Luigi De Magistris non ci sta. All’indomani della notizia di essere indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’organizzazione dell’America’s Cup a Napoli, il sindaco del capoluogo campano ha reagito rivendicando la correttezza del proprio operato. “Sono colpevole di un’unica cosa: aver portato la Coppa America a Napoli. Se allora questa è la mia colpa, è inutile che si faccia il processo, condannatemi, perché di questo vado fiero”, ha detto il sindaco. Che afferma di non volersi fare condizionare dalle vicende giudiziarie: “La magistratura è autonoma ma anche la politica è autonoma, io non mi faccio condizionare né dalla camorra né dalla magistratura nel mio lavoro”, ha detto il sindaco. “Prendo atto – ha sottolineato de Magistris in un’intervista Tv a Canale 21 – che i processi si fanno sui giornali e allora oggi anticipo quelle che saranno le prossime inchieste della magistratura: il concerto di Bruce Springsteen, il forum delle culture, la pista ciclabile, l’agibilità del San Paolo”.
“Ogni atto che facciamo – ha aggiunto de Magistris – è un’inchiesta. Bene. Sono contento che ciò avvenga e che si verifichi anche il capello, dopo anni di mancanza di controllo, perché mi chiedo dove è stato in questi anni chi doveva controllare, visto che si è arrivati a un buco di un miliardo e mezzo di debito, soldi pubblici sperperati, emergenza rifiuti. E’ una vecchia storia: più cerchi di cambiare la politica, più ti ostacolano con gli esposti, più cerchi di cambiare le cose, più ti denunciano”.”L’indagine – ha affermato il sindaco di Napoli – è doverosa, ma per me quest’indagine è fango. Rispetto assoluto della magistratura ma ho rispetto anche della mia onestà e professionalità e, dunque, mi sento ingiuriato. Mi auguro che la magistratura al più presto chiarisca” perché “ogni giorno che apriamo i giornali – ha concluso – vediamo palate di fango”.
De Magistris ha detto di aver saputo dai giornali di essere indagato: “Non so – ha aggiunto al Tgr Campania – che tipo di asta potremmo turbare io, Caldoro e Cesaro insieme. Quando ho letto la notizia mi veniva un un po’ da ridere, ma purtroppo è una vicenda seria. Sono una persona per bene ed oggettivamente mi sento ingiuriato da questa ipotesi di accusa“. “Fermo restando che la magistratura ha tutto il diritto e il dovere di indagare fino in fondo – ha sottolineato de Magistris – per quanto mi riguarda non troverà nulla. Prendo atto che ogni giorno apprendiamo di una nuova indagine. Io non ho ricevuto nessun avviso di garanzia e la procura non mi ha mai chiamato”. “Sono convinto – ha aggiunto – che anche i miei più stretti collaboratori e i dipendenti comunali abbiano agito correttamente. Personalmente non mi sono occupato né di gare né di altro, ecco perché trovo inaccettabile che si pensi, anche solo lontanamente, a una turbativa d’asta. Non ho mai visto nulla che potesse apparire illecito.
Aver portato la Coppa America a Napoli resta quindi un motivo di merito, a cui De Magistris non sembra aver intenzione di rinunciare: “Sono contentissimo che si siano fatti questi eventi che hanno cancellato l’immagine dei rifiuti di Napoli nel mondo – ha detto il sindaco -, facendo ritornare nella nostra città i turisti. Della Coppa America ha beneficiato tutta la città: operatori commerciali, ristoratori, albergatori. Se mi chiedete se c’è qualcuno fra i privati che ha ottenuto un beneficio illecito, per quanto mi riguarda la risposta è assolutamente no”.
Intanto emergono i primi dettagli sull’inchiesta. Il Presidente dell’Unione industriali di Napoli, Paolo Graziano, è stato “il regista indiscusso dell’operazione” che ha portato a Napoli le regate della Coppa America, secondo quanto scritto dai pm Graziella Arlomede e Marco Bottino nel nuovo decreto di sequestro del computer notificato nei giorni scorsi al capo di gabinetto del Comune, Attilio Auricchio. Graziano, i cui uffici furono perquisiti lo scorso giugno, è indagato per illecita selezione di socio privato in concorso con il sindaco, Luigi De Magistris, il presidente della Regione, Stefano Caldoro, e l’ex presidente della Provincia, Luigi Cesaro, in relazione all’ingresso dell’Unione industriali nella società Acn (America’s Cup Naples), che ha gestito l’organizzazione delle due edizioni delle regate. Graziano, scrivono i magistrati, “ha preso contatti con gli americani, ha partecipato alla redazione e sottoscritto, benché privo di qualsivoglia titolo, il protocollo d’intesa nell’agosto 2011, allorché la società di scopo non era stata ancora costituita”. Il presidente degli industriali, inoltre, è scritto nel documento, ha “gestito di fatto le procedure di gara per la realizzazione delle opere a terra, del village, del piano degli eventi e del piano della comunicazione”. I requisiti per partecipare alla gara nella quale fu scelto il partner privato di Acn furono, secondo i pm, “cuciti addosso” al vincitore in pectore.