”Ce l’abbiamo fatta!”, annuncia il premier italiano Enrico Letta su twitter, accogliendo a braccia aperte l'”ok a più flessibilità per i prossimi bilanci di Paesi come l’Italia” – appena uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo – da parte di Bruxelles. A scatenare l’entusiasmo del presidente italiano sono state le parole di José Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, che ha annunciato come Bruxelles sia pronta a “considerare di consentire deviazioni temporanee dal raggiungimento dell’obiettivo di medio termine”, che permetteranno “investimenti pubblici produttivi” cofinanziati dall’Ue.
Bruxelles parla quindi di “deviazioni temporanee” sul deficit che dovrà “considerare” prima di approvare. Ma la svolta è già alle porte per il presidente del Consiglio, che ha lanciato sul social network l’hashtag #serietàpaga. Mentre, soltanto ieri, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ha avvertito che l’Italia è arrivata “a un punto di non ritorno”, sottolineando che “piccoli e sporadici segnali positivi non sono sufficienti”.
La Commissione, ha spiegato Barroso, “ha esplorato ulteriori modi all’interno del braccio preventivo del Patto di Stabilità (cioè per chi è sotto il 3% di deficit e quindi fuori da procedura, ndr) per realizzare investimenti pubblici non ricorrenti con un impatto provato sulle finanze pubbliche”. Promettendo che “quando la Commissione valuterà i bilanci nazionali per il 2014 e i risultati di bilancio del 2013, considererà di consentire deviazioni temporanee del deficit strutturale dal suo percorso verso l’obiettivo di medio termine (per l’Italia è il pareggio strutturale nel 2014-2015, ndr) fissato delle raccomandazioni specifiche per Paese”.
Simon O’Connor, portavoce del commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha subito precisato che l’annuncio di Barroso per una maggiore di flessibilità di bilancio “in nessuna circostanza permette ai Paesi membri di superare il limite del 3%” del rapporto deficit/Pil. Ricordando che quanto annunciato oggi relativamente alla possibilità di deviare temporaneamente dal deficit per fare investimenti pubblici riguarda “i Paesi che rientrano nel braccio preventivo del Patto di stabilità e non sono sottoposti alla procedura per deficit eccessivo”.
Non si è fatta attendere, comunque, la risposta di Palazzo Chigi. “Il governo italiano raccoglie con grande soddisfazione un risultato importante, forse il più importante di tutti nel rapporto con le Istituzioni europee”, ha dichiarato in una nota, sottolineando che è il “premio per la scommessa che questo governo ha fatto fin dall’inizio sul rispetto degli obiettivi di finanza pubblica“.
Ma in Parlamento c’è anche chi esprime i propri dubbi su come verrà sfruttata la concessione promessa da Bruxelles. “Più flessibilità nei conti pubblici non sia sinonimo di un disinvolto utilizzo dei fondi“, ha avvertito la portavoce del Pdl alla Camera dei deputati, Mara Carfagna. “L’Ue ha premiato i sacrifici degli italiani, adesso il governo e la maggioranza ripaghino questa fiducia attraverso misure strutturali per la crescita”, ha aggiunto, sottolineando che “serve una seria strategia di sviluppo che porti nuova occupazione, rendendo più dinamico il mercato del lavoro e riducendo le imposte sui lavoratori e gli imprenditori”.
Mentre una parte del Pdl cavalca l’ondata di entusiasmo per dare il merito a Silvio Berlusconi. “Quanto deciso dall’Ue è anche la conferma della giustezza delle proposte economiche del Pdl e del presidente Berlusconi, il quale per primo aveva invitato l’Europa a superare le barriere del tre per cento ed investire nel rilancio”, ha detto la senatrice Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo economico ed esponente del Pdl. E ha aggiunto: “Ora mettiamoci al lavoro per far ripartire l’Italia”.
La plenaria del Parlamento europeo ha intanto espresso il suo consenso politico all’accordo raggiunto la settimana scorsa sul bilancio pluriennale della Ue 2014-2020. Una larga maggioranza (474 sì, 193 no, 42 astenuti) ha approvato la risoluzione bipartisan. Per l’approvazione legale definitiva, il testo legislativo del bilancio pluriennale sarà sottoposto alla plenaria di settembre, ma l’ok viene dato per scontato. Il documento dovrà essere approvato con la maggioranza degli aventi diritto (almeno 383 sì sui 765 eurodeputati).