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Al via la cinesizzazione della Grecia. Una piccola Dubai nascerà nell’Egeo

Pechino parte da Atene per giocarsi la carta europea. Con isole artificiali nel golfo di Saronico, resort a cinque stelle fino a Capo Sounio, sfruttamento del turismo in chiave mondiale e destagionalizzato e un ingresso prepotente nelle privatizzazioni del Paese
Incontro Grecia - Cina
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Isole artificiali sul modello Dubai nel golfo di Saronico, resort a cinque stelle fino a Capo Sounio, sfruttamento full del turismo in chiave mondiale e destagionalizzato, ingresso prepotente nelle privatizzazioni del Paese. La Cina ha deciso di giocare la “carta europea” e lo ha fatto nei giorni scorsi in Grecia. Dove, complice l’esigenza di monetizzare subito e il più possibile, e grazie a un memoradum che fa dell’eccezionalità delle decisioni una spinta per il governo, il premier Samaras ha messo a disposizione di Wei Tziafou, numero uno del colosso Cosco, niente meno che il porto del Pireo: uno degli scali marittimi più strategici del continente.

Oltre ai progetti per il terminal container che Cosco realizzerà (a settembre pronti 500 posti di lavoro) sono stati diffusi i riverberi turistici dell’accordo Samaras-Wei Tziafou. Che prevede piattaforme petrolifere costruite dai cinesi al Pireo, mega porto turistico a Perama, partecipazione alla privatizzazione della società dei treni greci Trainose (termine per le offerte prolungato a fine luglio per favorire si dice l’offerta cinese). “Incoraggio vivamente le imprese cinesi ad investire in Grecia”, ha detto Tziafou dopo il brindisi svolto nel prestigioso Hotel Britannia che si affaccia su Piazza Syntagma ad Atene, a due passi dal Parlamento. Sancendo, di fatto, una colonizzazione intensa e duratura da parte di Pechino.

Oltre al porto del Pireo la Cosco pare abbia messo gli occhi sul vecchio aeroporto Ellenikon nella marina di Glyfada, gradimento espresso dallo stesso vertice cinese mentre firmava il memorandum di cooperazione con il neo ministro della marina, Milziade Varvitsioti e il Taiped (la società di stato per le privatizzazioni) per sancire ufficialmente l’estensione del Molo III, nella parte occidentale del porto. Wei Tziafou, riferendosi agli scenari futuri che riguarderanno la presenza del gruppo in Grecia, ha portato come esempio le recenti costruzioni di isole artificiali a Dubai, e ha espresso fiducia nel governo greco e nelle nuove forme di imprenditorialità. Il manager nell’occasione ha anche ricevuto dal vicepremier Evangelos Venizelos la Gran Croce al merito della Repubblica ellenica e sulla situazione del Paese si è detto certo che “la prosperità tornerà presto e la Grecia sarà il primo Paese dell’eurozona a riprendersi”.

Secondo il protocollo d’intesa, Cosco a settembre avvierà i cantieri per costruire l’ala occidentale del Molo III, nello stesso sito dove edificherà i nuovi terminali petroliferi (pagati dal governo greco). Come contropartita verrà costruito un mega porto turistico a Perama. Inoltre Cosco chiede l’eliminazione del corrispettivo minimo garantito pagato per la costruzione a proprie spese del molo, ma si tratta di un passaggio che sarà limato più avanti. Secondo fonti governative nell’occasione, l’intero management del gruppo di logistica ha manifestato serio interesse per le privatizzazioni ferroviarie greche, con il pacchetto della statale Trainose che potrebbe passare in mani cinesi. A supporto di questa tesi emerge che la società Taiped era obbligata a presentare l’intero piano dei potenziali acquirenti entro lo scorso 28 febbraio, ma ha ottenuto una proroga (la Troika non si è opposta, anzi) sino alla fine di luglio. Si dice proprio per tentare di convincere i cinesi della bontà dell’operazione, da accompagnare con altri interventi di natura turistica e imprenditoriale.

Intanto il ministero delle finanze e le forze dell’ordine hanno diffuso per la prima volta dall’inizio della crisi greca, l’esatto numero dei suicidi da crisi: si tratta di dati ufficiali della polizia, del ministro delle finanze, citando un report documento dell’Autorità nazionale di statistica trasmesso ieri al Parlamento. All’agosto del 2012 i suicidi da crisi nel Paese (inizio nel 2009) sono stati 3124. In dettaglio, nel 2009 sono stati 391, 377 suicidi nel 2010 e nel 2011 477. I dati sono stati trasmessi alla Camera con una lettera del ministro delle finanze Ioannis Stournaras.

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