L’acquisto di Antonveneta e il suicidio di David Rossi: l’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena vedrà oggi chiudere le indagini su due filoni importanti. I pm toscani stanno infatti chiudendo le indagini sull’acquisto di Antonveneta che vede indagati gli ex vertici di Rocca Salimbeni, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, con altre otto persone per vari reati: ostacolo alla vigilanza, falso in bilancio e in prospetto, manipolazione del mercato. Le figure centrali sono quelle dell’ex presidente e dell’ex amministratore delegato che secondo l’accusa avrebbero agito insieme a Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanza di Mps, arrestato lo scorso 14 febbraio nell’ambito del secondo filone dell’inchiesta, relativo ai derivati Alexandria e Santorini, accusato di associazione per delinquere, truffa, concorso in ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto, da appena tre giorni ai domiciliari nella sua abitazione di Milano.

I magistrati Giuseppe Grosso, Aldo Nastasi e Antonino Natalini, domani depositeranno i 40 faldoni dell’inchiesta. Ventimila pagine di verbali, intercettazioni, prove documentali attraverso le quali hanno ricostruito nel dettaglio l’acquisto di Antonveneta nel 2008 avvenuto a un prezzo esorbitante: 16,7 miliardi invece dei 9,2 richiesti da Santander. Acquisto che rappresenta l’errore madre della gestione fallimentare di Mps da parte egli ex vertici poi costretti a ricorrere a operazioni spericolate con i derivati.

Già nelle 69 pagine del decreto di sequestro firmato dai pm lo scorso aprile era stato evidenziato come l’allora presidente di Rocca Salimbeni non avesse idea del costo reale. Ai magistrati lo riferisce chiaramente Piero Montani, nel 2007 a capo di Antonveneta riportando l’incontro avuto con Mussari e Vigni per definire la vendita. “Il resoconto di quel colloquio fatto da Montani dimostra da un lato la macroscopica dissennatezza dimostrata dai vertici della banca”, si legge nel decreto. Ancora: “Montani dichiara di aver colto in costoro uno smarrimento (…) tanto da affermare che, forse, solo in quel momento i due realizzarono che l’esborso complessivo sarebbe stato ben più elevato” dei 9 miliardi. “Emblematica, per raffigurare plasticamente lo smarrimento degli indagati (Mussari e Vigni, ndr) è la domanda che Montani si pose alla fine di quel colloquio: “Ma questi hanno capito veramente quanto devono pagare?”.

L’acquisto andò a buon fine e, come detto, diede vita a un effetto domino: per trovare i fondi necessari a coprire le spese Baldassarri, Mussari e Vigni avrebbero cominciato a sottoscrivere i tre derivati Alexandria, Santorini e Nota Italia. Fino poi allo “scellerato contratto con Nomura” (rivelato dal Fatto Quotidiano a gennaio): i derivati hanno creato un danno da 730 milioni di euro, ha quantificato nel corso del cda di Mps del cinque febbraio scorso. Il Fatto il 22 gennaio aveva ipotizzato una forchetta tra 220 e 740 milioni.

Nei faldoni inoltre, a quando si apprende, non c’è alcuna traccia della vagheggiata mazzetta sull’acquisizione di Antonveneta ma viene ricostruito il percorso sui vari conti esteri delle “creste” realizzate grazie alle operazioni realizzate dall’ex capo dell’area finanza e del suo vice, Alessandro Toccafondi.

Oggi saranno chiuse anche le indagini sul suicidio di David Rossi, il capo della comunicazione che si è tolto la vita lanciandosi dal suo ufficio di Rocca Salimbeni la notte del sei marzo. Nicola Marini, quarto sostituto procuratore di Siena titolare di questo filone, chiuderà il fascicolo chiedendo al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione nonostante appena poche settimane fa sia stato dato un nuovo mandato alla polizia postale per verificare i computer dell’uomo della comunicazione di Rocca Salimbeni per cercare le mail che aveva inviato all’ad Viola e ad altri vertici dell’istituto di credito in cui annunciava la volontà di uccidersi. Supplemento d’indagine aperto a seguito della pubblicazione da parte de Il Fatto Quotidiano dello scambio di mail tra Rossi e Viola.

La Procura ha convocato per domani alle 17 una conferenza stampa presso il comando provinciale della Guardia di Finanza proprio sulla conclusione delle indagini sul filone investigativo Mps e l’acquisizione di Antonveneta.

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