Ancora insulti e razzismo contro il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge da parte di alcuni esponenti locali della Lega nord. Chiamata a Cantù, in provincia di Como, dal sindaco di Varese Attilio Fontana, responsabile Anci della Lombardia, viene “accolta” da due consiglieri del Carroccio Alessandro Brianza e Edgardo Arosio e dall’ex leghista Giorgio Masocco usciti “per protesta” dall’Aula. Ai giornalisti i consiglieri hanno spiegato di non aver ottenuto il diritto di replica a quello che avrebbe detto Kyenge. Ma le frasi di Masocco – “E’ il ministro del nulla ed è stata scelta solo perché nera, per una questione di opportunismo” nonché “Banane? Si rallegri, il cocco le avrebbe fatto male” – denotano chiaramente il contesto razzista della protesta (guarda il video).
Eppure Cécile Kyenge sarà al dibattito di apertura della festa nazionale della Lega nord Romagna a Cervia il prossimo 3 agosto. Mentre è congelata, al momento, la presenza di Calderoli al “Berghemfest” in programma a fine agosto.
In serata il ministro dell’Integrazione ha avuto il primo confronto pubblico con un dirigente della Lega nord sul tema dell’immigrazione. Con il sindaco di Varese Attilio Fontana la ministra Pd ha dibattuto sui temi legati all’immigrazione alla festa dei democratici lombardi a Cantù. I due esponenti politici hanno confermato le loro posizioni in merito alle normative per gli stranieri: il ministro chiedendo un’estensione dei diritti verso lo Ius soli, il sindaco affermando che le regole sulla cittadinanza attuali non hanno bisogno di modifiche.
In due passaggi particolari però il sindaco leghista di Varese è stato apostrofato malamente dal pubblico. Il primo è quando al ministro Kyenge è stato chiesto un giudizio sul “no” della Regione Lombardia all’estensione del servizio di pediatri di base ai figli dei clandestini. “Anche i bambini – ha risposto – hanno il diritto di avere un luogo in cui essere curati: avere dei pediatri sul territorio significa poter avere anche prevenzione e un controllo che rientra nel prendersi cura del territorio stesso”. Il leghista Fontana le ha replicato dunque che “in Italia esiste già un’assistenza sanitaria anche per i clandestini, cosa che non avviene in tutte le parti del mondo”. Ultima questione su cui il pubblico ha rumoreggiato nei confronti di Fontana, lo Ius soli. “Non si capisce perché ci debba essere questo automatismo”, ha spiegato l’esponente della Lega, sostenendo che la cittadinanza deve essere “una scelta cosciente seguita ad un ragionamento”, anche perché “un bambino nel momento in cui nasce nel nostro territorio ha tutti i diritti”. “Non è proprio così – gli ha replicato il ministro dell’Integrazione – Come spiega a un bambino che non può andare in gita scolastica all’estero come gli altri compagni di scuola? Come spiega a un bambino che non ha diritto al gioco in alcune Federazioni?”.
Ma gli insulti razzisti all’inidirizzo del ministro non si fermano alle esternazioni del consigliere comunale di Cantù Masocco. E così, dopo le esternazioni dell’assessore veneto Daniele Stival, criticato dal presidente Luca Zaia, e della consigliera di quartiere padovana Dolores Valandro, condannata per le sue frasi choc a un anno e un mese con la sospensione della pena, tocca ora all’assessore alla sicurezza di Montagnana e consigliere provinciale, Andrea Draghi. Lo denuncia una deputata del Pd, Giulia Narduolo, diffondendo la foto del post di qualche giorno fa sulla pagina Facebook, in cui l’esponente del Carroccio paragona l’esponente del governo a un gorilla, copiando lo slogan di una pubblicità televisiva (“Dino dammi un crodino”) e riprendendo la cosiddetta “battuta infelice” dell’ex ministro e attuale vice presidente del Senato Roberto Calderoli che il 14 luglio, durante un comizio in provincia di Bergamo, aveva detto: “Quando vedo la Kyenge non riesco a non pensare a un orango” (l’audio integrale).
Offese che si aggiungono alla denuncia per diffamazione da parte della Digos di Verona di un uomo di 61 anni che sempre su Facebook ha insultato la “ministra negra” aggiungendo la minaccia di far uso delle armi contro di lei. Agli investigatori si è giustificato dicendo di essersi sfogato scompostamente per un furto subito nella sua abitazione ad opera di extracomunitari.
L’assessore Draghi per ora tace. Il suo cellulare risulta staccato: “E’ all’estero” spiega il sindaco e collega di partito, Loredana Borghesan, a cui è stato chiesto di ritirare le deleghe. “E’ partito ieri – aggiunge – Appena riuscirò a sentirlo chiarirò la questione con lui”. A prendere immediatamente le distanze da Draghi è il governatore Zaia. “Un atto che, se confermato – taglia corto – è da condannare senza se e senza ma nella maniera più assoluta. Questo signore si scusi e tolga la foto dal suo profilo. Il partito prenda immediatamente le distanze e i provvedimenti del caso”. Dello stesso avviso il segretario padovano del Carroccio, Roberto Marcato. “Sono davvero stanco di questi leghisti da Facebook che stanno vanificando il lavoro che sta facendo il nostro segretario Roberto Maroni e le nostre battaglie. La condanna – sentenzia – è senza attenuanti”.
“Sono insulti razzisti inaccettabili, espressioni di inciviltà lontani anni luce dallo spirito di accoglienza della nostra regione – bolla la questione il deputato Udc Antonio De Poli – Queste affermazioni lasciano esterrefatti. La Lega continua a danneggiare l’immagine del Veneto”.