Per gran parte della vita il suo lavoro è stato soddisfare i desideri degli altri. A 66 anni Enrico Ciceri ha finalmente realizzato il proprio: fare l’architetto, creativo a 360 gradi, ma in Tanzania. La decisione di andare via dall’Italia è arrivata a 54 anni insieme a quella di mollare il lavoro da consulente creativo che lo ha portato a conoscere pregi e magagne di tante aziende leader italiane. “Sono stato tra i fondatori dello studio grafico della Benetton e uno dei ‘magnifici sette’ manager incaricati di ridare splendore alla Gucci. Ho resistito finché ho potuto lottando contro correnti sleali, burocrazie sorde e cieche. Alla fine ho deciso di salvare i miei organi più importanti cambiando aria”. La destinazione doveva essere la meta di una vacanza come tante altre. “Non ho scelto io la Tanzania, ma la Tanzania ha scelto me, si è resa disponibile”.
Pochi giorni dopo il suo arrivo nel piccolo centro di Arusha, uno dei clienti con cui lavora in Italia gli offre un lavoro: costruire un campo di ricerca nel Parco del Tarangire. “La mia rinascita non poteva iniziare meglio. I rinomati parchi tanzaniani sono oasi naturali dove gli animali sono padroni e gli umani sono ospiti tollerati. Non è pensabile cercare di darsi un minimo di comodità. Niente acqua corrente, nè elettricità. E poi la sorpresa della potenza del ruggito del leone che fa vibrare i teli della tenda a chilometri di distanza, come gli altoparlanti dei Pink Floyd a Venezia nel 1989. L’impatto, devastante per le narici cittadine, con gli odori della natura, così intensi da stordire, come un aerosol di aglio fritto, ma molto meno pestiferi. E la rara gente che incontri, così diversa, così semplice e curiosa, di vera curiosità.”.
Terminata questa full-immersion nella natura africana Enrico si spende in mille modi per aprire un’attività in proprio ad Arusha, ma senza risultati. Nel 2004 entra in contatto con il direttore della A to Z Textile Mills, un’azienda tessile con molti progetti in vista. “L’aver incontrato un grande sognatore come Anuj Shah è stato come vincere alla lotteria. Indiano atipico, illuminato, visionario con il tocco magico di chi non si accontenta dell’orizzonte che gli mettono davanti, ma vuole vedere oltre e capire cosa manca agli altri che lui possa fornire. Il suo non è marketing, è proprio voglia di soddisfare se stesso e gli altri, quella che carburava i nostri grandi imprenditori di una volta, i Motta, i Pirelli”.
È quello il momento in cui il sogno mai confessato di una vita si realizza. “In gioventù, ho rinunciato a diventare architetto perchè negli anni in cui avrei potuto studiare le scuole e le università pullulavano di giovani, non tutti pervasi da grandi ideali. Eppure, in questo posto impensabile mi sono trovato, in modo del tutto naturale, a ‘fare’ l’architetto”. Inizia a progettare capannoni, uffici, parchi, zone relax partendo dai bisogni della gente del posto. Quel progetto oggi è diventato un complesso industriale privato, indiano-tanzaniano-giapponese che produce zanzariere, ma anche prodotti di altro tipo. Al suo interno è nato il primo laboratorio africano di ricerca sulla malaria e le altre pandemie locali. Oggi la A to Z Textile Mills dà lavoro a circa 8mila persone di 18 nazionalità diverse ed è stata citata dalla Harvard University come caso unico nella storia dell’industrializzazione post-moderna. “Non rinuncerei mai più a questa gratificante fatica, che genera quella sana stanchezza, che mi fa dormire come un bambino e svegliare desideroso di tornare al mio gioco preferito. Non m’importa se devo saltare qualche pasto perché il cibo della mensa indiana è troppo piccante per il mio vecchio stomaco o se sto ancora vestendo gli stessi vestiti che mi sono portato dall’Italia: sono il prezzo da pagare per avere accesso a qualcosa di più importante”.
Anche se le scene di povertà e miseria che vede ogni giorno sono tutt’altro che allegre, gli unici momenti tristi delle sue intense giornate sono quelli spesi a pensare alla vita di prima, “a chi mi ha spintonato per occupare il mio posto e non farsene niente, anzi, per lo più per fare danno”. Nella semplicità dei ritmi africani, Enrico ha trovato la verità che ha inseguito per anni. Sarà a causa di tutto quel sole che lì, in Africa, ogni cosa è esattamente come appare. “Qui la vita è ancora genuina, perfino nei suoi aspetti negativi. La proverbiale medaglia è come se avesse una faccia sola. Non devo girarla per conoscerne il lato negativo. Tutto e il contrario di tutto sono lì davanti a me, in un colpo d’occhio solo”.
Cervelli in fuga
Architetto in Tanzania, la seconda vita inizia a 54 anni. “Un sogno realizzato”
Enrico Ciceri da 12 anni vive ad Arusha. In Italia è stato consulente creativo per grandi aziende italiane, da Benetton a Gucci. Poi ha deciso di andare in Africa in vacanza ed è rimasto lì. Oggi lavora per un complesso industriale privato, al cui interno è nato il primo laboratorio di ricerca sulla malaria del Continente e le altre pandemie locali
Per gran parte della vita il suo lavoro è stato soddisfare i desideri degli altri. A 66 anni Enrico Ciceri ha finalmente realizzato il proprio: fare l’architetto, creativo a 360 gradi, ma in Tanzania. La decisione di andare via dall’Italia è arrivata a 54 anni insieme a quella di mollare il lavoro da consulente creativo che lo ha portato a conoscere pregi e magagne di tante aziende leader italiane. “Sono stato tra i fondatori dello studio grafico della Benetton e uno dei ‘magnifici sette’ manager incaricati di ridare splendore alla Gucci. Ho resistito finché ho potuto lottando contro correnti sleali, burocrazie sorde e cieche. Alla fine ho deciso di salvare i miei organi più importanti cambiando aria”. La destinazione doveva essere la meta di una vacanza come tante altre. “Non ho scelto io la Tanzania, ma la Tanzania ha scelto me, si è resa disponibile”.
Pochi giorni dopo il suo arrivo nel piccolo centro di Arusha, uno dei clienti con cui lavora in Italia gli offre un lavoro: costruire un campo di ricerca nel Parco del Tarangire. “La mia rinascita non poteva iniziare meglio. I rinomati parchi tanzaniani sono oasi naturali dove gli animali sono padroni e gli umani sono ospiti tollerati. Non è pensabile cercare di darsi un minimo di comodità. Niente acqua corrente, nè elettricità. E poi la sorpresa della potenza del ruggito del leone che fa vibrare i teli della tenda a chilometri di distanza, come gli altoparlanti dei Pink Floyd a Venezia nel 1989. L’impatto, devastante per le narici cittadine, con gli odori della natura, così intensi da stordire, come un aerosol di aglio fritto, ma molto meno pestiferi. E la rara gente che incontri, così diversa, così semplice e curiosa, di vera curiosità.”.
Terminata questa full-immersion nella natura africana Enrico si spende in mille modi per aprire un’attività in proprio ad Arusha, ma senza risultati. Nel 2004 entra in contatto con il direttore della A to Z Textile Mills, un’azienda tessile con molti progetti in vista. “L’aver incontrato un grande sognatore come Anuj Shah è stato come vincere alla lotteria. Indiano atipico, illuminato, visionario con il tocco magico di chi non si accontenta dell’orizzonte che gli mettono davanti, ma vuole vedere oltre e capire cosa manca agli altri che lui possa fornire. Il suo non è marketing, è proprio voglia di soddisfare se stesso e gli altri, quella che carburava i nostri grandi imprenditori di una volta, i Motta, i Pirelli”.
È quello il momento in cui il sogno mai confessato di una vita si realizza. “In gioventù, ho rinunciato a diventare architetto perchè negli anni in cui avrei potuto studiare le scuole e le università pullulavano di giovani, non tutti pervasi da grandi ideali. Eppure, in questo posto impensabile mi sono trovato, in modo del tutto naturale, a ‘fare’ l’architetto”. Inizia a progettare capannoni, uffici, parchi, zone relax partendo dai bisogni della gente del posto. Quel progetto oggi è diventato un complesso industriale privato, indiano-tanzaniano-giapponese che produce zanzariere, ma anche prodotti di altro tipo. Al suo interno è nato il primo laboratorio africano di ricerca sulla malaria e le altre pandemie locali. Oggi la A to Z Textile Mills dà lavoro a circa 8mila persone di 18 nazionalità diverse ed è stata citata dalla Harvard University come caso unico nella storia dell’industrializzazione post-moderna. “Non rinuncerei mai più a questa gratificante fatica, che genera quella sana stanchezza, che mi fa dormire come un bambino e svegliare desideroso di tornare al mio gioco preferito. Non m’importa se devo saltare qualche pasto perché il cibo della mensa indiana è troppo piccante per il mio vecchio stomaco o se sto ancora vestendo gli stessi vestiti che mi sono portato dall’Italia: sono il prezzo da pagare per avere accesso a qualcosa di più importante”.
Anche se le scene di povertà e miseria che vede ogni giorno sono tutt’altro che allegre, gli unici momenti tristi delle sue intense giornate sono quelli spesi a pensare alla vita di prima, “a chi mi ha spintonato per occupare il mio posto e non farsene niente, anzi, per lo più per fare danno”. Nella semplicità dei ritmi africani, Enrico ha trovato la verità che ha inseguito per anni. Sarà a causa di tutto quel sole che lì, in Africa, ogni cosa è esattamente come appare. “Qui la vita è ancora genuina, perfino nei suoi aspetti negativi. La proverbiale medaglia è come se avesse una faccia sola. Non devo girarla per conoscerne il lato negativo. Tutto e il contrario di tutto sono lì davanti a me, in un colpo d’occhio solo”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".