Si aggiungono altri tasselli alla vicenda dell’Imu non pagata da Josefa Idem e a quella della palestra, censita come abituazione e ristrutturata senza autorizzazione. Oltre al ministro, è coinvolto il marito Guglielmo “Cicci” Guerrini di cui La Stampa oggi ricostruisce la carriera, chiarisce il ruolo e solleva gli interrogativi sulla “gestione opaca” che ha travolto anche il ministro. Nel 2004 Idem ha stipulato “un contratto di comodato d’uso” con l’associazione dilettantistica Canoa Kayak Standiana, “presieduta dal marito e fino al 2003 con sede nella casa della coppia in via Bezzi 102, dove ora abita Gianni, fratello del marito”. A sua volta la Cks ha “siglato nell’ottobre 2008 un protocollo d’intesa con un’altra associazione dilettantistica (l’Asdilettantistica Sicul Motori e Sports) per la gestione della palestra”. Parliamo della stessa “palestra personale” di Idem censita come abitazione, che costava all’associazione 600 euro al mese.
E qui sorgono le irregolarità. Infatti, visto che “un protocollo d’intesa non è un contratto d’affitto”, non è chiaro per quale motivo Guerrini percepisca l’affitto per un “bene che gli è stato dato in comodato gratuito”. In più, l’accordo è stato raggiunto nell’ottobre 2008, ma la Sicul Motori risulta “registrata al Coni solo dal 27 gennaio 2009”, peraltro senza partita Iva e solo col codice fiscale. Quindi, senza autorizzazione a svolgere attività di tipo commerciale.
Oltre alle inconguenze emerse delle date, rimane da chiarire anche l’assunzione diIdem da parte del marito, avvenuta 10 giorni prima della nomina da assessorea Ravenna. Trascorso quel breve periodo, è stato il Comune a pagare la previdenza del ministro. Un incarico-bis che peraltro, secondo un ex collega di giunta, era scontato. Per questo il consigliere comunale di opposizione Alvaro Ancisi aveva presentato una interrogazione al sindaco Matteucci chiedendo si facesse chiarezza su quel contratto di assunzione. “L’associazione Kayak ha assunto, come prima e unica dipendente, la Idem, versando all’istituto di previdenza i dovuti contributi per 10 giornate lavorative. Dopodiché, a seguito del collocamento in aspettativa contemporaneo all’assunzione dell’incarico di assessore, è stato il Comune di Ravenna a versare tali contributi, fino alla cessazione dall’incarico il 7 maggio 2007, per un totale di 8.642 euro, pari a complessive 183 giornate lavorative”, ha scritto Ancisi nella sua interrogazione. Spiegando che dal giorno successivo alla fine dell’incarico di assessore nel 2007 “non risulta all’istituto di previdenza alcun versamento di oneri”. Alla luce della breve durata dell’incarico di lavoro, La Stampa chiede se Idem sia stata sostituita da altri collaboratori “visto che ne aveva così bisogno”. E, nel caso, con chi.