I due fermati per l’omicidio del soldato Lee Rigby, trucidato in strada con un machete in strada a Londra, erano pronti a spargere altro sangue. E’ il Daily Mirror a rivelare, con un video, che gli attentatori volevano uccidere anche gli agenti arrivati sul posto. Nelle immagini si vede Michael Adebolajo lanciarsi verso l’auto della polizia armato di una lama, mentre il secondo, punta una pistola contro gli agenti. La polizia reagisce e spara ferendo i due assalitori, che finiscono a terra.
Intanto è stato identificato anche il secondo attentatore. Si chiama Michael Adebowale e, secondo quanto riferisce la Bbc, ha 22 anni ed è di Greenwich, nel sudest di Londra. L’altro, il 28enne originario dell’Essex Michael Adebolajo era già stato identificato. Entrambi si erano convertiti all’Islam e, da quanto rivelano alcuni vicini di casa ai media inglesi, ad Adebowale era stato fatto un “lavaggio del cervello“. I due sono feriti e ricoverati in ospedale, piantonati dagli agenti, ma non è stato chiarito se siano già stati interrogati.
I servizi interni britannici e Scotland Yard, intanto, sono in allerta per il timore che l’atto terroristico dei due uomini possa essere emulato da altri estremisti. Timori che sono stati illustrati anche al primo ministro David Cameron nella riunione del comitato di emergenza Cobra ieri, riferisce il Times. “La nostra grande preoccupazione è che l’episodio possa essere facilmente copiato“, è la rivelazione al Times.
E proprio i servizi segreti sono finiti al centro della polemica per non essere riusciti a prevedere l’azione degli estremisti, nonostante fossero noti come soggetti a rischio. Ma il governo si schiera dalla loro parte. Intervistato dalla Bbc, il ministro delle comunità Eric Pickles ha detto che è impossibile controllare tutti in ogni momento: “verrà fatta un’attenta indagine per stabilire cosa sapessero i servizi di sicurezza, ma io ho visto esperti spiegare quanto sia difficile in una società libera tenere tutti sotto controllo”.
Sempre dal governo britannico, riferiscono i media inglesi, fanno sapere che uno dei due aggressori “aveva tentato di andare in Somalia per addestrarsi o combattere con gli integralisti somali degli Shabaab“.