nota più se vengo e sto in un angolo o se non vengo e mando un comunicato? Francesco Guccini interviene sul referendum per i finanziamenti comunali alle scuole materne paritarie nelle ultime ore disponibili (si vota il 26 maggio) prendendo attivamente parte alla contesa. E lo fa dichiarandosi per l’opzione A, quella contro il milione di euro comunale dato alle scuole private che vede dalla parte opposta, e con una convinzione senza eguali, il sindaco Virginio Merola, che solo pochi giorni fa aveva commentato con vigore l’opinione di Nichi Vendola sulla consultazione dandogli dello “strumentalizzatore vergognoso”.
“Il 24 maggio (giorno della festa di chiusura in Piazza Maggiore del Comitato articolo 33, ndr) non posso essere con voi, ma sono qui con il cuore ad accompagnare la vostra campagna – spiega il “maestrone” – Sarò a Pistoia a discutere di viaggi e incontri ai ‘Dialoghi sull’uomo’ e questa coincidenza mi porta a pensare proprio alla scuola – e alla scuola dell’infanzia, pubblica, laica e plurale – come uno dei luoghi fondamentali dove l’uomo prende forma e inizia il suo viaggio”.
“Entrare alla scuola pubblica, ove si opera senza discriminazioni e senza indirizzi confessionali, è il primo passo di ogni individuo che voglia imparare l’alterità e la condivisione“, continua, “è il primo passo di ogni essere umano per diventare uomo, per diventare donna… Insomma, non posso non fare mia la lezione di Piero Calamandrei, quella contenuta nel suo celebre ‘Discorso in difesa della scuola nazionale’, e da quelle parole traggo il mio augurio e il mio saluto per tutti voi: “Bisogna, amici, continuare a difendere nelle scuole la Resistenza e la continuità della coscienza morale“.
L’endorsement di Guccini per l’opzione A segue quello di decine di artisti tra cui Ivano Marescotti, Riccardo Scamarcio, Valeria Golino e Michele Serra.
Romano Prodi voterà invece l’opzione B. “Se, come spero, riuscirò a tornare in tempo da Addis Abeba, domenica prossima voterò sui quesiti riguardanti le scuole dell’infanzia e voterò l’opzione B“, ha scritto sul suo sito web l’ex premier, Romano Prodi, calando l’asso per il comitato dell’opzione che vuole mantenere i finanziamenti pubblici alle scuole private.
“Dico subito che, a mio parere, il referendum si doveva evitare perché apre in modo improprio un dibattito che va oltre i ristretti limiti del quesito stesso – continua – il mio voto è motivato da una semplice ragione di buon senso: perché bocciare un accordo che ha funzionato bene per tantissimi anni e che, tutto sommato, ha permesso , con un modesto impiego di mezzi, di ampliare almeno un po’ il numero dei bambini ammessi alla scuola dell’infanzia e ha impedito dannose contrapposizioni? Ritengo che sia un accordo di interesse generale“.
Le critiche al comitato referendario non mancano: “La motivazione più forte di chi vota l’opzione A è che i mezzi forniti alla scuola statale e comunale siano così scarsi che le casse comunali non possono allargare il loro impegno al di fuori del loro stretto ambito. Credo tuttavia che le restrizioni che oggi drammaticamente limitano l’azione del Comune e in generale penalizzano la scuola siano dovute a una errata gerarchia nella soluzione dei problemi del Paese e non ad accordi di questo tipo”.