Silvio Berlusconi voleva candidare l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola per ricompensarlo del suo impegno nella cosiddetta “operazione Libertà”, ovvero la presunta compravendita di senatori perché lasciassero lo schieramento di centrosinistra determinando la crisi del governo Prodi. Lo sostiene l’ex parlamentare del Pdl Italo Bocchino, interrogato in qualità di persona informata dei fatti dai pm di Napoli che conducono l’inchiesta sulla vicenda.
Il verbale è stato depositato agli atti dell’udienza preliminare che si svolgerà giovedì nel procedimento che vede imputati Berlusconi, Lavitola e l’ex senatore Sergio De Gregorio (che ha dichiarato di aver ricevuto 3 milioni da Berlusconi per passare con lui, ndr). Bocchino, all’epoca figura di vertice del partito, concorreva a selezionare le candidature. In questa veste ha ricordato che Lavitola voleva presentarsi alle elezioni europee per il Pdl nella circoscrizione Sud. “La sua candidatura – ha dichiarato Bocchino – era molto appoggiata da Silvio Berlusconi in persona. Berlusconi proprio ebbe a dirmi nel corso di una riunione che lui teneva particolarmente a questa candidatura poiché era grato a Lavitola per il fatto che si era prodigato all’epoca del governo Prodi e della sua crisi per quella che fu chiamata ‘Operazione Libertà’, cioè il traghettamento di alcuni parlamentari dal centrosinistra verso il centrodestra”. Secondo l’ex colonnello Pdl, “la richiesta di Berlusconi venne ovviamente presa in seria considerazione, tuttavia la base del partito in Campania era ostile a Lavitola e alla sua candidatura, per cui io stesso proposi a Lavitola una candidatura nella circoscrizione Centro, ma Lavitola ebbe a rifiutare”.
Alla testimonianza di Italo Bocchino si aggiunge quella dell’imprenditore Bernardo Martano, detenuto a San Vittore nell’ambito di un’inchiesta su una bancarotta, che il 12 aprile scorso è stato interrogato dai magistrati della procura di Napoli. Silvio Berlusconi, sostiene Martana, finanziò “pesantemente” il movimento politico dell’ex senatore Sergio De Gregorio che riteneva il leader del Pdl “la persona più ricattabile d’Italia (“lui non mi può mai dire no”).
“Preciso che avevo visto con i miei occhi Silvio Berlusconi a Napoli in occasione della manifestazione politica da me sponsorizzata, ed avevo visto che abbracciava De Gregorio”, ha affermato l’imprenditore. “E’ noto che queste manifestazioni amicali e di affetto tra politici in occasioni ufficiali possono essere di mera facciata e di convenienza. Dunque feci la domanda chiedendogli di darmi una risposta sincera”. E a questo punto “De Gregorio, ricordo come se fosse oggi, mi fece un sorriso sornione e beffardo. Mi disse quasi testualmente: ‘Berlusconi ha pesantemente finanziato il mio movimento politico e comunque è la persona più ricattabile d’Italia e, per quanto mi riguarda, io personalmente lo considero la mia assicurazione, in senso che in futuro, se le cose mi dovessero andare male, lui non mi può mai dire di no”.
Berlusconi è accusato in particolare di aver dato ingenti somme di denaro a De Gregorio perché il senatore, eletto all’epoca nelle liste dell’Italia dei Valori, passasse al centrodestra contribuendo a determinare la crisi del governo Prodi. L’inchiesta è stata condotta dai pm Curcio, Piscitelli, Woodcock, Milita e Vanorio. L’udienza preliminare si svolgerà domani davanti al gup di Napoli Amelia Primavera, il gip aveva respinto la richiesta della Procura di giudizio immediato.