Un’accelerata sulla disoccupazione. E’ questo l’appello del presidente del Consiglio Enrico Letta in apertura del vertice a Palazzo Chigi con i ministri del Lavoro e delle Finanze di Francia, Germania, Spagna e Italia. “Non abbiamo più tempo, bisogna agire subito”, avverte Letta.
A sedere con lui al tavolo dell’incontro, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini e dell’Economia Fabrizio Saccomanni con i loro omologhi: per la Francia il ministro del Lavoro, Michel Sapin e il ministro delle Finanze Pierre Moscovici; per la Germania il ministro del Lavoro e degli affari sociali Ursula Von der Layen e il ministro delle Finanze Wolfgang Schauble; per la Spagna il ministro dell’Economia e della Competitività Luis de Guindos Jurado e il ministro per l’Occupazione e la Sicurezza sociale Maria Fàtima Bañez Garcìa.
Prima di iniziare i lavori, Letta ha anche sottolineato l’importanza del “formato” del vertice che vede insieme i ministri del Lavoro e quelli delle Finanze. Questa è la “chiave” per affrontare la lotta alla disoccupazione in Europa e il “cuore” di come l’Ue deve rispondere alla crisi, ha detto il premier. Dal prossimo vertice di Bruxelles l’Italia si attende due risultati: il completamento dell’unione bancaria e “misure concrete” di contrasto alla disoccupazione giovanile. Dal summit, ha ribadito Letta, bisogna uscire con “fatti concreti non con parole”. E proprio per questo il presidente del Consiglio presenterà un piano nazionale di contrasto alla disoccupazione, con particolare attenzione a quella giovanile.
La proposta di Letta trova l’appoggio del ministro Giovannini. “Abbiamo bisogno di rafforzare le capacità su formazione e servizi per l’impiego – spiega il titolare del Lavoro – che abbiamo già ma possono essere migliorate”, in un’ottica nazionale e sovranazionale. Lo Stato non può far tutto da solo. Per raggiungere un risultato migliore, sottolinea infatti Giovannini, occorre “un miglioramento della partnership tra pubblico e privato. Un impegno così forte non può esser fatto solo dal settore pubblico”. Inoltre, occorre cogliere “l’opportunità d’interazione con il nuovo ciclo di fondi strutturali, che partirà nel 2014, per aumentare la coerenza, tra Youth Guarantee e i fondi strutturali” .
Una delle finalità dell’incontro tra i ministri dei quattro Paesi è quella di “dare un segnale di forte attenzione per il ritorno alla crescita delle nostre economie e per una efficace e seria lotta alla disoccupazione giovanile, problema che c’è in tutta Europa”, ha sottolineato nel suo intervento il ministro dell’Economia Saccomanni. Che poi ha confermato “l’impegno dei ministri a restare nell’ambito delle strategie di consolidamento fiscale, pre condizione importante per una crescita sostenibile”.
Infine la questione delle piccole e medie imprese. “C’è stato consenso nel trovare nuovi canali di finanziamento alle Pmi che vadano verso strumenti a medio termine”, ha assicurato Saccomanni e l’ipotesi che il numero uno di via XX settembre mette sul tavolo “è la possibilità per le Pmi di mini bond o obbligazioni a caratteristiche semplificate garantite da intermediari o dallo stato o iniziative internazionali usando risorse della Bei”. E poi assicura: “Sulla Bei c’è stato forte consenso” sulla necessità che “la Banca europea degli investimenti, che ha avuto un aumento di capitale di 10 miliardi di euro l’anno scorso, utilizzi in maniera anche innovativa” questi fondi, “moltiplicando la base di capitale fino a un massimo che può arrivare anche a 60 miliardi per finanziare soprattutto le Pmi, l’innovazione e l’investimento e che abbia come obbiettivo il riassorbimento della disoccupazione realizzare in tempi brevi”.