Ha ragione Michele Smargiassi, il giornalista de La Repubblica, nel suo commento alle foto che arrivano dalle manifestazioni in Turchia contro l’abbattimento di un parco pubblico per fare spazio a un centro commerciale e ad una mega moschea, quando sostiene che le immagini non raccontano tutta la verità di un evento. Alcune icone che nel secolo breve hanno segnato la storia umana, tuttavia, sono definitive e fortissime fonti ispirative: creano memoria, nutrono l’azione perché indicano strade da seguire, individualmente e collettivamente. E dicono più di mille parole.
Così come il ragazzo di piazza Tienanmen davanti al carro armato anche la giovane donna vestita di rosso con lo zaino sulle spalle che sta immobile a ricevere il potente getto dell’idrante della polizia è destinata a restare nella nostra memoria visiva come il segno della potenza della non-violenza, specialmente perché è la singola, dignitosa forza individuale che si fa etica e politica contro l’ingiustizia. (foto Sinem Babul)
Nel bel “North country – storia di Josie“, film nel quale l’attrice Charlize Theron interpreta la parte della prima donna che fece causa negli Stati Uniti per molestie sessuali alla miniera dove lavorava, creando così un precedente per l’introduzione nell’ordinamento nordamericano delle class action, (le azioni di categoria) incentrate sui diritti sessuali, il suo avvocato difensore pronuncia queste parole durante l’arringa: “Cosa si può fare quando chi ha potere abusa di chi non ne ha? Almeno farsi avanti e gridare forte la verità. Farsi avanti per se stessi, farsi avanti per gli amici, farsi avanti anche se si è da soli”.
Nel ‘900, pur se poco narrate e degne di memoria mediatica, molte azioni non-violente hanno visto donne e giovani farsi protagoniste in situazioni nelle quali sembrava impossibile rispondere in modo non-violento alla violenza del potere e del sistema: eppure le madri di Plaza de Mayo sono diventate il simbolo della lotta senza violenza contro il sanguinario regime in Argentina, così come le cosiddette “Donne in nero”, diffuse in tutto il mondo, con la pratica del silenzio e dell’immobilità, hanno dimostrato che si può trasformare la logica della vendetta del sangue in empatia del sangue, persino tra palestinesi e israeliani, così come le ecologiste del movimento femminista indiano “Chipko”, (più conosciute come le ‘abbracciatrici di alberi’) ispirarono il lavoro della premio Nobel Wangari Maathai, che con il Green belt movement contribuì a piantare milioni di alberi in Africa, opponendosi alle corrotte politiche governative del Kenia e dando lavoro, istruzione e libertà a centinaia di migliaia di donne.
“Non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone” è una frase della femminista e poeta afroamericana Audre Lorde. Questa affermazione, alla base del primo testo italiano che ha connesso la pratica non violenta con quella femminista, “Donne disarmanti“, nel quale si raccontano gli esempi recenti di singole e di gruppi di donne non violente che hanno contribuito a cambiare la storia, indica una strada, offre una suggestione per costruire una visione: non si dismette un sistema se lo si imita, adoperando i suoi strumenti, seppur sostenendo che è a fin di bene e che i nostri fini sono nobili e alternativi.
Nel suo “Il demone amante“, che nella prima traduzione italiana aveva per sottotitolo “sessualità del terrorismo“ la studiosa Robin Morgan chiede alle donne di interrogarsi sul fascino che esercita sul genere femminile la violenza rivoluzionaria incarnata dal condottiero che parla del futuro regno di miele imbracciando un fucile dal quale non spuntano fiori, e per il quale la (sua) violenza è giusta perchè il sistema oppressivo è da abbattere. In questa logica il fine giustifica i mezzi, pur se identici a quelli del potere dominante. E’ estremamente interessante che nella vicina Turchia, in bilico tra oscurantismo fondamentalista di matrice islamica e laica aspirazione europea, l’opposizione giovanile al governo sia partita dalla difesa ambientalista di un parco, contro la cementificazione a fini commerciali e religiosi. Il pane e le rose, quindi, non l’uno in opposizione alle altre.
Purtroppo la violenza del regime sta già facendo vittime e migliaia di feriti, ma la forza di quella quieta e dignitosa esposizione del corpo della giovane in rosso ha già vinto contro il dominio, perché il mondo l’ha vista. La paziente, (di certo faticosa), ma anche divertente e creativa pratica non violenta costruisce sguardi, visioni, realtà, politiche divergenti, inclusive.
Scrive Vandana Shiva, che di certo non accademicamente lotta contro le violenze del mondo: “La pace non si creerà dalla armi e dalla guerra, dalle bombe e dalla barbarie. La violenza è diventata un lusso che la specie umana non può più permettersi, se vuole sopravvivere. La non-violenza è diventata un imperativo per la sopravvivenza”.
Monica Lanfranco
Giornalista femminista, formatrice sui temi della differenza di genere
Donne di Fatto - 3 Giugno 2013
Turchia, la ragazza in rosso e la forza della non-violenza
Ha ragione Michele Smargiassi, il giornalista de La Repubblica, nel suo commento alle foto che arrivano dalle manifestazioni in Turchia contro l’abbattimento di un parco pubblico per fare spazio a un centro commerciale e ad una mega moschea, quando sostiene che le immagini non raccontano tutta la verità di un evento. Alcune icone che nel secolo breve hanno segnato la storia umana, tuttavia, sono definitive e fortissime fonti ispirative: creano memoria, nutrono l’azione perché indicano strade da seguire, individualmente e collettivamente. E dicono più di mille parole.
Nel bel “North country – storia di Josie“, film nel quale l’attrice Charlize Theron interpreta la parte della prima donna che fece causa negli Stati Uniti per molestie sessuali alla miniera dove lavorava, creando così un precedente per l’introduzione nell’ordinamento nordamericano delle class action, (le azioni di categoria) incentrate sui diritti sessuali, il suo avvocato difensore pronuncia queste parole durante l’arringa: “Cosa si può fare quando chi ha potere abusa di chi non ne ha? Almeno farsi avanti e gridare forte la verità. Farsi avanti per se stessi, farsi avanti per gli amici, farsi avanti anche se si è da soli”.
Nel ‘900, pur se poco narrate e degne di memoria mediatica, molte azioni non-violente hanno visto donne e giovani farsi protagoniste in situazioni nelle quali sembrava impossibile rispondere in modo non-violento alla violenza del potere e del sistema: eppure le madri di Plaza de Mayo sono diventate il simbolo della lotta senza violenza contro il sanguinario regime in Argentina, così come le cosiddette “Donne in nero”, diffuse in tutto il mondo, con la pratica del silenzio e dell’immobilità, hanno dimostrato che si può trasformare la logica della vendetta del sangue in empatia del sangue, persino tra palestinesi e israeliani, così come le ecologiste del movimento femminista indiano “Chipko”, (più conosciute come le ‘abbracciatrici di alberi’) ispirarono il lavoro della premio Nobel Wangari Maathai, che con il Green belt movement contribuì a piantare milioni di alberi in Africa, opponendosi alle corrotte politiche governative del Kenia e dando lavoro, istruzione e libertà a centinaia di migliaia di donne.
“Non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone” è una frase della femminista e poeta afroamericana Audre Lorde. Questa affermazione, alla base del primo testo italiano che ha connesso la pratica non violenta con quella femminista, “Donne disarmanti“, nel quale si raccontano gli esempi recenti di singole e di gruppi di donne non violente che hanno contribuito a cambiare la storia, indica una strada, offre una suggestione per costruire una visione: non si dismette un sistema se lo si imita, adoperando i suoi strumenti, seppur sostenendo che è a fin di bene e che i nostri fini sono nobili e alternativi.
Nel suo “Il demone amante“, che nella prima traduzione italiana aveva per sottotitolo “sessualità del terrorismo“ la studiosa Robin Morgan chiede alle donne di interrogarsi sul fascino che esercita sul genere femminile la violenza rivoluzionaria incarnata dal condottiero che parla del futuro regno di miele imbracciando un fucile dal quale non spuntano fiori, e per il quale la (sua) violenza è giusta perchè il sistema oppressivo è da abbattere. In questa logica il fine giustifica i mezzi, pur se identici a quelli del potere dominante. E’ estremamente interessante che nella vicina Turchia, in bilico tra oscurantismo fondamentalista di matrice islamica e laica aspirazione europea, l’opposizione giovanile al governo sia partita dalla difesa ambientalista di un parco, contro la cementificazione a fini commerciali e religiosi. Il pane e le rose, quindi, non l’uno in opposizione alle altre.
Purtroppo la violenza del regime sta già facendo vittime e migliaia di feriti, ma la forza di quella quieta e dignitosa esposizione del corpo della giovane in rosso ha già vinto contro il dominio, perché il mondo l’ha vista. La paziente, (di certo faticosa), ma anche divertente e creativa pratica non violenta costruisce sguardi, visioni, realtà, politiche divergenti, inclusive.
Scrive Vandana Shiva, che di certo non accademicamente lotta contro le violenze del mondo: “La pace non si creerà dalla armi e dalla guerra, dalle bombe e dalla barbarie. La violenza è diventata un lusso che la specie umana non può più permettersi, se vuole sopravvivere. La non-violenza è diventata un imperativo per la sopravvivenza”.
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Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.