Cracovia 2016. È nella città dell’inventore delle Giornate Mondiali della Gioventù, Giovanni Paolo II, che si svolgerà, fra tre anni, la prossima Gmg internazionale. Lo ha annunciato Papa Francesco al termine della Messa conclusiva della Gmg di Rio che si è svolta sulla spiaggia di Copacabana a causa del maltempo che ha imperversato in questa settimana in Brasile e che ha costretto gli organizzatori a modificare la location dell’evento. Per la seconda volta la Gmg torna in Polonia dove già nel 1991 Wojtyla aveva convocato a Czestochowa i giovani del mondo.
Un entusiasmo straordinario quello suscitato a Rio da Papa Francesco questa settimana. Poco prima che iniziasse la Messa conclusiva la spiaggia di Copacabana è stata lo scenario del più grande flash mob mai visto con tre milioni di fedeli che danzavano all’unisono in onore di Bergoglio. Insieme con loro, sul palco papale, si sono uniti anche i 1200 vescovi concelebranti che avevano già indossato i paramenti per la Messa. Il tutto sotto gli occhi di Benedetto XVI che, dal monastero vaticano “Mater Ecclesiae”, ha seguito l’evento in diretta grazie alla televisione come aveva promesso al suo successore. Alla Messa conclusiva della Gmg erano presenti anche i presidenti del Brasile, Dilma Rousseff, dell’Argentina, Cristina Kirchner, e della Bolivia, Evo Morales. All’offertorio il Papa ha voluto abbracciare una coppia che gli ha presentato la figlia nata senza cervello e miracolosamente ancora viva. I genitori non hanno voluto abortire pur essendo permesso in questi casi dalle leggi statali.
È un mandato missionario quello che Papa Francesco, il Pontefice argentino “preso quasi alla fine del mondo”, ha voluto consegnare ai giovani presenti a Rio. “In questi giorni – ha detto loro Bergoglio – avete potuto fare la bella esperienza di incontrare Gesù e di incontrarlo assieme, avete sentito la gioia della fede. Ma l’esperienza di questo incontro non può rimanere rinchiusa nella vostra vita o nel piccolo gruppo della parrocchia, del movimento, della vostra comunità. Sarebbe come togliere l’ossigeno a una fiamma che arde”. Anche per i giovani del mondo il messaggio di Francesco è quello di uscire verso le periferie esistenziali. “Non ci sono confini – ha spiegato il Papa – non ci sono limiti: Gesù ci invia tutti. Il vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti. È per tutti. Non abbiate paura – è l’appello di Francesco – di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore”.
La condivisione della fede, ha spiegato però il Papa, “non nasce dalla volontà di dominio o di potere, ma dalla forza dell’amore”. Un monito ai carrieristi della Chiesa, alle lobby, gay e non, della Curia e ai corvi vaticani che attendono Francesco al suo ritorno a Roma dopo la settimana brasiliana. “Quando affrontiamo insieme le sfide – ha detto il Papa ai giovani – allora siamo forti, scopriamo risorse che non sapevamo di avere. Gesù non ha chiamato gli apostoli a vivere isolati, li ha chiamati per formare un gruppo, una comunità”. Non a caso Francesco ha deciso di non vivere isolato nell’appartamento pontificio del Palazzo Apostolico vaticano, lì dove il maggiordomo infedele di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, ha agito indisturbatamente fotocopiando i documenti riservati del Papa tedesco, ma ha scelto di rimanere a Casa Santa Marta come un qualsiasi presule di passaggio a Roma. E ha creato anche un gruppo di otto cardinali coordinato dall’arcivescovo honduregno Óscar Rodríguez Maradiaga per consigliarlo nel governo della Chiesa e per riformare la Curia romana.
Maradiaga, che martedì scorso ha incontrato il Papa a Rio proprio in vista delle prime riunioni di questo speciale “consiglio della corona” che si svolgeranno a Roma nei primi tre giorni del prossimo mese di ottobre, ha parlato di una riforma dello Ior che deve diventare una “banca etica” e ha svelato che il Papa ha condiviso l’idea di raccogliere, già nelle prossime settimane, le proposte dell’episcopato mondiale sul ruolo che la Curia romana dovrà avere in futuro. Come, infatti, ha spiegato ai giovani lo stesso Bergoglio, “evangelizzare è testimoniare in prima persona l’amore di Dio, è superare i nostri egoismi, è servire chinandoci a lavare i piedi dei nostri fratelli come ha fatto Gesù”. E la ricetta di Francesco è fatta di ingredienti semplici: “Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste tre parole sperimenterete che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia della fede, riceve gioia”. “Portare il Vangelo – ha ribadito il Papa – è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza; per distruggere e abbattere le barriere dell’egoismo, dell’intolleranza e dell’odio; per edificare un mondo nuovo”.
Quando in Italia sarà mezzanotte l’aereo papale decollerà dall’aeroporto di Rio e, dopo dodici ore di volo, riporterà Francesco a Roma. Ma prima di lasciare il Brasile il Papa incontrerà il comitato di coordinamento del Consiglio episcopale latinoamericano e poi i migliaia di volontari della Gmg di Rio. Bergoglio, però, smaltita la stanchezza del viaggio e il fuso orario, tornerà a occuparsi del governo della Chiesa senza concedersi un periodo di riposo a Castel Gandolfo, nella residenza estiva dei Papi, dove andrà soltanto il prossimo 15 agosto. Sulla sua agenda, infatti, è in programma la prima riunione della Pontificia Commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, da lui istituita la settimana scorsa, per “proseguire nell’opera di introduzione di riforme nelle istituzioni vaticane, finalizzata a una semplificazione e razionalizzazione degli organismi esistenti e a una più attenta programmazione delle attività economiche di tutte le amministrazioni vaticane”.
Cronaca
Papa Francesco: “Prossima Giornata mondiale della gioventù Cracovia 2016”
È nella città dell'inventore delle Gmg, Giovanni Paolo II, che si svolgerà, fra tre anni, il prossimo raduno. In Brasile tre milioni di persone alla messa conclusiva sulla spiaggia di Copacabana: "Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali"
Cracovia 2016. È nella città dell’inventore delle Giornate Mondiali della Gioventù, Giovanni Paolo II, che si svolgerà, fra tre anni, la prossima Gmg internazionale. Lo ha annunciato Papa Francesco al termine della Messa conclusiva della Gmg di Rio che si è svolta sulla spiaggia di Copacabana a causa del maltempo che ha imperversato in questa settimana in Brasile e che ha costretto gli organizzatori a modificare la location dell’evento. Per la seconda volta la Gmg torna in Polonia dove già nel 1991 Wojtyla aveva convocato a Czestochowa i giovani del mondo.
Un entusiasmo straordinario quello suscitato a Rio da Papa Francesco questa settimana. Poco prima che iniziasse la Messa conclusiva la spiaggia di Copacabana è stata lo scenario del più grande flash mob mai visto con tre milioni di fedeli che danzavano all’unisono in onore di Bergoglio. Insieme con loro, sul palco papale, si sono uniti anche i 1200 vescovi concelebranti che avevano già indossato i paramenti per la Messa. Il tutto sotto gli occhi di Benedetto XVI che, dal monastero vaticano “Mater Ecclesiae”, ha seguito l’evento in diretta grazie alla televisione come aveva promesso al suo successore. Alla Messa conclusiva della Gmg erano presenti anche i presidenti del Brasile, Dilma Rousseff, dell’Argentina, Cristina Kirchner, e della Bolivia, Evo Morales. All’offertorio il Papa ha voluto abbracciare una coppia che gli ha presentato la figlia nata senza cervello e miracolosamente ancora viva. I genitori non hanno voluto abortire pur essendo permesso in questi casi dalle leggi statali.
È un mandato missionario quello che Papa Francesco, il Pontefice argentino “preso quasi alla fine del mondo”, ha voluto consegnare ai giovani presenti a Rio. “In questi giorni – ha detto loro Bergoglio – avete potuto fare la bella esperienza di incontrare Gesù e di incontrarlo assieme, avete sentito la gioia della fede. Ma l’esperienza di questo incontro non può rimanere rinchiusa nella vostra vita o nel piccolo gruppo della parrocchia, del movimento, della vostra comunità. Sarebbe come togliere l’ossigeno a una fiamma che arde”. Anche per i giovani del mondo il messaggio di Francesco è quello di uscire verso le periferie esistenziali. “Non ci sono confini – ha spiegato il Papa – non ci sono limiti: Gesù ci invia tutti. Il vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti. È per tutti. Non abbiate paura – è l’appello di Francesco – di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore”.
La condivisione della fede, ha spiegato però il Papa, “non nasce dalla volontà di dominio o di potere, ma dalla forza dell’amore”. Un monito ai carrieristi della Chiesa, alle lobby, gay e non, della Curia e ai corvi vaticani che attendono Francesco al suo ritorno a Roma dopo la settimana brasiliana. “Quando affrontiamo insieme le sfide – ha detto il Papa ai giovani – allora siamo forti, scopriamo risorse che non sapevamo di avere. Gesù non ha chiamato gli apostoli a vivere isolati, li ha chiamati per formare un gruppo, una comunità”. Non a caso Francesco ha deciso di non vivere isolato nell’appartamento pontificio del Palazzo Apostolico vaticano, lì dove il maggiordomo infedele di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, ha agito indisturbatamente fotocopiando i documenti riservati del Papa tedesco, ma ha scelto di rimanere a Casa Santa Marta come un qualsiasi presule di passaggio a Roma. E ha creato anche un gruppo di otto cardinali coordinato dall’arcivescovo honduregno Óscar Rodríguez Maradiaga per consigliarlo nel governo della Chiesa e per riformare la Curia romana.
Maradiaga, che martedì scorso ha incontrato il Papa a Rio proprio in vista delle prime riunioni di questo speciale “consiglio della corona” che si svolgeranno a Roma nei primi tre giorni del prossimo mese di ottobre, ha parlato di una riforma dello Ior che deve diventare una “banca etica” e ha svelato che il Papa ha condiviso l’idea di raccogliere, già nelle prossime settimane, le proposte dell’episcopato mondiale sul ruolo che la Curia romana dovrà avere in futuro. Come, infatti, ha spiegato ai giovani lo stesso Bergoglio, “evangelizzare è testimoniare in prima persona l’amore di Dio, è superare i nostri egoismi, è servire chinandoci a lavare i piedi dei nostri fratelli come ha fatto Gesù”. E la ricetta di Francesco è fatta di ingredienti semplici: “Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste tre parole sperimenterete che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia della fede, riceve gioia”. “Portare il Vangelo – ha ribadito il Papa – è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza; per distruggere e abbattere le barriere dell’egoismo, dell’intolleranza e dell’odio; per edificare un mondo nuovo”.
Quando in Italia sarà mezzanotte l’aereo papale decollerà dall’aeroporto di Rio e, dopo dodici ore di volo, riporterà Francesco a Roma. Ma prima di lasciare il Brasile il Papa incontrerà il comitato di coordinamento del Consiglio episcopale latinoamericano e poi i migliaia di volontari della Gmg di Rio. Bergoglio, però, smaltita la stanchezza del viaggio e il fuso orario, tornerà a occuparsi del governo della Chiesa senza concedersi un periodo di riposo a Castel Gandolfo, nella residenza estiva dei Papi, dove andrà soltanto il prossimo 15 agosto. Sulla sua agenda, infatti, è in programma la prima riunione della Pontificia Commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, da lui istituita la settimana scorsa, per “proseguire nell’opera di introduzione di riforme nelle istituzioni vaticane, finalizzata a una semplificazione e razionalizzazione degli organismi esistenti e a una più attenta programmazione delle attività economiche di tutte le amministrazioni vaticane”.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".