I leader della Fratellanza in manette e il presidente Mohamed Morsi destituito. I militari, messi da parte i capi di quello che era il partito di governo, hanno già designato il successore ad interim di Morsi il giudice Adly Mansour, presidente della Corte Costituzionale. Il giorno dopo il colpo di Stato in Egitto le forze armate guardano già oltre e garantiscono che presto il paese avrà un governo civile e la protezione degli islamici che hanno sostenuto Morsi. La cronaca però registra nuovi episodi di violenza: sono almeno 14 i morti negli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente deposto.
Arrestati leader, guida spirituale e parlamentari dei Fratelli Musulmani. Le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato il leader del partito dei Fratelli musulmani Saad el Katatni e il capo dei parlamentari dello stesso partito, al Bayumi. Il quotidiano al Ahram parla di ordini di arresto per 300 membri del partito che governana il paese fino a mercoledì pomeriggio. La Procura generale della Repubblica egiziana ha ordinato l’arresto della Guida suprema dei Fratelli Musulmani Mohammad Badie e del numero due della Confraternita Khairat el-Shater: l’accusa nei loro confronti è di incitamento alla violenza. Secondo il quotidiano al Arham, le forze di sicurezza egiziane hanno intenzione di disperdere una manifestazione pro-Morsi vicino all’università del Cairo. L’agenzia di Stato Mena aggiunge che la polizia sta proseguendo nei suoi sforzi di arrestare “numerosi membri della Fratellanza musulmana accusati di incitamento alla violenza, disturbo alla pace e alla sicurezza”. Ieri il Essam el-Haddad, portavoce di Morsi aveva scritto su Fb: “Non può esserci golpe senza spargimento di sangue”. L’esercito si è impegnato a proteggere gli islamici: tramite il suo portavoce Ahmed Ali, i militari fanno sapere che “le Forze Armate non parmetteranno ad alcuno di insultare, provocare o abusare di chi fa parte della corrente islamica. Sono tutti figli dell’Egitto. Le Forze Armate hanno lo stesso grado di dignità, rispetto e amore per loro come per gli altri”. Le affermazioni sono in particolar modo rivolte “ai giovani dell’Egitto di tutte le correnti religiose e orientamenti. Nessuno in Egitto mette in dubbio il vostro patriottismo e la sincera dedizione a questo Paese”.
Per Morsi divieto di espatrio. Dopo essere stato trasferito nella sede del ministero della Difesa, l’ex presidente egiziano Mohamed Morsi è stato sottoposto a divieto di espatrio con l’accusa di insulto alla magistratura. Stesso provvedimento per altri otto dirigenti della Fratellanza.
Il giudice Adly Monsour presidente ad interim: ha già giurato. Il presidente della Corte costituzionale egiziana da soli due giorni, il giudice Adly Mansour, è stato designato dai militari a succedere a Morsi come capo dello stato ad interim. E ha già giurato. Ironia della sorte, Mansour era stato nominato presidente della Corte costituzionale dallo stesso Morsi a metà maggio, anche se ha assunto l’incarico due giorni fa. Sessantasette anni, padre di tre figli, Mansour ha studiato nella prestigiosa Scuola nazionale per l’Amministrazione di Parigi prima di intraprendere una lunga carriera come giudice sotto il regime di Hosni Mubarak. Ha esercitato in tribunali religiosi, ma anche in corti civili e penali. A differenza dei principali leader dell’opposizione – come il premio Nobel per la pace Mohamed el Baradei o l’ex segretario della Lega Araba Amr Moussa – il suo nome non è mai apparso tra i potenziali successori di Morsi. Questo relativo anonimato ha probabilmente catalizzato l’interesse dei militari, intenzionati a utilizzare una figura neutrale per assicurare una transizione che si annuncia complessa. ”I Fratelli musulmani sono parte della nazione” ha detto il neo presidente invitandoli a “condividere la costruzione della nazione”. I Fratelli Musulmani, però, hanno subito gelato l’appello di Mansour, affermando che non collaboreranno con le “autorità usurpatrici” nella fase di transizione. Lo ha detto Abdel Rahman al-Barr, membro dell’Ufficio della Guida della Fratellanza, comunemente indicato come ‘il Muftì dei Fratelli Musulmani’. “Respingiamo – ha scritto al-Barr sul sito ufficiale del gruppo islamico – la partecipazione a qualunque attività con le autorità usurpatrici”. “Respingiamo le pratiche oppressive e da stato di polizia, come le uccisioni, l’annullamento della libertà dei media, la chiusura di canali tv”, ha aggiunto l’esponente di spicco dei Fratelli Musulmani, chiedendo tuttavia a tutti i cittadini di “dimostrare autocontrollo e rimanere calmi”. Anche Mohamed Beltagy, dirigente dei Fratelli Musulmani e segretario generale del loro partito, Giustizia e Libertà, ha rincarato la dose: “Non imbracceremo le armi, ma non accetteremo questo colpo di stato militare”.
Al Jazeera interrotti i servizi live. I servizi dal vivo di al Jazeera in Egitto “sono stati interrotti così come quelli di diversi altri canali tv”. La stessa emittente tv panaraba lo comunica nel blog del suo sito web in inglese, in cui aggiunge che i suoi corrispondenti “hanno affermato che questo è successo durante una trasmissione in diretta quando forze di sicurezza hanno fatto irruzione nell’edificio e hanno arrestato il presentatore, gli ospiti e i produttori”.
Le forze armate rassicurano gli Stati Uniti: “Presto governo civile”. I vertici delle forze armate egiziane hanno assicurato alle loro controparti americane che “un governo civile sarà insediato rapidamente”. Lo hanno detto fonti dell’amministrazione Obama dopo i contatti avuti dal capo del Pentagono Chuck Hagel e il capo degli Stati Maggiori, generale Martin Dempsey.
Almeno 14 persone morte in scontri tra manifestanti. Almeno 14 persone sono rimaste uccise negli scontri che si sono verificati nella notte in varie città dell’Egitto tra sostenitori e oppositori di Mohamed Morsi, deposto dall’Esercito e trasferito nella notte al ministero della Difesa. Lo riferisce l’agenzia di stampa Dpa. Otto delle 14 vittime -secondo l’ultimo bilancio della tv satellitare al-Jazeera- sono morte negli scontri registrati nella città di Marsa Matrouh, nel nord del Paese. Vittime anche a Alessandria, Minya, nell’Egitto meridionale, e Fayoum, a sud del Cairo. Tra i 14 morti, stando a fonti della sicurezza egiziana citate dall’emittente, ci sono anche due agenti delle forze di sicurezza. Quattordici persone sarebbero rimaste ferite a Fayum, a sud del Cairo, dove persone non identificate hanno assaltato gli edifici pubblici, appiccandovi il fuoco. Al Cairo, esponenti della Fratellanza musulmana hanno riferito di essere stati attaccati durante una manifestazione vicino ad una moschea in periferia. Secondo il portavoce Gehad al Haddad, uomini in abiti borghesi avrebbero sparato sulla folla per circa 15 minuti.
Ancora scontri al Cairo. Violenti scontri tra attivisti dei Fratelli Musulmani e militari dell’esercito egiziano sarebbero in corso all’interno del perimetro dell’Università del Cairo. A riferirlo è il sito web del quotidiano governativo ‘Ahram’, precisando che i militari hanno sparato in aria alcuni colpi d’arma da fuoco per disperdere i manifestanti, dopo che questi ultimi erano saliti sopra i blindati lanciando slogan contro le forze armate. Secondo ‘Ahram Online’, inoltre, le forze di sicurezza di al-Giza hanno arrestato un manifestante che aveva con sè una bomba a mano.
Borsa ‘festeggia’ deposizione di Morsi. All’indomani dell’uscita di scena del presidente Mohamed Morsi, deposto per mano delle forze armate, il listino azionario ha fatto registrare un aumento del 7,3%. Una performance in parte attesa, se si considera che già martedì, dopo l’ultimatum lanciato dall’esercito, la Borsa era salita del 4,94%.