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Finanziamento partiti, Bonino: “Non sono fiduciosa, radicali verso referendum”

Il ministro degli Esteri: "E' indubbio che all'interno del Consiglio dei ministri ci sono posizioni molto distanti che riguardano il finanziamento della politica"
Finanziamento partiti, Bonino: “Non sono fiduciosa, radicali verso referendum”
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Sul finanziamento pubblico ai partiti c’è stato “l’inizio di un processo compromissorio, ma non sono così fiduciosa che l’arrivo del ddl in parlamento migliori o chiarisca la situazione”. “Per questo credo che i radicali potrebbero lanciarsi in una nuova campagna referendaria” per abrogarlo. Ad affermarlo non è stato un parlamentare qualunque, bensì un ministro del governo Letta, Emma Bonino, che ha parlato ai microfoni di Radio Radicale, rilanciando una storica battaglia del suo partito nonostante l’adesione all’esecutivo di larghe intese.

Finanziamento ai partiti, Emma Bonino: "Il ddl è inadeguato, i cittadini si aspettavano altro"
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“Penso che tutta la parte servizi alla buona politica debba essere integrata e debba essere rafforzata. Ci sono poi altri punti che hanno visto il Consiglio dei ministri su posizioni molto diverse. Vedremo adesso la sintesi che ne farà il presidente Letta, ma è indubbio che ci sono posizioni molto distanti che riguardano il finanziamento della politica”, aveva detto in mattinata. ”Assumere dei rischi in base alle proprie convinzioni è il fondamento di una politica dei valori, altrimenti facciamo un consiglio di amministrazione e vediamo quale è la maggioranza”, ha aggiunto il ministro degli Esteri.

“Credo poi che per un Paese sia molto salutare cominciare a discutere non tanto sui dati protestatari e demagogici, ma su quelli che sono i problemi veri del Paese, quindi per esempio la questione illegalità, la questione immigrati, la questione finanziamento pubblico, dei diritti civili perchè la politica non si esaurisce nè al governo, nè solo in Parlamento. I cittadini organizzati sono anche, in base alla Costituzione, elementi protagonisti della politica democratica del Paese. Se poi le cose vanno già per la maggiore è inutile chiamare i cittadini o aprire un dibattito. Invece, la forza della politica è proprio quello di affrontare quei temi che a volte la classe o i partiti non hanno voglia di affrontare”.

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