Il presidente del gruppo Messina Andrea Gais e altri due dipendenti al vertice della compagnia di navigazione sono indagati per la tragedia causata dalla Jolly Nero nel porto di Genova, nella quale persero la vita 9 persone tra piloti del principale scalo italiano e militari della Guardia Costiera. Per la vicenda della Jolly Nero erano già indagati il comandante della nave, Roberto Paoloni, e il pilota Antonio Anfossi. Oltre a Gais sono indagati il primo ufficiale Lorenzo Repetto e il terzo ufficiale Cristina Vaccaro che erano sul cargo insieme a Paoloni. Gais è indagato in quanto legale rappresentante della società per responsabilità amministrativa. Per Paoloni le ipotesi di reato, oltre a quello di omicidio colposo plurimo, sono attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo di costruzioni (Torre piloti e palazzina del molo Giano). Gli stessi reati sono ipotizzati anche per Anfossi e per il primo ufficiale Repetto. Paoloni è anche indagato per l’ipotesi di reato di falso per non avere annotato sul giornale di navigazione il non funzionamento del contagiri. Per Vaccaro è ipotizzato il solo reato di falso per non aver segnato sulla check list il non funzionamento di apparati di bordo. La società Ignazio Messina – nella persona di Gais – è iscritta sul registro degli indagati per responsabilità amministrativa dell’Ente derivante dal reato di omicidio colposo plurimo caratterizzato dalla violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro a bordo delle navi.
Gli interrogatori a tutti gli indagati dovrebbero iniziare la prossima settimana. “Una fase ulteriore di avanzamento degli accertamenti – ha spiegato il procuratore capo Michele Di Lecce – ci ha portato a iscrivere sul registro degli indagati anche la società come responsabile amministrativa per comportamenti rilevanti penalmente posti in essere da suoi rappresentanti. I due ufficiali hanno posizioni diverse perché avevano ruoli diversi. In un caso si tratta di una dichiarazione di un documento sottoscritto, secondo le risultanze, in modo non corretto e nel secondo caso si tratta di conduzione della manovra e dell’attività di navigazione che riteniamo possa aver contribuito, in parte, al verificarsi dell’evento”.
L’esito della perizia
L’iscrizione dei nuovi nomi nel registro degli indagati del fascicolo aperto dal procuratore capo Michele Di Lecce e dal sostituto Walter Cotugno potrebbe essere legata all’esito della perizia dei consulenti della Procura, gli ammiragli Mario Caruso e Michele Boccalatte. A che velocità stava viaggiando la Jolly Nero al momento dell’impatto della sua poppa contro la torre dei piloti di Genova? Quale rotazione avevano i motori? Il personale di bordo della nave della Messina non poteva saperlo. Non poteva saperlo il comandante Paoloni, non poteva saperlo il pilota salito a bordo Anfossi, entrambi indagati. Questo, almeno, è l’esito delle perizie effettuate a bordo dai periti nominati dai pm.
Secondo gli esperti la nave era in buone condizioni sotto molti aspetti, ma un’avaria aveva messo fuori uso tutti i contagiri di bordo. Secondo quanto racconta oggi il Corriere Mercantile tutto il resto dei macchinari a bordo era funzionante. Il meccanismo di marcia indietro, spegnimento e marcia avanti è stato infatti ripetuto una decina di volte, come racconta il quotidiano genovese, e tutto sarebbe funzionato regolarmente. Qui però si inserisce l’incrocio della perizia con le registrazioni dei due Vdr, cioè le due scatole nere: il Voice data recorder (che registra tutte le conversazioni in plancia di comando) e il Voyage data recorder (che registra qualsiasi operazione effettuata a bordo). Risultati che avevano aperto in effetti a possibili nuovi avvisi di garanzia. Anche perché, se da una parte pare ora più concreta l’ipotesi che a bordo della Jolly Nero non tutto funzionasse alla perfezione, resta il sospetto – da parte degli inquirenti – che il personale di bordo fosse a conoscenza dell’anomalia dei contagiri e che abbia ritenuto l’avaria non importante, come se potesse essere rimessa a punto successivamente. Ma non solo: restano ancora in piedi le ipotesi su due veri e propri errori umani, cioè l’eccesso di velocità e una manovra impostata in modo sbagliato.
L’interrogativo del motore inceppato
Che il problema fosse stato quello dei contagiri era emerso, come ipotesi, nei giorni successivi alla tragedia del molo Giano. A questo si aggiunge quanto ricostruito nei giorni scorsi dal Secolo XIX: all’origine di tutti i guasti della Jolly Nero ci fu la rottura di sette fusibili e una scheda che portò al mancato funzionamento di molti apparecchi elettrici.
Ma resta l’ultimo punto interrogativo: perché il motore non è entrato in “marcia avanti”? Cosa ha portato al blocco, anche se temporaneo? I test a bordo dei periti, come detto, sono andati tutti positivi. E a bordo il pilota Anfossi – è quasi certo – ha dato l’ordine di invertire i motori e dare un impulso in avanti deciso. Ma il motore sarebbe rimasto spento, secondo quanto raccolto finora dalla Procura. Perché si è “inceppato”? Tutto potrebbe girare, secondo il Secolo, intorno a una valvola nel meccanismo di avviamento, che doveva restare “chiusa” e che poteva essere invece importante per dare più energia all’avviamento.
Cronaca
Jolly Nero, incidente di Genova: indagato il presidente della compagnia Messina
Avvisi di garanzia anche per il primo ufficiale e il terzo ufficiale del mercantile che il 7 maggio ha abbattuto la torre dei piloti del porto più importante d'Italia. L'allargamento dell'inchiesta dopo la relazione dei periti della Procura. Secondo la consulenza a bordo del mercantile erano fuori uso i contagiri: un'avaria che non permise di capire né a che velocità procedeva il cargo né quale rotazione avevano i motori
Il presidente del gruppo Messina Andrea Gais e altri due dipendenti al vertice della compagnia di navigazione sono indagati per la tragedia causata dalla Jolly Nero nel porto di Genova, nella quale persero la vita 9 persone tra piloti del principale scalo italiano e militari della Guardia Costiera. Per la vicenda della Jolly Nero erano già indagati il comandante della nave, Roberto Paoloni, e il pilota Antonio Anfossi. Oltre a Gais sono indagati il primo ufficiale Lorenzo Repetto e il terzo ufficiale Cristina Vaccaro che erano sul cargo insieme a Paoloni. Gais è indagato in quanto legale rappresentante della società per responsabilità amministrativa. Per Paoloni le ipotesi di reato, oltre a quello di omicidio colposo plurimo, sono attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo di costruzioni (Torre piloti e palazzina del molo Giano). Gli stessi reati sono ipotizzati anche per Anfossi e per il primo ufficiale Repetto. Paoloni è anche indagato per l’ipotesi di reato di falso per non avere annotato sul giornale di navigazione il non funzionamento del contagiri. Per Vaccaro è ipotizzato il solo reato di falso per non aver segnato sulla check list il non funzionamento di apparati di bordo. La società Ignazio Messina – nella persona di Gais – è iscritta sul registro degli indagati per responsabilità amministrativa dell’Ente derivante dal reato di omicidio colposo plurimo caratterizzato dalla violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro a bordo delle navi.
Gli interrogatori a tutti gli indagati dovrebbero iniziare la prossima settimana. “Una fase ulteriore di avanzamento degli accertamenti – ha spiegato il procuratore capo Michele Di Lecce – ci ha portato a iscrivere sul registro degli indagati anche la società come responsabile amministrativa per comportamenti rilevanti penalmente posti in essere da suoi rappresentanti. I due ufficiali hanno posizioni diverse perché avevano ruoli diversi. In un caso si tratta di una dichiarazione di un documento sottoscritto, secondo le risultanze, in modo non corretto e nel secondo caso si tratta di conduzione della manovra e dell’attività di navigazione che riteniamo possa aver contribuito, in parte, al verificarsi dell’evento”.
L’esito della perizia
L’iscrizione dei nuovi nomi nel registro degli indagati del fascicolo aperto dal procuratore capo Michele Di Lecce e dal sostituto Walter Cotugno potrebbe essere legata all’esito della perizia dei consulenti della Procura, gli ammiragli Mario Caruso e Michele Boccalatte. A che velocità stava viaggiando la Jolly Nero al momento dell’impatto della sua poppa contro la torre dei piloti di Genova? Quale rotazione avevano i motori? Il personale di bordo della nave della Messina non poteva saperlo. Non poteva saperlo il comandante Paoloni, non poteva saperlo il pilota salito a bordo Anfossi, entrambi indagati. Questo, almeno, è l’esito delle perizie effettuate a bordo dai periti nominati dai pm.
Secondo gli esperti la nave era in buone condizioni sotto molti aspetti, ma un’avaria aveva messo fuori uso tutti i contagiri di bordo. Secondo quanto racconta oggi il Corriere Mercantile tutto il resto dei macchinari a bordo era funzionante. Il meccanismo di marcia indietro, spegnimento e marcia avanti è stato infatti ripetuto una decina di volte, come racconta il quotidiano genovese, e tutto sarebbe funzionato regolarmente. Qui però si inserisce l’incrocio della perizia con le registrazioni dei due Vdr, cioè le due scatole nere: il Voice data recorder (che registra tutte le conversazioni in plancia di comando) e il Voyage data recorder (che registra qualsiasi operazione effettuata a bordo). Risultati che avevano aperto in effetti a possibili nuovi avvisi di garanzia. Anche perché, se da una parte pare ora più concreta l’ipotesi che a bordo della Jolly Nero non tutto funzionasse alla perfezione, resta il sospetto – da parte degli inquirenti – che il personale di bordo fosse a conoscenza dell’anomalia dei contagiri e che abbia ritenuto l’avaria non importante, come se potesse essere rimessa a punto successivamente. Ma non solo: restano ancora in piedi le ipotesi su due veri e propri errori umani, cioè l’eccesso di velocità e una manovra impostata in modo sbagliato.
L’interrogativo del motore inceppato
Che il problema fosse stato quello dei contagiri era emerso, come ipotesi, nei giorni successivi alla tragedia del molo Giano. A questo si aggiunge quanto ricostruito nei giorni scorsi dal Secolo XIX: all’origine di tutti i guasti della Jolly Nero ci fu la rottura di sette fusibili e una scheda che portò al mancato funzionamento di molti apparecchi elettrici.
Ma resta l’ultimo punto interrogativo: perché il motore non è entrato in “marcia avanti”? Cosa ha portato al blocco, anche se temporaneo? I test a bordo dei periti, come detto, sono andati tutti positivi. E a bordo il pilota Anfossi – è quasi certo – ha dato l’ordine di invertire i motori e dare un impulso in avanti deciso. Ma il motore sarebbe rimasto spento, secondo quanto raccolto finora dalla Procura. Perché si è “inceppato”? Tutto potrebbe girare, secondo il Secolo, intorno a una valvola nel meccanismo di avviamento, che doveva restare “chiusa” e che poteva essere invece importante per dare più energia all’avviamento.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".