Cinque ragazzi suicidi tra il 2004 e il 2011. Cinque casi che ruotano attorno a un liceo di Saluzzo. A unirli una sola ipotesi investigativa: il satanismo che corre sotto traccia in quel triangolo di Piemonte a nord di Cuneo. Questo il quadro. Ecco i fatti. Un sms inviato a un compagno di classe, uno zaino di scuola, un diario, un libro. E ancora il disagio dell’adolescenza, la passione per il rock estremo, metallo pesante lanciato oltre il limite. La storia inizia così. E subito si trasforma in sospetto, ombra nera, paura, indizio. L’idea spacca il cuore. Eppure quel libro dentro allo zaino c’è, si vede, si tocca. Niente incubi. Solo realtà. “Qui troverai la verità e la fantasia. L’una è necessaria all’altra. Quello che vedrete potrà anche non piacervi. Qui finalmente troverete un pensiero satanico”. Ultime righe del prologo alla Bibbia di Satana di Anton Szandor Lavey. Organista per le strade di San Francisco, nel 1966 fonda la Chiesa di Satana. Diventa il “papa nero”. E lo resta fino al giorno della sua morte. Infarto nel 1997.
Ma che ci fa un libro del genere nello zaino di scuola di Carlo (nome di fantasia) studente di un liceo di Saluzzo, provincia di Cuneo? Domande per spiegare un sospetto. Dati oggettivi per costruire una prova. Proseguiamo. “Ordine eseguito, bestemmiato in San Pietro”, firmato Carlo. Messaggio per un amico e compagno di classe. Chi riceve l’sms forse sorride. I genitori che leggono non sanno cosa credere. E poi ci sono le figure nel diario di Carlo, all’inizio solo abbozzate, quindi sempre più precise, consapevoli, esperte. Quelle croci pagane che per essere disegnate richiedono studio, conoscenze. Arriveranno accessi d’ira e sintomi fisici: il controllo dell’urina e del sonno. Il ragazzo presenta tutte le caratteristiche del “reclutato” al satanismo. Tanto basta. Un esposto arriva in Procura. Poche pagine. E un fatto inquietante: la professoressa, che insegna religione nella classe di Carlo, ha chiesto ai suoi alunni di fare una ricerca, scegliendo tra quattro temi: il satanismo, la zoofilia e le parafilie in genere, le dipendenze. La conferma arriva dalla stessa insegnante.
I dirigenti sanno, ma non intervengono. Il procuratore Maria Cristina Bianconi inizia a indagare. Siamo nella primavera del 2012. Da subito, l’istituto frequentato da Carlo diventa il caposaldo attorno al quale far girare le indagini. Si va oltre. Sotto osservazione ci sono alcuni ragazzi di una precisa sezione. Sono cinque, forse sei. Tra loro anche Carlo. La denuncia, così, fissa un punto. Da qui si torna indietro. Il nastro si riavvolge fino al 7 dicembre 2004. Giorno di Sant’Ambrogio. Pomeriggio. Il corpo di Paola V. viene ritrovato ai piedi di un pilone dell’acquedotto di Savigliano. Era scomparsa il 2 dicembre. Aveva 18 anni. Classificazione: suicidio. Paola aveva frequentato lo stesso istituto di Carlo. Dopo di lei, altri quattro ragazzi suicidi, i cui nomi, a oggi, stanno scritti sulla copertina di fascicoli vuoti. L’ultimo caso il 30 aprile 2011. Muore Kim M. La trovano impiccata dietro casa. Non era ancora maggiorenne. Anche lei, grazie alla conoscenza con una professoressa, aveva rapporti diretti con l’istituto di Saluzzo. A questo punto l’ipotesi d’accusa è chiara: istigazione al suicidio. Sul tavolo della Procura ci sono 5 morti e un sospetto di satanismo che corre tra i comuni della Provincia Granda.
L’inchiesta, però, pedala in salita. L’argomento è delicato. Chi sa non parla. L’ambiente, del resto, non aiuta. Il Saluzzese è zona molto ricca con una forte connotazione cattolica. Negli anni, qui, sono nate decine di associazioni per il recupero di ragazzi disagiati. Tra Barge, Bagnasco e Bagnolo Piemonte ci sono preti esorcisti e monasteri cistercensi, ordine che diede accoglienza ai Poveri Cavalieri di Cristo, meglio conosciuti come Templari. Saluzzo, poi, è sede vescovile oggi diretta dal vescovo Giuseppe Guerrini. Tra i poteri della diocesi c’è la nomina dei professori di religione. E che l’alto prelato conosca l’insegnante di religione è cosa certa. Il 17 maggio, infatti, Guerrini ha assistito, nel carcere di Saluzzo, alla presentazione del libro della prof. Naturalmente, la conoscenza non implica che il vescovo sappia delle singolari ricerche che la signora richiede ai suoi alunni. Scuola e Chiesa. E cala il silenzio. É il caso di un altro professore dello stesso istituto che sarà destinatario delle confidenze (probabilmente attraverso una lettera) di Paola V. La ragazza racconta dei suoi rapporti con il satanismo. L’insegnante ne parla con i colleghi. La voce gira. E siamo ancora nel 2004. Sentito dal magistrato, però, lo stesso professore non ricorda. Dice qualcosa di più una studentessa. Conferma che della morte di Paola se ne è discusso a lungo al bar. E nessuno ha mai fatto mistero dei collegamenti con il pensiero satanico.
Svelano molto i disegni della ragazza: donne sollevate da terra e avvolte in lunghi drappi scuri. Chi conosce la materia non ha dubbi: quelli sono altari per il tributo a Satana. Subito dopo il ritrovamento del suo cadavere, la mamma racconta: “Paola era ossessionata dall’idea della morte”. Il padre, invece, vuole capire: “Tra il 2 e il 7 dicembre Paola cos’ha fatto, dove è stata e con chi?”. Di quella morte si trovano tracce anche su internet. Già il 2 dicembre (data della scomparsa), sul forum igz.it , tale Ethernial rivela che quel giorno la ragazza indossava una gonna nera e scarpe da ginnastica bianche. Un anno dopo, sempre sullo stesso forum, qualcuno la ricorda. Si scopre che Paola si faceva chiamare Vampire. Di lei si dice che “credeva fortemente in Dio e allo stesso tempo lo odiava con tutto il cuore” . In questa storia, poi, Facebook gioca un ruolo decisivo. Foto, amici, informazioni personali, discussioni, rivelano molto. Il compagno di classe di Carlo che riceve l’sms da San Pietro, e che in Rete si fa chiamare Burzum (come una rock band norvegese che negli anni Novanta bruciò diverse chiese), conferma di aver partecipato a riti satanici e di aver conosciuto importanti satanisti del Saluzzese. Tra gli amici del suo profilo, oltre a Carlo,c’è l’ex fidanzato di Paola, che era con lei poche ore prima della scomparsa, e altri ragazzi. Studenti ed ex alunni dello stesso istituto. Tutti, sentiti dal magistrato, confermeranno di avere interesse per il satanismo.
Sospetti, indizi, suggestioni. Si controlla tutto, perché il più piccolo particolare può servire. Il 30 aprile 2011, muore Kim M. Impiccata davanti a una fabbrica dismessa. Di mattina. Poco prima era in casa con cinque amiche. All’improvviso scappa e si uccide. Chi indaga intuisce. Eppure è difficile tradurre queste istantanee in un profilo penale. Ci si prova, ma tutto rimane imprigionato nello stesso cupo silenzio che spesso corre per le valli e le montagne che dominano Saluzzo. Il silenzio degli insegnanti, ad esempio, che non denunciano. Tanto da rischiare un’incriminazione per omissione di atti d’ufficio, visto che sono pubblici ufficiali. A nulla servono gli allarmi rivolti a chi la chiesa la rappresenta. Un prete-esorcista della zona per caso inciampa in questa storia. Una madre va da lui. Racconta qualcosa. Di una professoressa e delle strane ricerche. Di una ragazza posseduta dal maligno. Ma nulla di più. Lo incontriamo davanti alla chiesa di un piccolo paese piazzato dentro a una vallata. La provinciale qui corre verso la Liguria. Poche case scrostate, nessuno per strada. Dice che l’unico consiglio possibile, in questi casi, è rivolgersi alle forze dell’ordine. Ci confida che “quelli” sono peggio della mafia, ti cercano, ti trovano, ti uccidono. E ancora: un monaco del monastero cistercense di Pra d’Mill sopra Bagnolo Piemonte conferma una preoccupante diffusione di fenomeni a sfondo satanico. Del tema dice di non essere un esperto. Da lui, però, è andata la madre di uno dei cinque ragazzi suicidi.
Così nove anni dopo il primo suicidio, nulla pare essere cambiato. E nonostante questo, molto è successo. Qualcuno, poi, ci ha anche provato a spezzare questo muro di gomma. Lo ha fatto davanti ai magistrati. Ha tentato nella scuola, portando in classe una suora salutata da alcuni con bestemmie e insulti. Quello stesso giorno, era Pasqua, ha rischiato di morire per un infarto. Suggestioni, paure, indizi. Un’unica certezza: a Saluzzo c’è un grave problema di satanismo. E non è detto che la magistratura possa mettere la parola fine a questa storia. Nonostante gli interrogatori, le intercettazioni degli indagati. E nonostante le conferme.
di Davide Milosa e Ferruccio Sansa
da Il Fatto Quotidiano del lunedì – 27 maggio 2013