Questa volta gli hanno cantato una serenata, tra le mani una rosa rossa. Ma il messaggio che le maestre hanno portato al sindaco di Bologna Virginio Merola, aggiungendo un nuovo capitolo a una battaglia, quella sul progetto Asp, che negli scorsi giorni aveva assunto toni sempre più “aspri”, non è affatto diverso dalle parole gridate sciopero dopo sciopero: “I servizi educativi della scuola dell’infanzia devono rimanere a gestione comunale”. “Vogliamo riaprire il dialogo con chi rappresenta i cittadini – spiega Alessandra Cenerini, presidente dell’Adi, l’associazione docenti italiani – per questo abbiamo portato i fiori al sindaco. Ci hanno dato delle maleducate, ci hanno detto che sappiamo solo fischiare, senza però che amministrazione e sindacati pensassero a ciò che ci stanno facendo. Quindi oggi abbiamo voluto cercare una piccola tregua. Ma non ci spostiamo di una virgola dai nostri obiettivi: noi l’Asp non la vogliamo”.
Nessuna “resa”, sul progetto della giunta cittadina di inserire il comparto educativo 0-6 all’interno di una Asp: un ente “pubblico a gestione partecipata” controllato a maggioranza dal comune, “ma non più comunale”. Un progetto che doveva partire a settembre, con l’inizio del nuovo anno scolastico, ma che ora sembra essere stato rimandato a gennaio 2014. Solo che invece degli slogan da corteo e dei fischi che nelle scorse settimane avevano echeggiato nei corridoi di Palazzo D’Accursio, le 100 dade scese in piazza, per ribadire il loro ‘no’ hanno cantato “Rose rosse per te” e “Che sarà”, di Massimo Ranieri e di Ricchi e Poveri, opportunamente riscritte per adattarsi all’occasione.
“Quando hai fatto un concorso, quando hai studiato tanto per avere un lavoro fa male vedere che viene svenduto in questo modo – spiega Cristina, maestra da 30 anni, due lauree e tanta esperienza alle spalle – la verità è che l’Asp non ci dà nessuna garanzia. Noi lavoriamo 40 ore la settimana, ma ce ne riconoscono solo 30. Si chiama funzione docente, sono ore che utilizziamo per la programmazione, per le gite didattiche, per organizzare incontri con i genitori e feste per i bimbi: lo facciamo volentieri, è tutto per loro, i nostri alunni. Perché se questo lavoro non lo fai con passione, è meglio cambiare. Se sbagli a usare un computer puoi correggere l’errore, se sbagli con un bambino rischi di rovinarlo. Noi non lavoriamo per lo stipendio che ci arriva a fine mese. Ma non vogliamo nemmeno che la nostra esperienza, il nostro impegno siano gettati al vento come carta straccia”.
Le dade si sono date appuntamento alle 15.30 e, dopo una veloce assemblea, sono partite in corteo con l’obiettivo di raggiungere il Comune e incontrare il sindaco. Due erano i ‘doni’ portati per l’occasione: i fiori, ovviamente, e una petizione con 300 firme, scritta per ricordare alla giunta che “per ciascun bambino l’infanzia è una sola e noi, che ci prendiamo cura di ognuno di loro, chiediamo con fermezza di poterlo fare in un’atmosfera di ritrovata serenità. All’interno di una gestione collaudata, che potrà essere migliorata ma non delegata ad un’azienda che non ha né organizzazione, né competenze per farlo”. “Chiediamo un posto al tavolo di trattativa – spiega l’Adi – che il comune dia corso alle assunzioni possibili già da oggi, quantificate dal sindaco in 25 unità, e che ci siano accordati gli scatti di anzianità, parte fondamentale del nostro salario, sbloccati dallo Stato ma che i dirigenti comunali vorrebbero attribuire solo agli insegnanti delle Aldini Siriani e agli ex maestri elementari”.
Il sindaco Merola ha accettato i fiori e ha ascoltato la lettura del testo della petizione. Ma per il momento non ha fornito alle dade alcuna risposta. “Aspettiamo – ha detto la Cenerini, prima di lasciare il Comune con le maestre – speriamo questa volta di essere ascoltate. Rimandare a gennaio non basta. Perché non si può barattare la qualità della scuola dell’infanzia con qualche assunzione promessa, che poi non si sa quando avverrà. Non si può pensare di buttare in un contenitore tutto da definire, senza struttura né personale, una realtà complessa come il comparto educativo 0-6”.
Emilia Romagna
Rose rosse al sindaco, maestre anti-Asp cercano il dialogo
Le rappresentanti dell'Adi, associazione docenti italiani, hanno incontrato il primo cittadino di Bologna e gli hanno simbolicamente "cantato una serenata": "Vogliamo una tregua. Ma la scuola deve restare pubblica"
Questa volta gli hanno cantato una serenata, tra le mani una rosa rossa. Ma il messaggio che le maestre hanno portato al sindaco di Bologna Virginio Merola, aggiungendo un nuovo capitolo a una battaglia, quella sul progetto Asp, che negli scorsi giorni aveva assunto toni sempre più “aspri”, non è affatto diverso dalle parole gridate sciopero dopo sciopero: “I servizi educativi della scuola dell’infanzia devono rimanere a gestione comunale”. “Vogliamo riaprire il dialogo con chi rappresenta i cittadini – spiega Alessandra Cenerini, presidente dell’Adi, l’associazione docenti italiani – per questo abbiamo portato i fiori al sindaco. Ci hanno dato delle maleducate, ci hanno detto che sappiamo solo fischiare, senza però che amministrazione e sindacati pensassero a ciò che ci stanno facendo. Quindi oggi abbiamo voluto cercare una piccola tregua. Ma non ci spostiamo di una virgola dai nostri obiettivi: noi l’Asp non la vogliamo”.
Nessuna “resa”, sul progetto della giunta cittadina di inserire il comparto educativo 0-6 all’interno di una Asp: un ente “pubblico a gestione partecipata” controllato a maggioranza dal comune, “ma non più comunale”. Un progetto che doveva partire a settembre, con l’inizio del nuovo anno scolastico, ma che ora sembra essere stato rimandato a gennaio 2014. Solo che invece degli slogan da corteo e dei fischi che nelle scorse settimane avevano echeggiato nei corridoi di Palazzo D’Accursio, le 100 dade scese in piazza, per ribadire il loro ‘no’ hanno cantato “Rose rosse per te” e “Che sarà”, di Massimo Ranieri e di Ricchi e Poveri, opportunamente riscritte per adattarsi all’occasione.
“Quando hai fatto un concorso, quando hai studiato tanto per avere un lavoro fa male vedere che viene svenduto in questo modo – spiega Cristina, maestra da 30 anni, due lauree e tanta esperienza alle spalle – la verità è che l’Asp non ci dà nessuna garanzia. Noi lavoriamo 40 ore la settimana, ma ce ne riconoscono solo 30. Si chiama funzione docente, sono ore che utilizziamo per la programmazione, per le gite didattiche, per organizzare incontri con i genitori e feste per i bimbi: lo facciamo volentieri, è tutto per loro, i nostri alunni. Perché se questo lavoro non lo fai con passione, è meglio cambiare. Se sbagli a usare un computer puoi correggere l’errore, se sbagli con un bambino rischi di rovinarlo. Noi non lavoriamo per lo stipendio che ci arriva a fine mese. Ma non vogliamo nemmeno che la nostra esperienza, il nostro impegno siano gettati al vento come carta straccia”.
Le dade si sono date appuntamento alle 15.30 e, dopo una veloce assemblea, sono partite in corteo con l’obiettivo di raggiungere il Comune e incontrare il sindaco. Due erano i ‘doni’ portati per l’occasione: i fiori, ovviamente, e una petizione con 300 firme, scritta per ricordare alla giunta che “per ciascun bambino l’infanzia è una sola e noi, che ci prendiamo cura di ognuno di loro, chiediamo con fermezza di poterlo fare in un’atmosfera di ritrovata serenità. All’interno di una gestione collaudata, che potrà essere migliorata ma non delegata ad un’azienda che non ha né organizzazione, né competenze per farlo”. “Chiediamo un posto al tavolo di trattativa – spiega l’Adi – che il comune dia corso alle assunzioni possibili già da oggi, quantificate dal sindaco in 25 unità, e che ci siano accordati gli scatti di anzianità, parte fondamentale del nostro salario, sbloccati dallo Stato ma che i dirigenti comunali vorrebbero attribuire solo agli insegnanti delle Aldini Siriani e agli ex maestri elementari”.
Il sindaco Merola ha accettato i fiori e ha ascoltato la lettura del testo della petizione. Ma per il momento non ha fornito alle dade alcuna risposta. “Aspettiamo – ha detto la Cenerini, prima di lasciare il Comune con le maestre – speriamo questa volta di essere ascoltate. Rimandare a gennaio non basta. Perché non si può barattare la qualità della scuola dell’infanzia con qualche assunzione promessa, che poi non si sa quando avverrà. Non si può pensare di buttare in un contenitore tutto da definire, senza struttura né personale, una realtà complessa come il comparto educativo 0-6”.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.