Un altro “eco-mostro” benedetto dal Pd svetterà sulle coste romagnole? È il timore che a Milano Marittima, ormai, tiene banco da mesi non solo tra gli ambientalisti. L’ultima critica però è proprio di Legambiente, che alla giunta di Cervia ha già assegnato due bandiere nere (2008 e 2012) e che oggi parla di Comune che “si ostina a voler portare avanti la politica del calcestruzzo con l’ennesimo grattacielo”.
Nel ciclone c’è un palazzone a strati che si depositerà ad appena 50 metri dalla spiaggia. Un edificio di 18 piani per 58 metri di altezza e 200 appartamenti, 50 negozi e tre piani di parcheggi interrati. Ufficialmente ideato per celebrare il centenario (l’anno scorso) di Milano Marittima, lo costruirà una società controllata a metà dalle coop, la Pentagramma Romagna spa: è composta al 50% dalla Eagle, una partecipata del consorzio regionale delle Cooperative costruzioni, e per il resto appartiene alla Fintecna, una società immobiliare nota a livello locale per le compravendite tra pubblico e privato.
Le 70 famiglie locali eredi dei salinari hanno intrapreso un’azione legale nei confronti del demanio e di Pentagramma. “Sì, perché inizialmente era stato firmato un accordo col demanio che attestava il trasferimento a titolo gratuito (chiamasi sfratto) delle proprietà degli eredi dei salinari ivi residenti nel Comune”, attacca il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Defranceschi, che a fine maggio ha presentato un’interrogazione ad hoc al governatore Vasco Errani.
L’area dove sorgerà il ‘gigante’ è quella di fronte allo storico grattacielo di Milano Marittima, datato 1956 e costruito dal lughese Eugenio Berardi. “Il mio non chiamatelo grattacielo”, si è raccomandato Mario Cucinella, l’architetto progettista del ‘gigante’. Nell’investimento di Pentagramma -20 milioni di euro solo a Milano Marittima più 60 per altre riqualificazioni collegate a Cervia– sono previsti un parco pubblico di pini da 11 mila metri quadri e alcuni accessi diretti alla spiaggia. Cucinella vuole un palazzo che ricordi “una catasta irregolare di assi di legno”, per il quale “lo sfasamento dei piani renderà l’edificio una struttura che gioca col vento”, in grado di “intercettare la brezza, non creare ombre nel periodo estivo sulla spiaggia” e suggestioni varie. Sarà un grattacielo “molto diverso dai parallelepipedi con persiane che troviamo intorno”, ha assicurato dunque l’archistar.
I lavori dovrebbero partire quest’anno: servono diverse varianti d’intesa col Ptcp provinciale perché il piano regolatore non prevedeva costruzioni oltre i 22 metri di altezza, l’equivalente di sette-otto piani. In tutto questo, il sindaco Pd Roberto Zoffoli (scade l’anno prossimo) tira dritto nonostante una petizione contraria al progetto (Salvatore Settis e Fabio Concato tra i firmatari) e per oggi ha in programma “CerviaPiù città del futuro”, il convegno sul piano strategico locale di cui il nuovo palazzo sul mare è un fiore all’occhiello. “Avremmo voluto farvi alcune domande direttamente, ma evidentemente non sarà possibile”, lamenta il comitato “Abbasso il grattacielo Viva la città giardino” in una lettera a tutti i super professori coinvolti nel piano strategico (Luca Mazzara dell’Università di Bologna; Filippo Boschi e Valentina Ridolfi di Heriscape-Heritage & Landscape Training & Consulting; Massimo Angrilli dell’Università di Pescara; Marco Ponti del Politecnico di Milano; Andrea Pollarini dello Iulm di Milano; Guido Caselli, direttore dell’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna; Stefano Zamagni dell’Università di Bologna).
Il comitato ricorda tra l’altro che durante la stesura e l’ideazione del piano strategico non si è mai parlato del progetto Pentagramma “se non, improvvisamente, nell’ultimo anno” e che lo stesso “non porta la firma né il parere di nessun urbanista”. E se l’area richiederebbe specifiche misure di tutela ambientale dato che è a rischio inondazione, in Regione Defranceschi ha segnalato che i parcheggi interrati “sventreranno terreni a rischio subsidenza” con “ingresso di acqua salata nelle falde”. Posto allora che “con questo ennesimo intervento si mette a rischio la falda freatica, come segnala l’autorità di Bacino che il Pd si è guardato bene dal ritenere rilevante”, il consigliere regionale chiede alla giunta Errani “se fosse a conoscenza, e se abbia mai espresso un parere a proposito, della volontà del Comune di Cervia di non fare valere il diritto di prelazione sulla vendita dei beni demaniali”, se si conosce la Via relativa, se insomma esiste un problema di tutela del paesaggio. Ma il ‘grilllino’ chiede anche se e quando la Regione dovrà esprimersi sull’iter avviato con la delibera del Consiglio comunale di Cervia del 2012, così come “se non ritenga opportuno valutare, e agire di conseguenza, i pericoli derivanti dalle opere di scavo così a ridosso dell’arenile, come chiaramente espressi dal servizio tecnico di Bacino Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini)”.
A diffondere nuove preoccupazioni sul tema cemento, nel frattempo, è Legambiente: in Emilia-Romagna, riporta “Goletta Verde”, il 59% del litorale pari a 82 chilometri di linea costiera è stato modificato da interventi edilizi. Dal 1988 sono stati cancellati sette mila metri di costa. “Pericoli che interessano particolarmente le aree di ancora libere del Ravennate e Ferrarese”, per questo Legambiente chiede di fissare un vincolo di “inedificabilità assoluta” per tutte le aree costiere libere almeno per un chilometro dal mare.