I giudici hanno condannato Emilio Fede e Lele Mora a 7 anni a di reclusione, a Nicole Minetti sono stati inflitti 5 anni. L’ex agente dei vip è stato condannato per favoreggiamento e induzione alla prostituzione, anche minorile, ma gli sono state riconosciute le attenuanti generiche. L’ex direttore del Tg4 è stato invece condannato per favoreggiamento e induzione alla prostituzione delle ragazze maggiorenni mentre è stato assolto dall’induzione della prostituzione di Ruby. L’ex consigliera regionale del Pdl è stata condannata per favoreggiamento alla prostituzione delle maggiorenni, assolta, per non aver commesso il fatto, per l’induzione alla prostituzione delle maggiorenni e assolta, per non aver commesso il fatto, per quanto riguarda il favoreggiamento e induzione alla prostituzione di Ruby.
Mora e Fede sono stati anche condannati all‘interdizione perpetua dei pubblici uffici, mentre per l’ex consigliera regionale del Pdl è stata fissata l’interdizione a 5 anni. I giudici, come già successo nel processo principale, hanno trasmesso gli atti alla Procura perché valutino le dichiarazioni di 33 testimoni della difesa compresa la stessa Ruby; disposta la trasmissione degli atti anche per lo stesso Silvio Berlusconi e dei suoi avvocati: Niccolò Ghedini e Piero Longo per violazione delle indagini difensive. Il 6-7 ottobre 2010 (prima che scoppiasse lo scandalo) e il 15 gennaio 2011 (il giorno dopo l’avviso di garanzia al Cavaliere) alcune ragazze furono convocate ad Arcore, senza dimenticare l’interrogatorio fantasma fatto a Karima. Durante le perquisizioni in casa di alcune Olgettine erano stati trovati verbali difensivi già compilati.
Il collegio ha stabilito anche il risarcimento in sede civile per le parti civili: le due ex miss piemontesi Ambra Battilana e Chiara Danese e per la modella marocchina Imane Fadil. Respinta la richiesta di provvisionale. Mora e Fede dovranno pagare le spese di giudizio alle 3 ragazze: 10 mila euro per ciascuna.
Per la procura “orge bacchiche per il piacere sessuale di Silvio Berlusconi”. La procura, rappresentata dal pm Antonio Sangermano e dall’aggiunto Piero Forno, per gli imputati aveva chiesto sette anni di carcere per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile. Durante la requisitoria l’accusa aveva definito le serate di Arcore “orge bacchiche”. Il processo principale si era concluso con la condanna a sette anni di reclusione per Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile.
Secondo gli inquirenti sono in tutto 34 le ragazze che sono state indotte a prostituirsi durante le serate ad Arcore per soddisfare, come è stato chiarito in requisitoria, il “piacere sessuale” del Cavaliere. Serate che erano “articolate” in tre fasi: la prima “prevedeva una cena”, mentre la seconda “definita ‘bunga bunga’” si svolgeva “all’interno di un locale adibito a discoteca, dove le partecipanti si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Silvio Berlusconi”. La terza fase riguardava infine la conclusione della serata e il suo proseguimento fino alla mattina dopo: consisteva, scrivono i pm, “nella scelta, da parte di Silvio Berlusconi, di una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro ed altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre partecipanti”.
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Silvio Berlusconi
A queste feste, per 13 volte (il 14, il 20, il 21, il 27 e il 28 febbraio, il 9 marzo, il 4, il 5, il 24, il 25 e il 26 aprile, e l’1 e il 2 maggio del 2010) c’era anche Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, non ancora 18enne. La ragazza marocchina, in base all’ipotesi accusatoria, sarebbe stata scelta da Fede nel settembre del 2009 dopo un concorso di bellezza in Sicilia, a Taormina, dove lei era tra le partecipanti e l’ex direttore del Tg4 uno dei componenti della giuria. Secondo le indagini, andò ad Arcore la prima volta accompagnata da Fede con una macchina messa a disposizione da Mora.
La difesa Minetti: “Giustizia a tre quarti”, Fede: “Denuncio Ambra e Chiara”. “E’ stata fatta una giustizia a tre quarti. Siamo relativamente, abbastanza, soddisfatti” dice Pasquale Pantano, difensore di Nicole Minetti commentando il verdetto. L’imputata dice di essere “soddisfatta” per l’assoluzione da tre capi di imputazione e allo stesso tempo “stupefatta per la pena eccessiva”. “L’induzione su Ruby non c’è assolutamente. Il mio cliente è la vittima. I colpevoli sono quelli che hanno mentito” sostiene Alessandra Guarini, avvocato del giornalista che annuncia di aver dato mandato al legale “di procedere per calunnia aggravata nei confronti di Chiara Danese, Ambra Battilana e Imane Fadil”. Soddisfatte le parti civili: ”Avevamo una paura assurda di parlare, vedere che c’è stata giustizia mi fa rimanere senza parole” afferma Ambra Battilana, presente in aula. Si dice “contenta” e “soddisfatta” Chiara Danese; “Finalmente sono riuscita a recuperare dignità” ha proseguito la ragazza, “spero di esser un esempio per tutte le ragazze come me che avevano un sogno”. La condanna di Lele Mora “è un giudizio pesante, non è quello che ci aspettavamo” dicono i legali dell’ex talent scout, gli avvocati Gianluca Maris e Nicola Avanzi, i quali hanno chiarito anche che “non siamo riusciti a evidenziare la differenza di posizione del nostro assistito”. La difesa di Mora farà appello.
Per i pm c’era un “sistema prostitutivo” in cui ognuno degli imputati avevano un ruolo. Per i pm, però, ciascuno dei tre imputati, in quello che è stato chiamato “sistema prostitutivo”, aveva un ruolo ben preciso. Lele Mora “individuava e selezionava”, anche insieme a Emilio Fede, “giovani donne disposte a prostituirsi” nella residenza dell’ex capo del Governo scegliendole in alcuni casi “tra le ragazze legate per motivi professionali all’agenzia operante nel mondo dello spettacolo” gestita dall’ex agente dei vip. Inoltre Mora, come Fede, “organizzava” in alcune occasioni “l’accompagnamento da Milano ad Arcore” di alcune delle invitate alla serate “mettendo a disposizione le proprie autovetture”, con tanto di autista. I pm in requisitoria hanno paragonato Mora e Fede ad “assaggiatori di vini pregiati”, perché valutavano la gradevolezza estetica delle ragazze e le sottoponevano a “un minimo esame di presentabilità socio-relazionale”, prima di immetterle nel “circuito” delle cene. Nicole Minetti, invece, avrebbe fatto da intermediaria per i compensi alle ragazze – in genere girati dal ragionier Giuseppe Spinelli, allora fiduciario e “ufficiale pagatore” per conto del leader del Pdl – che consistevano “nella concessione in comodato d’uso” degli appartamenti nel residence di via Olgettina e “in contributi economici” per il loro mantenimento o addirittura per il pagamento delle utenze di casa o delle spese mediche fino agli interventi di chirurgia estetica. Inoltre anche l’ex consigliere regionale, nonché ex igienista dentale di Berlusconi, “in alcune occasioni” si premurava di mettere “a disposizione” delle giovani le proprie auto per raggiungere Villa San Martino. I pm in aula l’hanno definita una sorta di “amministratrice di condominio”, sottolineando come lei nelle serate, non solo era una delle ‘spogliarelliste’, ma abbia anche compiuto “atti sessuali retribuiti”. Sia Minetti sia Mora e Fede, infine, secondo i pm, sapevano che Ruby era minorenne, quando l’hanno indotta a prostituirsi con l’ex premier.