Non cala la tensione in Egitto e l’esercito dopo gli ultimi episodi di violenza fa arrivare un messaggio molto chiaro ai sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi. ”L’esercito egiziano non permetterà a nessuno di minacciare la sicurezza nazionale” fa sapere il portavoce delle forze armate, Ahmed Ali, in conferenza stampa al Cairo da cui è stata allontanata la truope di Al Jazeera. I militari hanno chiesto che “vengano smobilitati i sit-in” e promette che i “manifestanti non saranno arrestati”.
I sostenitori pro Morsi hanno attaccato una caserma dell’esercito che ha risposto sparando sulla gente: una carneficina costata la vita a 51 persone, secondo le stime fornite dalla tv di Stato e 77 secondo gli islamisti. Almeno 435 invece i feriti, come riportato dal ministero della Salute. Gravi episodi di violenza che però, fa sapere Ahmed Elmoslmany, portavoce della presidenza egiziana, non fermeranno gli sforzi per la formazione di un nuovo governo.
I militari sostengono di essere intervenuti per sedare l’attacco di un “gruppo terroristico” alla caserma, nel quale uno dei loro è rimasto ucciso e altri 40 sono rimasti feriti. Ma per Gehad el-Haddad, portavoce della Fratellanza, i militari e la polizia sono arrivati all’improvviso alle 3.30 in piazza e hanno cominciato a usare lacrimogeni e armi da fuoco per disperdere un sit-in “pacifico” di sostenitori del presidente Mohamed Morsi. “E’ stato un atto criminale – ha detto ad al-Jazeera – contro i manifestanti”. El-Haddad, inoltre, su Twitter, ha successivamente rivolto un appello a “tutti gli egiziani patriottici e coraggiosi”, affinché si uniscano alla manifestazione del Cairo “per difendere il paese dai traditori cospiratori del golpe militare” che ha destituito il presidente. Il partito Libertà e Giustizia, espressione dei Fratelli musulmani, “sollecita la comunità internazionale, i gruppi internazionali e tutti gli uomini liberi del mondo a intervenire per impedire altri massacri… e l’apparizione di una nuova Siria nel mondo arabo”.
Nel frattempo, due soldati sono stati catturati dai sostenitori di Morsi: Samir Abdallah e Azzam Hazem Ali, riferisce l’agenzia Mena, sono stati caricati su una macchina e costretti a fare con un altoparlante una dichiarazione in favore dell’ex presidente e contro l’esercito. Poco dopo sono riusciti a fuggire. La sede del partito dei Fratelli musulmani egiziani è stata chiusa per decisione delle autorità, dopo la scoperta al suo interno di armi. La polizia secondo France Presse ha trovato “liquidi infiammabili, coltelli e armi” nei locali del partito Libertà e Giustizia di Mohamed Morsi, espressione della Fratellanza.
I militari egiziani, invece, hanno arrestato 200 persone che cercavano di assaltare un edificio della Guardia Repubblicana al Cairo, armati di pistole, bombe artigianali e altre armi. Lo ha annunciato l’esercito, citato dalla tv di stato, smentendo la versione dei Fratelli Musulmani, che parla di 37 manifestanti uccisi e 500 feriti. I militari, al contrario, contano un morto e 40 feriti tra le loro file.
Il partito salafita al-Nour ha annunciato il suo ritiro dai colloqui per la formazione di un nuovo governo in Egitto, dopo la destituzione del presidente islamico Mohamed Morsi. Secondo al-Jazeera il ritiro è avvenuto in segno di protesta per le violenze dell’esercito. Nelle scorse ore il partito salafita aveva bocciato prima la nomina di Mohamed el Baradei e poi di Ziad Bahaa el-Din alla carica di primo ministro, perché figure troppo laiche. “Ci ritiriamo, ma non resteremo in silenzio, volevano evitare lo spargimento di sangue, ma ora ne scorre a fiumi”. E ad al-Jazeera il predicatore salafita Yaser Borhamy ha aggiunto: “Bisogna scegliere qualcuno che non provenga da un partito politico, un tecnocrate puro”. El Baradei e el-Din fanno entrambi parte del Fronte di salvezza nazionale, principale schieramento politico dell’opposizione liberale.
Nel frattempo il leader laico el Baradei, indicato come possibile vice presidente ad interim ha chiesto di far luce sull’episodio: “E’ necessaria un’indagine indipendente” sui fatti di questa mattina al Cairo. La violenza genera violenza e deve essere condannata formalmente – ha scritto su Twitter – E’ necessaria un’indagine indipendente. La transizione pacifica è l’unica via”. A guardare con preoccupazione a quello che succede in Egitto, sono gli Stati vicini. L’Iran ha giudicato“inaccettabile” ed “inquietante” l’intervento delle forze armate nelle questioni politiche egiziane. Lo ha affermato all’agenzia Mehr il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, aggiungendo che l’Iran “condanna la morte di innocenti”.