Finita l’era Fiorito e delle tesorerie dei gruppi consiliari con le “spese allegre”, in Regione Lazio è partito il valzer delle nomine di Nicola Zingaretti, che sta riorganizzando la macchina operativa indicando i nuovi dirigenti delle varie strutture. “Nuovi” si fa per dire. In più la selezione non è delle più confortanti viste le considerazioni della Corte dei Conti (e non solo) sull’operato di alcuni di loro (la retribuzione annua lorda per ognuno è di quasi 160mila euro a cui si aggiunge il 30% legato al risultato). Su 12 direzioni per ora sono stati nominati i vertici di 9, tutti interni, alcuni confermati al loro posto dopo il passaggio di consegne tra la Polverini e Zingaretti.
Si parte da Raniero De Filippis, tornato, dopo aver guidato altre strutture, alla direzione di infrastrutture, ambiente e politiche abitative nonostante la Corte dei Conti lo abbia condannato a risarcire la Regione accertando un danno erariale di 750mila euro. De Filippis nel 2002 aveva peraltro patteggiato 5 mesi per abuso d’ufficio e falso ideologico per vicende legate ad una comunità montana di cui era stato commissario liquidatore.
Il suo superiore, Luca Fegatelli, fino al 2010 alla direzione regionale energia e rifiuti, resta alla guida del dipartimento istituzionale e territorio, benché sia indagato per associazione a delinquere e concorso in truffa ai danni dello Stato per la vicenda rifiuti, come riportato dall’Espresso ad ottobre scorso. Innocente fino a condanna definitiva ma non proprio adatto a dirigere anche l’Abecol, l’Agenzia per i beni confiscati alle organizzazioni criminali nel Lazio. Ma è stato nominato da Zingaretti “in considerazione della notevole esperienza dirigenziale dallo stesso maturata all’interno della Regione Lazio, delle conoscenze acquisite e delle capacità di cui ha dato prova” si legge nella delibera firmata dal presidente.
Che dire di Marco Marafini confermato alla direzione della programmazione economica, bilancio, demanio e patrimonio e di Guido Magrini, storico dirigente del bilancio, nominato alla direzione del dipartimento politiche sociali e integrazione? Il loro operato è stato oggetto di alcune censure da parte della Corte dei Conti nell’ultimo referto del dicembre scorso, specificatamente per l’aspetto delle consulenze, contestando all’amministrazione ed alle relative Direzioni regionali di non aver “contezza diretta degli incarichi consulenziali dalle stesse affidati, della somma impegnata, dei nominativi dei consulenti incaricati, degli oggetti degli incarichi, con la conseguente impossibilità di effettuare un reale monitoraggio della spesa effettuata a tale titolo” si legge nel documento. In particolare alle strutture di competenza di Marafini e Magrini si chiede conto di alcune consulenze esterne ed esternalizzazioni di servizi “per più di 2 milioni di euro”.
Alla direzione agricoltura e sviluppo rurale è stato confermato Roberto Ottaviani indagato a Viterbo per l’inchiesta “macchina del fango” che coinvolge, tra gli altri, l’ex assessore regionale all’Agricoltura Angela Birindelli, il giornalista Paolo Gianlorenzo e il sindaco di Viterbo Giulio Marini. I filoni sono tanti e vari, compresa la presunta campagna di stampa a pagamento contro il nemico della Birindelli Francesco Battistoni, ex assessore all’agricoltura rimpiazzato proprio dalla Birindelli. In qualità di responsabile della direzione interna all’assessorato, Ottaviani avrebbe firmato molte delle carte acquisite dagli investigatori e forse anche la delibera che impegnava l’assessorato a stanziare 18mila euro in favore di un quotidiano all’epoca diretto da Gianlorenzo. Pubblicità, dicono gli indagati. Ma il pm Siddi vede in quella somma il prezzo della corruzione contestata tanto alla Birindelli quanto a Gianlorenzo. La contropartita alle presunte manganellate mediatiche sugli avversari dell’assessora. L’ipotesi di reato per Ottaviani è abuso d’ufficio.
Sarà forse anche per questi risultati che le valutazioni relative al raggiungimento degli obiettivi per il 2012, come previsto annualmente dalle normative sull’efficienza e merito nella pubblica amministrazione, non sono ancora state fatte. La legge regionale prevede una priorità nella nomina dei dirigenti di prima fascia che non abbiano demeritato. Alcuni dei designati, non tutti, effettivamente rientrano in questa casistica ma non sono stati valutati e quindi non è stato possibile stabilirne i meriti o i demeriti.
Singolare è anche uno dei passaggi che si legge nelle delibere di nomina “l’attuazione del presente provvedimento resta subordinato alla verifica dei requisiti in materia di inconferibilità e incompatibilità di cui al decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39”. In sostanza si rimanda ad un successivo momento la verifica della compatibilità o meno dell’incarico di vertice dirigenziale con la nuova legge anticorruzione che non permette ai condannati per delitti contro la pubblica amministrazione, anche in via non definitiva, di ricoprire incarichi pubblici per 5 anni. Normalmente si verifica prima la compatibilità per un determinato ruolo di vertice o pubblico e poi, nel caso, si conferisce l’incarico non viceversa.
Le cose, per dire il vero, non vanno molto meglio sul fronte dei fiduciari politici. A cominciare dal capo di gabinetto dello stesso Zingaretti, Maurizio Venafro, che rivestiva lo stesso incarico alla Provincia. Venafro in attesa di processo, da anni, per una vecchia vicenda riguardante la società All Clean, una partecipata pubblica voluta dall’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli per cancellare le scritte dei writer principalmente sui treni delle metropolitane. La All Clean, con la presidenza Venafro, è finita nel mirino della magistratura per via del fallimento della Planet Work, socio privato della All Clean, una coop riconducibile a Pierpaolo Ferilli (il fratello dell’attrice Sabrina Ferilli) e Giulio Saraceni. Secondo l’accusa, col fallimento della Planet Work, sarebbe emersa una contabilità che proverebbe la distrazione di risorse economiche in favore di società facenti capo al Ferilli. Sempre l’accusa, sostiene che Venafro, avrebbe coperto queste attività proprio come presidente della All Clean. L’accusa per lui ed altri è di concorso in bancarotta fraudolenta.
Per finire l’assessore all’agricoltura Sonia Ricci che proprio qualche giorno fa è stata rinviata a giudizio dal gup del tribunale di Latina per una vicenda legata ad un incendio in un’azienda agricola di Sezze, la Agroama. E’ imputata per un rogo di rifiuti con esalazioni nocive per la salute pubblica avvenuto nel settembre 2010, proprio quando era al vertice della società agricola in questione. “Immagina un nuovo inizio”, era il leitmotiv della campagna elettorale di Zingaretti: chissà se i cittadini laziali sognavano di cominciare proprio cosi.
Politica
Regione Lazio, i dirigenti sotto inchiesta e condannati restano anche con Zingaretti
Cambia il presidente della Regione, ma al timone delle direzioni di settore restano le stesse persone. Tra questi De Filippis che per la Corte dei Conti deve risarcire l'ente per un danno erariale di 750mila euro e Fegatelli indagato per associazione a delinquere
Finita l’era Fiorito e delle tesorerie dei gruppi consiliari con le “spese allegre”, in Regione Lazio è partito il valzer delle nomine di Nicola Zingaretti, che sta riorganizzando la macchina operativa indicando i nuovi dirigenti delle varie strutture. “Nuovi” si fa per dire. In più la selezione non è delle più confortanti viste le considerazioni della Corte dei Conti (e non solo) sull’operato di alcuni di loro (la retribuzione annua lorda per ognuno è di quasi 160mila euro a cui si aggiunge il 30% legato al risultato). Su 12 direzioni per ora sono stati nominati i vertici di 9, tutti interni, alcuni confermati al loro posto dopo il passaggio di consegne tra la Polverini e Zingaretti.
Si parte da Raniero De Filippis, tornato, dopo aver guidato altre strutture, alla direzione di infrastrutture, ambiente e politiche abitative nonostante la Corte dei Conti lo abbia condannato a risarcire la Regione accertando un danno erariale di 750mila euro. De Filippis nel 2002 aveva peraltro patteggiato 5 mesi per abuso d’ufficio e falso ideologico per vicende legate ad una comunità montana di cui era stato commissario liquidatore.
Il suo superiore, Luca Fegatelli, fino al 2010 alla direzione regionale energia e rifiuti, resta alla guida del dipartimento istituzionale e territorio, benché sia indagato per associazione a delinquere e concorso in truffa ai danni dello Stato per la vicenda rifiuti, come riportato dall’Espresso ad ottobre scorso. Innocente fino a condanna definitiva ma non proprio adatto a dirigere anche l’Abecol, l’Agenzia per i beni confiscati alle organizzazioni criminali nel Lazio. Ma è stato nominato da Zingaretti “in considerazione della notevole esperienza dirigenziale dallo stesso maturata all’interno della Regione Lazio, delle conoscenze acquisite e delle capacità di cui ha dato prova” si legge nella delibera firmata dal presidente.
Che dire di Marco Marafini confermato alla direzione della programmazione economica, bilancio, demanio e patrimonio e di Guido Magrini, storico dirigente del bilancio, nominato alla direzione del dipartimento politiche sociali e integrazione? Il loro operato è stato oggetto di alcune censure da parte della Corte dei Conti nell’ultimo referto del dicembre scorso, specificatamente per l’aspetto delle consulenze, contestando all’amministrazione ed alle relative Direzioni regionali di non aver “contezza diretta degli incarichi consulenziali dalle stesse affidati, della somma impegnata, dei nominativi dei consulenti incaricati, degli oggetti degli incarichi, con la conseguente impossibilità di effettuare un reale monitoraggio della spesa effettuata a tale titolo” si legge nel documento. In particolare alle strutture di competenza di Marafini e Magrini si chiede conto di alcune consulenze esterne ed esternalizzazioni di servizi “per più di 2 milioni di euro”.
Alla direzione agricoltura e sviluppo rurale è stato confermato Roberto Ottaviani indagato a Viterbo per l’inchiesta “macchina del fango” che coinvolge, tra gli altri, l’ex assessore regionale all’Agricoltura Angela Birindelli, il giornalista Paolo Gianlorenzo e il sindaco di Viterbo Giulio Marini. I filoni sono tanti e vari, compresa la presunta campagna di stampa a pagamento contro il nemico della Birindelli Francesco Battistoni, ex assessore all’agricoltura rimpiazzato proprio dalla Birindelli. In qualità di responsabile della direzione interna all’assessorato, Ottaviani avrebbe firmato molte delle carte acquisite dagli investigatori e forse anche la delibera che impegnava l’assessorato a stanziare 18mila euro in favore di un quotidiano all’epoca diretto da Gianlorenzo. Pubblicità, dicono gli indagati. Ma il pm Siddi vede in quella somma il prezzo della corruzione contestata tanto alla Birindelli quanto a Gianlorenzo. La contropartita alle presunte manganellate mediatiche sugli avversari dell’assessora. L’ipotesi di reato per Ottaviani è abuso d’ufficio.
Sarà forse anche per questi risultati che le valutazioni relative al raggiungimento degli obiettivi per il 2012, come previsto annualmente dalle normative sull’efficienza e merito nella pubblica amministrazione, non sono ancora state fatte. La legge regionale prevede una priorità nella nomina dei dirigenti di prima fascia che non abbiano demeritato. Alcuni dei designati, non tutti, effettivamente rientrano in questa casistica ma non sono stati valutati e quindi non è stato possibile stabilirne i meriti o i demeriti.
Singolare è anche uno dei passaggi che si legge nelle delibere di nomina “l’attuazione del presente provvedimento resta subordinato alla verifica dei requisiti in materia di inconferibilità e incompatibilità di cui al decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39”. In sostanza si rimanda ad un successivo momento la verifica della compatibilità o meno dell’incarico di vertice dirigenziale con la nuova legge anticorruzione che non permette ai condannati per delitti contro la pubblica amministrazione, anche in via non definitiva, di ricoprire incarichi pubblici per 5 anni. Normalmente si verifica prima la compatibilità per un determinato ruolo di vertice o pubblico e poi, nel caso, si conferisce l’incarico non viceversa.
Le cose, per dire il vero, non vanno molto meglio sul fronte dei fiduciari politici. A cominciare dal capo di gabinetto dello stesso Zingaretti, Maurizio Venafro, che rivestiva lo stesso incarico alla Provincia. Venafro in attesa di processo, da anni, per una vecchia vicenda riguardante la società All Clean, una partecipata pubblica voluta dall’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli per cancellare le scritte dei writer principalmente sui treni delle metropolitane. La All Clean, con la presidenza Venafro, è finita nel mirino della magistratura per via del fallimento della Planet Work, socio privato della All Clean, una coop riconducibile a Pierpaolo Ferilli (il fratello dell’attrice Sabrina Ferilli) e Giulio Saraceni. Secondo l’accusa, col fallimento della Planet Work, sarebbe emersa una contabilità che proverebbe la distrazione di risorse economiche in favore di società facenti capo al Ferilli. Sempre l’accusa, sostiene che Venafro, avrebbe coperto queste attività proprio come presidente della All Clean. L’accusa per lui ed altri è di concorso in bancarotta fraudolenta.
Per finire l’assessore all’agricoltura Sonia Ricci che proprio qualche giorno fa è stata rinviata a giudizio dal gup del tribunale di Latina per una vicenda legata ad un incendio in un’azienda agricola di Sezze, la Agroama. E’ imputata per un rogo di rifiuti con esalazioni nocive per la salute pubblica avvenuto nel settembre 2010, proprio quando era al vertice della società agricola in questione. “Immagina un nuovo inizio”, era il leitmotiv della campagna elettorale di Zingaretti: chissà se i cittadini laziali sognavano di cominciare proprio cosi.
Articolo Precedente
Grillo vs Rodotà, due deputati M5S: “Non ci riconosciamo in quelle parole”
Articolo Successivo
Movimento Cinque Stelle, Berlusconi: “Grillo? La gente è stanca del burattinaio”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Papa Francesco, la Sala stampa del Vaticano diffonde la prima foto dal giorno del ricovero. L’Angelus: “Sto affrontando periodo di prova”
Mondo
Ucraina, l’inviato Usa: “Distanze ridotte tra Russia e Kiev”. Zelensky cambia il capo di Stato Maggiore e annuncia il missile Long Neptune: può colpire Mosca
Mondo
Israele, Netanyahu licenzia il capo dei servizi interni: “Mancanza di fiducia”. Ma lui: “Ragioni politiche”
Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.