“Chi è il ministro più Ogm del reame”? E’ questa la domanda che, parafrasando la fiaba di Biancaneve, un gruppo di attivisti del movimento Greenpeace ha posto alla titolare della Salute Beatrice Lorenzin durante un blitz davanti alla sede del ministero.
Una manifestazione di protesta per chiedere la fine delle coltivazioni geneticamente modificate in Italia. “Non si può perdere un minuto in più”, afferma al fattoquotidiano.it Federica Ferrario, la responsabile campagna Agricoltura Sostenibile dell’organizzazione. “Dal 15 giugno in due campi del Friuli Venezia Giulia viene coltivato mais Ogm, il MON810 della Monsanto – spiega Ferrario – e l’operazione rischia di essere ripetuta in altre Regioni. Ci sono stati numerosi proclami sia da parte del ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, che da quello dell’Ambiente Andrea Orlando e anche, in parte, da quello della Salute Beatrice Lorenzin, ma ad oggi non ci sono atti concreti che mettano fine alla contaminazione che è già in corso”.
Un documento in realtà ci sarebbe. “Dalle notizie che abbiamo sul tavolo del ministro Lorenzin è già pronto un decreto che utilizzerebbe delle misure di emergenza per bloccare le semine, ma non capiamo perché non venga firmato, ponendo così fine alla debolezza delle istituzioni rispetto alla necessità di proteggere l’unico settore che in Italia non è in crisi”. Quali sono le possibilità di intervento? “Le strade sono due: o l’adozione di una clausola di salvaguardia come previsto dalla direttiva comunitaria 18/2001 (che prevede che gli Stati possano sospendere la coltivazione ogm, ndr) o quello di usare misure di emergenza. E non saremmo soli. Il primo strumento è già stato adottato da Austria, Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Polonia”.
E a protestare sul Lungotevere di Roma c’erano anche Biancaneve e la “Strega cattiva”, con un cestino di mele viola che “rappresentavano simbolicamente le colture ogm” , contrapposte alla frutta biologica offerta dalle attiviste. Ma la porta del ministero è rimasta chiusa. “Non siamo riusciti a parlare con nessuno – specifica la responsabile Greenpeace – ci è stato detto che il ministro non era in sede e che nessuno si voleva prendere la responsabilità di parlare con noi. Ci hanno però prospettato un incontro la prossima settimana con la direzione che si occupa di alimenti e nutrizione”, spiega Ferrario.
Per “spronare” il ministro Lorenzin “abbiamo anche fatto partire una petizione”. Sul sito StopOgm.org, infatti, è possibile firmare un messaggio che invita la numero uno della Salute a “firmare il decreto che attiva le misure di emergenza contro il mais MON810 – si legge sul sito – così da vietarne la coltivazione e tutelare il modello economico e sociale di sviluppo dell’agroalimentare italiano”. E in pochi giorni oltre 55mila persone hanno aderito. “Ciò che chiediamo – conclude la responsabile Greenpeace – è non solo di stringere i controlli sulle sementi utilizzate per evitare la presenza di altri campi coltivati come in Friuli, ma anche di intervenire prima che ci sia dispersione di polline sulle coltivazioni adiacenti, dove questa coltivazione è già stata avviata”. La risposta del ministro Lorenzin arriva attraverso una nota: “E’ allo studio, insieme ai ministri De Girolamo e Orlando un testo inattaccabile a difesa della biodiversità”. Il ministro ringrazia quindi “Greenpeace per le mele donate”, ma poi attacca: “Sono simbolo di una protesta strumentale”. Sul comunicato viene infatti specificato: “In queste settimane il ministro della Salute ha più volte dichiarato sull’importanza della biodiversità e anche alla platea di Coldiretti ha parlato della questione degli Ogm e sottolineato come il Governo italiano sia chiamato a difendere in Europa la specificità dei prodotti del nostro territorio”.