Rio de Janeiro – “Cadê o Papa”, dov’è il Papa, si sono detti molti brasiliani giovedì, quando Francesco, il pontefice, ha dato la messa sulla spiaggia di Copacabana, dove circa 865 mila pellegrini sono giunti percorrendo infiniti corridoi transennati che impedivano a chiunque di camminare dove volesse. Molti di loro non sono riusciti a vederlo nemmeno sui megaschermi.
Già, la sicurezza. In nome della sicurezza, la libertà è sempre più limitata. I carioca lo sanno molto bene. Negli ultimi anni, il Dio “transenna”, le regole, hanno limitato sempre più il cammino della gente. “Lei seca”, “Choque de Ordem” e tante altre espressioni usate dalla prefettura per portare ordine tra i carioca. Se il comune di Rio ha preferito transennare i pellegrini, non lo fa nei “Carnavais” e nei réveillon di Copacabana, quando un milione di brasiliani portano a Iemanjá le proprie offerte per augurarsi pace, amore e prosperità. I corridoi di ferro non ci sono, perché non servono. I brasiliani hanno un innato senso dello spazio e dello sballo che non li fa esplodere, anzi li unisce.
Sicurezza. Una parola che è quasi un tabù da nominare. Le transenne di Eduardo Paes, il sindaco di Rio e del governatore, Sérgio Cabral, ormai odiati simboli della protesta carioca che gironzola intorno al Papa, servirebbero a proteggere i pellegrini, ma a vederli così spremuti e passare male non si direbbe. Le barriere servono a proteggere soprattutto il Papa, anche se lui se ne va in giro in auto, con il vetro abbassato. Chiaro, nessuno riesce a immaginare cosa potrebbe accadere al governo Rousseff se succedesse qualcosa di strano al Papa sudamericano in visita per la prima volta in America Latina. Meglio mettere quindi le transenne ha pensato Paes, il sindaco di Rio, ma anche il carioca Cabral, l’odiato governatore che si è pure inginocchiato al porteño Bergoglio, il pontefice venuto nella sua città, creando un incubo nella sua vita; proprio dopo la Confederations Cup che ha fatto da stoppino alla rivolta dei brasiliani, i quali non ne possono più di pagare tasse per costruire stadi alla Fifa e mega tour a Papa Francesco.
Rousseff teme che la rivolta intorno ai pellegrini possa colpire anche lui, il primo gesuita divenuto papa. Ma l’ex guerrigliera Dilma dovrebbe preoccuparsi più di chi le sta attorno, soprattutto della polizia militare che si comporta nelle manifestazioni e nelle favelas come i militari che ha combattuto durante il regime militare. Dov’è il Papa?”. Era come se migliaia di persone dicessero a Copacabana, “Dov’è Willy?”, il personaggio da scovare nei disegni.
Migliaia di fedeli, spremuti dalle transenne, non riuscivano a capire, dove si trovasse il pontefice nella peccatrice Copacabana, divenuta “santa” per l’occasione. Molti pellegrini erano furibondi. Si sentivano esclusi soprattutto quando vedevano schiere di vescovi e cardinali accedere negli stretti e sorvegliati varchi che davano accesso all’esclusivo circo mediatico di un nuovo cattolicesimo che vorrebbe portare la Chiesa più vicina alla gente. Ma le transenne erano anche a Varginha, nella favela che i carioca chiamano Striscia di Gaza, dove il Papa ha fatto uno seducente discorso sociale, quello contro il consumismo e “l’effimera cultura dello scarto”, parole che lasciano pensare ancora di più, quando si vedono frotte di pellegrini spendere tanto denaro nel lussuoso shopping Rio Sul. “Where is the Pope”, se lo sono chiesto anche i gringo, molti dei quali non sono riusciti ad arrivare in tempo a Copacabana, giacché il trasporto pubblico privatizzato ha avuto seri problemi di funzionamento. “Dov’è il Papa?”. Già, dove era. Chi lo sapeva, non riusciva a dirlo nemmeno al cellulare, perché il 3G, incluso quello della Tim, non funzionava. E’ sempre così, soprattutto quando serve usarlo per inviare un Tweet al giornale. Se non sono i militari a tagliare la rete, a farlo sono le compagnie telefoniche che non riescono a garantire i servizi che promettono alla gente, perché non investono nell’infrastruttura della rete. Non lo fanno perché inviano il lucro alle loro sedi in crisi all’estero o, forse, neanche là, ma nel mercato finanziario, dove si guadagna senza investire nella vita reale.
Giuseppe Bizzarri
Giornalista
Mondo - 27 Luglio 2013
Francesco I in Brasile: i pellegrini di Copacabana: ‘Ma dov’è il Papa?’
Già, la sicurezza. In nome della sicurezza, la libertà è sempre più limitata. I carioca lo sanno molto bene. Negli ultimi anni, il Dio “transenna”, le regole, hanno limitato sempre più il cammino della gente. “Lei seca”, “Choque de Ordem” e tante altre espressioni usate dalla prefettura per portare ordine tra i carioca. Se il comune di Rio ha preferito transennare i pellegrini, non lo fa nei “Carnavais” e nei réveillon di Copacabana, quando un milione di brasiliani portano a Iemanjá le proprie offerte per augurarsi pace, amore e prosperità. I corridoi di ferro non ci sono, perché non servono. I brasiliani hanno un innato senso dello spazio e dello sballo che non li fa esplodere, anzi li unisce.
Sicurezza. Una parola che è quasi un tabù da nominare. Le transenne di Eduardo Paes, il sindaco di Rio e del governatore, Sérgio Cabral, ormai odiati simboli della protesta carioca che gironzola intorno al Papa, servirebbero a proteggere i pellegrini, ma a vederli così spremuti e passare male non si direbbe. Le barriere servono a proteggere soprattutto il Papa, anche se lui se ne va in giro in auto, con il vetro abbassato. Chiaro, nessuno riesce a immaginare cosa potrebbe accadere al governo Rousseff se succedesse qualcosa di strano al Papa sudamericano in visita per la prima volta in America Latina. Meglio mettere quindi le transenne ha pensato Paes, il sindaco di Rio, ma anche il carioca Cabral, l’odiato governatore che si è pure inginocchiato al porteño Bergoglio, il pontefice venuto nella sua città, creando un incubo nella sua vita; proprio dopo la Confederations Cup che ha fatto da stoppino alla rivolta dei brasiliani, i quali non ne possono più di pagare tasse per costruire stadi alla Fifa e mega tour a Papa Francesco.
Migliaia di fedeli, spremuti dalle transenne, non riuscivano a capire, dove si trovasse il pontefice nella peccatrice Copacabana, divenuta “santa” per l’occasione. Molti pellegrini erano furibondi. Si sentivano esclusi soprattutto quando vedevano schiere di vescovi e cardinali accedere negli stretti e sorvegliati varchi che davano accesso all’esclusivo circo mediatico di un nuovo cattolicesimo che vorrebbe portare la Chiesa più vicina alla gente. Ma le transenne erano anche a Varginha, nella favela che i carioca chiamano Striscia di Gaza, dove il Papa ha fatto uno seducente discorso sociale, quello contro il consumismo e “l’effimera cultura dello scarto”, parole che lasciano pensare ancora di più, quando si vedono frotte di pellegrini spendere tanto denaro nel lussuoso shopping Rio Sul. “Where is the Pope”, se lo sono chiesto anche i gringo, molti dei quali non sono riusciti ad arrivare in tempo a Copacabana, giacché il trasporto pubblico privatizzato ha avuto seri problemi di funzionamento. “Dov’è il Papa?”. Già, dove era. Chi lo sapeva, non riusciva a dirlo nemmeno al cellulare, perché il 3G, incluso quello della Tim, non funzionava. E’ sempre così, soprattutto quando serve usarlo per inviare un Tweet al giornale. Se non sono i militari a tagliare la rete, a farlo sono le compagnie telefoniche che non riescono a garantire i servizi che promettono alla gente, perché non investono nell’infrastruttura della rete. Non lo fanno perché inviano il lucro alle loro sedi in crisi all’estero o, forse, neanche là, ma nel mercato finanziario, dove si guadagna senza investire nella vita reale.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.