Papa Francesco commissaria lo Ior. Con un gesto assolutamente inedito nella storia della banca vaticana, Bergoglio, allo scoccare dei primi cento giorni di pontificato, ha istituito una Pontificia Commissione Referente sull’Istituto per le Opere di Religione. Il motivo, come recita un comunicato della Segreteria di Stato, “è il desiderio del Santo Padre di conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dell’Istituto per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica, nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica. La Commissione – prosegue ancora la nota vaticana – ha lo scopo di raccogliere informazioni sull’andamento dell’Istituto e di presentare i risultati al Santo Padre“.
Durante i lavori della commissione, precisa sempre la Segreteria di Stato, lo Ior continuerà a operare secondo le norme stabilite da Giovanni Paolo II nel 1990, “salvo disposizioni diverse del Santo Padre”. A presiedere l’organismo voluto da Papa Francesco sarà il cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, che il prossimo 24 settembre compirà ottant’anni e perderà quindi il diritto di entrare in conclave. Con lui ci sarà anche il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che il 13 marzo scorso della loggia centrale della Basilica Vaticana annunciò l’habemus Papam.
Coordinatore della commissione sarà il vescovo spagnolo Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Infine, Papa Francesco ha designato come segretario monsignor Peter Bryan Wells, assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, ovvero viceministro degli Interni vaticano, e come membro la professoressa Mary Ann Glendon, ex ambasciatore americano presso la Santa Sede. Nel chirografo con il quale Francesco ha istituito questa inedita commissione, rispolverando persino il plurale maiestatis che sembra così lontano dall’affabilità del Papa argentino, Bergoglio sottolinea di aver seguito l’invito di Benedetto XVI di “consentire ai principi del Vangelo di permeare anche le attività di natura economica e finanziaria”, ma anche di aver “sentito il parere di diversi cardinali e altri fratelli nell’episcopato, nonché di altri collaboratori”, e di aver preso questa decisione “alla luce della necessità di introdurre riforme nelle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica“.
I compiti della commissione sono ben definiti da Papa Francesco: saranno raccolti documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali. “Il segreto d’ufficio e le altre eventuali restrizioni stabiliti dall’ordinamento giuridico – specifica Bergoglio – non inibiscono o limitano l’accesso della commissione a documenti, dati e informazioni, fatte salve le norme che tutelano l’autonomia e l’indipendenza delle autorità che svolgono attività di vigilanza e regolamentazione dell’Istituto, le quali rimangono in vigore”. I cinque componenti potranno avvalersi anche di collaboratori e consulenti esterni. Tutti i membri della Curia romana dovranno collaborare con la commissione che riferirà soltanto al Papa sia nel corso dei suoi lavori, sia al termine e solo a lui consegnerà le sue conclusioni nonché l’intero suo archivio con tutti i documenti che avrà raccolto. E il Papa già annuncia che renderà noto anche lo scioglimento della commissione. Insomma Francesco vuole vederci chiaro sui misteri dello Ior e ascoltare il parere di un organo super partes istituito ad hoc che risponda solo e soltanto a lui. Nonostante già esista una Commissione Cardinalizia di Vigilianza dello Ior presieduta da Tarcisio Bertone, il cui mandato è stato prolungato da Benedetto XVI, prima di lasciare il pontificato, fino al 2018. Ma Francesco, evidentemente, non si fida.
Twitter: @FrancescoGrana