Chi salverà Salsomaggiore Terme dal declino? Per la storica roccaforte del centrosinistra le elezioni del 26 e 27 maggio rappresentano un punto di svolta. Da destra a sinistra, fino ai Cinque stelle che tentano il bis dopo la vittoria di Parma e alle liste civiche, i candidati alla fascia tricolore del Comune parmense promettono un cambiamento che da anni tarda ad arrivare. Le Terme e il turismo sono il punto centrale dei programmi dei sette candidati rimasti dopo l’esclusione di Mario Spezia, ex vicepresidente della Provincia di Piacenza eliminato dalla corsa per irregolarità nell’autenticazione delle firme. E soprattutto, la promessa di tagliare con il passato di crisi economica, ma anche politica.
Il Comune che da settembre è commissariato, negli ultimi trent’anni di governo di centrosinistra con due brevi esperienze di centrodestra (finite in entrambi i casi con un commissariamento), si è trasformato da città del turismo a città dormitorio. Investimenti sbagliati (o non investimenti) nel settore termale, ora in profonda crisi, e una politica di poltrone più che di progetti hanno paralizzato il territorio, lasciando un Comune con oltre 30 milioni di debito e un sistema ricettivo che fa fatica a rilanciarsi. Nella ridente cittadina liberty di 20mila abitanti l’epoca d’oro con le sfilate di Miss Italia e dei divi del cinema sembra passato remoto e di quel periodo rimangono i grandi alberghi chiusi lasciati al degrado, le serrande abbassate di un paese che sembra essersi fermato.
L’ultimo fallimento fatale è stato nel 2011 con la breve esperienza amministrativa del sindaco della Lega Nord Giovanni Carancini, sostenuto da una coalizione formata da Pdl, Udc e una lista civica, e sfiduciato dalla sua stessa maggioranza dopo un anno e mezzo. Ora però, in vista delle elezioni, le forze che hanno fatto cadere la giunta Carancini hanno seppellito l’ascia di guerra e si sono riunite intorno alla figura di Marco Caselgrandi, civico che è riuscito a rimettere insieme in un’unica lista Pdl, Lega Nord, Udc e La Destra. Un “cartello” prima ancora che un’alleanza, visto che fino a poche settimane prima della presentazione delle liste si parlava di corse solitarie. “Ho imposto che tutti facessero un passo indietro, che si superassero i personalismi e i particolarismi dei partiti” spiega il candidato, che propone una visione imprenditoriale e di buon senso per riconquistare la fiducia dei cittadini.
Alle politiche di febbraio il centrodestra si è attestato a quota 30 per cento, quasi a pari merito con il centrosinistra e con il Movimento 5 stelle, confermando il tripolarismo che c’è a livello nazionale, anche se la vera novità è che con il 28 per cento delle preferenze alla Camera i Cinque stelle si sono affermati come il primo partito a Salso. La partita dunque è aperta, anche se fare pronostici, contando anche la forza delle liste civiche, non è facile.
Se il centrodestra è riuscito a ricompattarsi, lo stesso non si può dire del centrosinistra e del Pd, che rischia invece la dispersione dei voti. Il candidato ufficiale è Filippo Fritelli, renziano uscito vincitore dalle primarie, appoggiato dall’apparato e da Rifondazione comunista. Fritelli, da rottamatore, ha costruito un programma che strizza l’occhio al M5S su trasparenza e partecipazione, tagli alla burocrazia e sobrietà nei costi, incarichi affidati per competenze e non per tornaconti politici, e guarda con criticità alle precedenti gestioni di centrosinistra: “Il centrosinistra – dice – negli ultimi anni ha perso consenso a causa di mancanza di adeguate soluzioni per la città, soprattutto dal punto di vista economico. Dobbiamo riconquistare gli elettori, non c’è più un voto di bandiera, ma di opinione”.
Il colpo di scena però non è mancato, perché poche settimane fa a scendere in campo è stato un altro volto del centrosinistra, Andrea Fellini, assessore provinciale (ruolo che lascerà nel caso di elezione) che si candida con una lista civica sostenuta da Sel e Pdci e che potrebbe raccogliere i voti dei bersaniani rimasti fuori gioco con Fritelli. Ex assessore di Salso nella giunta Pd di Stefano Tedeschi, Fellini già nel 2011 aveva corso per la fascia di sindaco con una lista politica Pdci e Idv, e la scelta di chiudere con i simboli dei partiti questa volta non è casuale. “Nessuno è obbligato a fare le primarie – spiega – sono candidato con una lista civica e credo di potere fare molto per il territorio”. Rompere con l’autoreferenzialità e le posizioni di rendita, insomma con la vecchia politica salsese e “salsocentrica” è quanto assicura.
Una “rivoluzione” promessa anche dai Cinque stelle, che in Comune a Salsomaggiore erano già all’opposizione e che, come da copione, hanno rifiutato alleanze e perfino incontri con le altre forze politiche. I partiti tradizionali temono l’effetto Parma, e il candidato Francesco Sozzi, che ha conosciuto Federico Pizzarotti alla scuola dei sindaci, ci spera: “Abbiamo fatto una certa gavetta, è ora di chiudere con la vecchia politica che ha affossato Salso”. Bilancio partecipato, pubblicazione e discussione di tutte le delibere, incontri con i cittadini e trasparenza assoluta la ricetta già rodata e apprezzata, stando ai risultati finora ottenuti.
Per un cambio di rotta rispetto al sistema dei partiti che “hanno ingessato la città e distribuito poltrone senza badare alle competenze” si pone anche Matteo Orlandi, candidato per la seconda volta con la lista civica Cambiare Salsomaggiore e con un passato nella giunta Tedeschi, che ora punta a scandagliare i conti del Comune per “risvegliare la città e trasformarla davvero in un centro turistico”.
Dall’alleanza con il centrodestra è rimasta fuori Gaetana Russo, che dopo la richiesta senza riscontro di primarie per il centrodestra, ha deciso di correre da sola con la lista civica Scelta Unica appoggiata da Fratelli d’Italia. Unica donna in campo, Russo critica la “mancanza di controllo della cosa pubblica delle gestioni precedenti” e promette “professionisti al posto dei politici” per ridare respiro all’economia della città termale.
Sempre dai cittadini nasce Scelta civica di Gianluigi Zanardi, che riunisce salsesi estranei alla politica che si sono convinti a scendere in campo “per salvare la propria città e cambiare il modo di amministrare la cosa pubblica”.
Se i programmi promettono di far rivivere Salsomaggiore, la vera differenza la farà la scelta dei cittadini, che probabilmente, visto il numero dei candidati, si ritroveranno a dover votare al ballottaggio tra i due candidati vincitori al primo turno.
Emilia Romagna
Salsomaggiore, la roccaforte Lega Nord che 5 Stelle e Pd vogliono riconquistare
Nella città delle terme in crisi, la destra che ha fatto cadere Carancini si ricompatta con Lega e Udc attorno al civico Caselgrandi. Democratici e Rifondazione stanno con il renziano Fritelli, ma spunta Fellini sostenuto da Sel, Pdci e bersaniani. Il Movimento di Grillo, primo partito a febbraio, punta su Sozzi sognando l’effetto Pizzarotti
Chi salverà Salsomaggiore Terme dal declino? Per la storica roccaforte del centrosinistra le elezioni del 26 e 27 maggio rappresentano un punto di svolta. Da destra a sinistra, fino ai Cinque stelle che tentano il bis dopo la vittoria di Parma e alle liste civiche, i candidati alla fascia tricolore del Comune parmense promettono un cambiamento che da anni tarda ad arrivare. Le Terme e il turismo sono il punto centrale dei programmi dei sette candidati rimasti dopo l’esclusione di Mario Spezia, ex vicepresidente della Provincia di Piacenza eliminato dalla corsa per irregolarità nell’autenticazione delle firme. E soprattutto, la promessa di tagliare con il passato di crisi economica, ma anche politica.
Il Comune che da settembre è commissariato, negli ultimi trent’anni di governo di centrosinistra con due brevi esperienze di centrodestra (finite in entrambi i casi con un commissariamento), si è trasformato da città del turismo a città dormitorio. Investimenti sbagliati (o non investimenti) nel settore termale, ora in profonda crisi, e una politica di poltrone più che di progetti hanno paralizzato il territorio, lasciando un Comune con oltre 30 milioni di debito e un sistema ricettivo che fa fatica a rilanciarsi. Nella ridente cittadina liberty di 20mila abitanti l’epoca d’oro con le sfilate di Miss Italia e dei divi del cinema sembra passato remoto e di quel periodo rimangono i grandi alberghi chiusi lasciati al degrado, le serrande abbassate di un paese che sembra essersi fermato.
L’ultimo fallimento fatale è stato nel 2011 con la breve esperienza amministrativa del sindaco della Lega Nord Giovanni Carancini, sostenuto da una coalizione formata da Pdl, Udc e una lista civica, e sfiduciato dalla sua stessa maggioranza dopo un anno e mezzo. Ora però, in vista delle elezioni, le forze che hanno fatto cadere la giunta Carancini hanno seppellito l’ascia di guerra e si sono riunite intorno alla figura di Marco Caselgrandi, civico che è riuscito a rimettere insieme in un’unica lista Pdl, Lega Nord, Udc e La Destra. Un “cartello” prima ancora che un’alleanza, visto che fino a poche settimane prima della presentazione delle liste si parlava di corse solitarie. “Ho imposto che tutti facessero un passo indietro, che si superassero i personalismi e i particolarismi dei partiti” spiega il candidato, che propone una visione imprenditoriale e di buon senso per riconquistare la fiducia dei cittadini.
Alle politiche di febbraio il centrodestra si è attestato a quota 30 per cento, quasi a pari merito con il centrosinistra e con il Movimento 5 stelle, confermando il tripolarismo che c’è a livello nazionale, anche se la vera novità è che con il 28 per cento delle preferenze alla Camera i Cinque stelle si sono affermati come il primo partito a Salso. La partita dunque è aperta, anche se fare pronostici, contando anche la forza delle liste civiche, non è facile.
Se il centrodestra è riuscito a ricompattarsi, lo stesso non si può dire del centrosinistra e del Pd, che rischia invece la dispersione dei voti. Il candidato ufficiale è Filippo Fritelli, renziano uscito vincitore dalle primarie, appoggiato dall’apparato e da Rifondazione comunista. Fritelli, da rottamatore, ha costruito un programma che strizza l’occhio al M5S su trasparenza e partecipazione, tagli alla burocrazia e sobrietà nei costi, incarichi affidati per competenze e non per tornaconti politici, e guarda con criticità alle precedenti gestioni di centrosinistra: “Il centrosinistra – dice – negli ultimi anni ha perso consenso a causa di mancanza di adeguate soluzioni per la città, soprattutto dal punto di vista economico. Dobbiamo riconquistare gli elettori, non c’è più un voto di bandiera, ma di opinione”.
Il colpo di scena però non è mancato, perché poche settimane fa a scendere in campo è stato un altro volto del centrosinistra, Andrea Fellini, assessore provinciale (ruolo che lascerà nel caso di elezione) che si candida con una lista civica sostenuta da Sel e Pdci e che potrebbe raccogliere i voti dei bersaniani rimasti fuori gioco con Fritelli. Ex assessore di Salso nella giunta Pd di Stefano Tedeschi, Fellini già nel 2011 aveva corso per la fascia di sindaco con una lista politica Pdci e Idv, e la scelta di chiudere con i simboli dei partiti questa volta non è casuale. “Nessuno è obbligato a fare le primarie – spiega – sono candidato con una lista civica e credo di potere fare molto per il territorio”. Rompere con l’autoreferenzialità e le posizioni di rendita, insomma con la vecchia politica salsese e “salsocentrica” è quanto assicura.
Una “rivoluzione” promessa anche dai Cinque stelle, che in Comune a Salsomaggiore erano già all’opposizione e che, come da copione, hanno rifiutato alleanze e perfino incontri con le altre forze politiche. I partiti tradizionali temono l’effetto Parma, e il candidato Francesco Sozzi, che ha conosciuto Federico Pizzarotti alla scuola dei sindaci, ci spera: “Abbiamo fatto una certa gavetta, è ora di chiudere con la vecchia politica che ha affossato Salso”. Bilancio partecipato, pubblicazione e discussione di tutte le delibere, incontri con i cittadini e trasparenza assoluta la ricetta già rodata e apprezzata, stando ai risultati finora ottenuti.
Per un cambio di rotta rispetto al sistema dei partiti che “hanno ingessato la città e distribuito poltrone senza badare alle competenze” si pone anche Matteo Orlandi, candidato per la seconda volta con la lista civica Cambiare Salsomaggiore e con un passato nella giunta Tedeschi, che ora punta a scandagliare i conti del Comune per “risvegliare la città e trasformarla davvero in un centro turistico”.
Dall’alleanza con il centrodestra è rimasta fuori Gaetana Russo, che dopo la richiesta senza riscontro di primarie per il centrodestra, ha deciso di correre da sola con la lista civica Scelta Unica appoggiata da Fratelli d’Italia. Unica donna in campo, Russo critica la “mancanza di controllo della cosa pubblica delle gestioni precedenti” e promette “professionisti al posto dei politici” per ridare respiro all’economia della città termale.
Sempre dai cittadini nasce Scelta civica di Gianluigi Zanardi, che riunisce salsesi estranei alla politica che si sono convinti a scendere in campo “per salvare la propria città e cambiare il modo di amministrare la cosa pubblica”.
Se i programmi promettono di far rivivere Salsomaggiore, la vera differenza la farà la scelta dei cittadini, che probabilmente, visto il numero dei candidati, si ritroveranno a dover votare al ballottaggio tra i due candidati vincitori al primo turno.
Il potere dei segreti
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.