Dopo quattro ore di confronto serrato Confindustria ha raggiunto un accordo con i sindacati Cgil, Cisl e Uil sulla rappresentanza e la democrazia sindacale. Con l’intesa interconfederale si introducono nuove regole per misurare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali, certificare gli iscritti e il voto dei lavoratori e dare certezza agli accordi sindacali, che una volta approvati e ratificati a maggioranza semplice varranno effettivamente per tutti. Il patto determina anche le regole con cui validare e rendere esigibili i contratti collettivi nazionali di lavoro.
“E’ una bella notizia”, ha commentato il premier Enrico Letta su twitter, “è il momento di unire, non di dividere, per combattere la disoccupazione”. Festeggia anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha annunciato: “E’ un accordo storico. Dopo 60 anni raggiungiamo le regole per la rappresentanza, che ci permette di avere contratti nazionali pienamente esigibili”. Si prevedono infatti regole per “l’esercizio del diritto di sciopero e sanzioni per mancato rispetto e le conseguenti violazioni”, ha spiegato ancora Squinzi.
Con questo accordo si mettono nero su bianco le regole per certificare gli iscritti e il voto dei lavoratori, indicando la soglia del 5% per sedere al tavolo della contrattazione nazionale. Nel settore privato, come già accade da 20 anni nel pubblico impiego, la rappresentatività verrà misurata attraverso l’incrocio, il mix tra numero degli iscritti e voto proporzionale delle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie). L’intesa indica anche le regole per validare gli accordi, definiti dalle organizzazioni sindacali che rappresentano almeno il 50% più uno, cioè la maggioranza semplice. La stessa maggioranza semplice richiesta per la consultazione certificata dei lavoratori, il voto a cui cioè verranno sottoposti gli stessi accordi.
“L’intesa chiude in modo positivo il problema della certificazione della rappresentanza e della rappresentatività dei sindacati”, ha commentato il segretario del Pd, Guglielmo Epifani. “E apre una prospettiva di lavoro unitario sulle regole democratiche mentre in Parlamento si è aperta una stagione di riforme. E’ un bel segnale per tutti”.
La notizia è stata accolta a braccia aperte anche dai sindacati. “Un accordo storico, che mette fine a una lunga stagione di divisioni”, ha dichiarato il leader della Cgil Susanna Camusso. Mentre il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha detto: “E’ una svolta davvero importante nelle relazioni industriali”. E il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, ha aggiunto: “E’ un accordo importante che regolerà i rapporti, le relazioni industriali in modo più chiaro e trasparente. La dimostrazione che le parti sociali sono capaci di autoregolarsi”.