Fine dei giochi. Alla vigilia del centesimo compleanno della Federal Reserve, sono in arrivo cambiamenti importanti dalla Banca centrale americana che fanno tremare gli investitori. Il presidente Ben Bernanke ha avvertito mercoledì scorso che il piano di acquisto di bond lanciato per stimolare l’economia sarà bloccato al più presto, forse entro quest’anno, facendo crollare le piazze finanziarie di tutto il mondo, a partire dall’Europa. Si avvicina intanto la scadenza del mandato di Bernanke, che potrebbe favorire lo stop agli stimoli all’economia. Sempre più economisti ritengono infatti che il governatore desideri “passare” al prossimo numero uno della Fed una politica ormai avviata sulla strada di una exit strategy.
I “falchi” dell’istituto americano, ovvero quelli contrari alle manovre espansive, sono ancora in minoranza ma sono sempre più influenti rispetto alle “colombe“, ovvero la corrente che spinge per continuare a utilizzare la liquidità come arma per stimolare la crescita. Con un osservatore molto interessato: la Banca centrale europea di Mario Draghi, anch’essa alle prese con falchi e colombe, che studia le mosse dell’istituto americano per capire come muoversi.
La strategia espansiva della Fed è iniziata nel 2009, quando la Banca centrale – per far fronte alla crisi finanziaria – ha varato il primo di una serie di piani per stampare moneta immettendo liquidità nel sistema, portando la scorsa estate il rendimento dei titoli americani con scadenza decennale al minimo storico (1,43%). E ora sono in molti a scommettere che, senza la Fed pronta a comprare, i rendimenti non potranno fare altro che salire, come hanno già fatto negli ultimi mesi proprio per le aspettative create da Bernanke.
Il numero uno della Fed si è detto pronto a rallentare gradualmente l’acquisto di titoli da 85 miliardi di dollari al mese a patto che “gli attesi progressi nell’espansione economica troveranno conferma”. Gli Stati Uniti sembrano d’altronde già sulla via della ripresa. Tanto che la Fed prevede nel 2014 una crescita in accelerazione all’interno di una forchetta compresa tra il 3 e il 3,5 per cento, con una disoccupazione in calo e molto vicina al 6,5 per cento. Sono quindi vicine le condizioni che potrebbero portare Bernanke ad abbandonare definitivamente le politiche monetarie espansive. Ma il suo mandato è ormai agli sgoccioli. Barack Obama ha infatti suggerito una probabile successione alla guida della Fed a gennaio, quando è prevista la scadenza del mandato del governatore attuale, che secondo il presidente americano “è rimasto molto più a lungo di quanto volesse o avrebbe dovuto”.
Sono cominciate, intanto, le scommesse su chi sarà scelto per sostituire il repubblicano Bernanke, nominato da George W. Bush nel 2006. In prima linea tra i possibili successori c’è una donna: Janet Yellen, oggi vice presidente della Fed, che dovrebbe garantire quantomeno una continuità di leadership. Ma Janet Yellen non è l’unico nome in circolazione. Sono in molti, infatti, a puntare sull’economista Lawrence Summers, sostenuto tra gli altri da Edward Luce, editorialista del Financial Times. Summers, ex segretario del Tesoro, è stato primo consigliere economico di Obama dal 2009 al 2010.